Federico Quaranta, sempre in giro per l’Italia con “Linea verde Radici”

«Viaggio solo a piedi per aprire gli occhi, il cuore e la mente» dice il conduttore. «E a ripagare la fatica c’è l’affetto di chi ci segue»

Federico Quaranta
19 Agosto 2021 alle 12:45

Se c'è uno che conosce l'Italia in lungo e in largo, quello è Federico Quaranta, in perenne viaggio alla scopera delle località più affascinanti e ignote, per mostrarcele ogni sabato nel suo "Linea verde Radici".

«“Ci vuole un fisico bestiale” canterebbe Luca Carboni (ri- de). Soprattutto perché mi muovo sempre a piedi. Di recente ho attraversato la Sicilia dall’Etna fino a Trapani, e poi Marettimo, nelle isole Egadi. Camminare implica un andamento lento, che apre gli occhi, la mente e il cuore. Solo così si vive appieno l’emozione del viaggio e la si fa propria» dice Quaranta.

Federico, c’è un luogo dove si sente più a casa?
«Mi sento a casa in tutta la nostra Penisola, che è come un pontile, un crocevia di tante culture: dalla Sicilia alla Calabria e alla Puglia, ogni luogo è ricco di bellezza, umanità, storia e racconti».

Comunque ha citato tutti luoghi affacciati sul mare...
«Forse perché sono nato e cresciuto a Genova, una città a cui resto molto legato: un po’ metropoli, un po’ provinciale, senza confini, lunga e stretta appoggiata al mare. Un luogo che esalta la creatività».

Quindi è un tipo “da mare”?
«No, mi piace molto anche la montagna, dove faccio lunghe camminate, e la campagna. In Piemonte ho anche della terra, apparteneva a mio nonno, che ho dato a una casa vinicola. Ma ho chiesto di avere ogni anno cento bottiglie di vino, che ho chiamato Bartolomeo, come il nonno, per regalarle agli amici. Scusi la divagazione... Ma lei mi aveva chiesto se ero un tipo “da mare” o “da amare” (ride)?».

Mah, se vuole mi dica pure se è anche un tipo “da amare”...
«Questo bisognerebbe chiederlo alla mia compagna (Giorgia Iannone de Sousa, modella, metà sarda e metà angolana, ndr). Io posso solo dire che sono innamoratissimo di lei e di nostra figlia Petra, che ha 2 anni».

Le mancano molto quando è via?
«Sono l’unica cosa che mi pesa della lontananza. Ogni volta che torno a casa Petra mi corre incontro gridando felice: “Papà, papà!”. Non vedo l'ora che sia più grande per poterla portare con me».

Riuscirà a ritagliarsi un periodo di vacanza con loro?
«Sì, andremo prima in Sardegna, alla Maddalena, dove è nata Giorgia, e poi in Puglia. Mi sarebbe piaciuto anche fare una tappa a Zanzibar dove, insieme con un amico socio, ho aperto un resort: un’isola che ho scoperto diversi anni fa e che mi ha conquistato. Ma ora devo seguire i lavori di ristrutturazione di una masseria che ho acquistato sul Gargano e dove posso dare sfogo alla mia anima verde».

Come la esprime quest’anima?
«Sto prendendo lezioni da un agronomo, che mi insegna come curare le piante e l’orto. Ho un discreto pollice verde. E sono ecologista: sono maniaco della raccolta differenziata, ho un’auto elettrica, i pannelli solari sul tetto...».

Ed è anche vegetariano?
«No, sono un buongustaio e mi piace molto sperimentare ogni tipo di piatto, dal più semplice al più elaborato. Ultimamente ho assaggiato una fantastica “acquasale” (pane bagnato, sale, olio, pomodoro e cipolla, ndr) in Puglia e una terrina di bollito rivisitato con delle erbe, in Sicilia. Eccezionali!».

E ama gli animali. Porterà il suo cane in vacanza con voi?
«Purtroppo no. Nonostante oggi siano sempre più numerose le strutture turistiche dedicate agli animali, Wilson è un Rhodesian, una razza selvatica, difficile da gestire. Ma starà con i miei fratelli, coccolato e viziato».

Da esperto viaggiatore, ci consiglia qualche meta imperdibile?
«La Barbagia, nel cuore selvaggio della Sardegna, e la catena del Lagorai in Trentino, dove fare un esaltante trekking, che adoro».

Lei è instancabile...
«Il mio è un lavoro faticoso perché sono un pignol e studio a fondo le mete che devo visitare. Guardo anche i programmi di colleghi che hanno fatto del viaggio il centro della loro vita: da Piero e Alberto Angela a Mario Tozzi. Seguo i documentari su Focus e su National Geographic. Ma a ripagare le fatiche sono l’entusiasmo e le tante soddisfazioni. Gli ascolti ci premiano e anche nella nuova stagione televisiva continuerò con gli altri miei due programmi, “Linea verde Tour” e “Il provinciale”. E il 1° settembre “Radici” andrà in onda addirittura in prima serata su Raiuno, un esperimento che potrebbe essere confermato».

Nessuna tregua, quindi?
«Se dovessi fermarmi, non mollerei la radio (dove conduce il programma enogastronomico “Decanter” su Rai Radio 2, ndr), che è il mio primo amore. E magari punterei alla conduzione di un programma itinerante con una parte in studio. Ma l’unica ragione che potrebbe spingermi a farlo ha un nome... Petra!».

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