Ficarra & Picone: «Facciamo una foto per festeggiare?»

I comici celebrano 25 anni di carriera. «La nostra è una relazione instabile, ma guai a provare ad aggiustare qualcosa» rivelano. Il 28 settembre aprono la nuova stagione di Striscia la notizia: «Con Ricci, il Gabibbo e le Veline siamo una famiglia»

Salvo Ficarra e Valentino Picone  Credit: © Dario e Oriana Palermo
24 Settembre 2020 alle 08:42

Sono Ficarra & Picone la coppia che apre la stagione autunnale di “Striscia la notizia”. «Per noi è la prima volta, perché abbiamo sempre condotto l’edizione primaverile» dicono. «È il nostro 17° anno dietro il bancone, non siamo ancora maggiorenni» scherza Ficarra. «Non siamo ancora pronti, ma se a “Striscia” ti prepari è peggio: se non sai cosa ti aspetta, ti diverti di più» ribatte Picone.

Dopo tanto tempo, le Veline vi sopportano ancora?
Ficarra: «A me sì, sicuro. A Picone non lo so, ma dubito».
Picone: «Se si sono stufate, non ce lo diranno mai».

Il sottotitolo di “Striscia” quest’anno è “La voce dell’insofferenza”.
Ficarra: «Appunto, insofferente a Picone. Sono 25 anni che lo sopporto».
Picone: «Vero è. Come diceva Pino Caruso: “Il tempo scorre lentamente a una velocità impressionante”».

Scusate, su Wikipedia però c’è scritto che vi siete conosciuti nel 1993 in un villaggio turistico. Da quando contate i 25 anni?
Ficarra: «Da quando abbiamo iniziato a fatturare».
Picone: «Tutto il resto è caduto in prescrizione».

Ma al primissimo incontro, che cosa avete pensato l’uno dell’altro?
Ficone: «Sorrisi è un giornale educato, per famiglie, meglio non esplicitare il pensiero...».
Picone: «Lo faccio io il momento “delle lacrime”: Salvo, ne sono sicuro, di me avrà detto: “Chi è questo scemo?”. Invece io di lui ho pensato: “Questo è proprio bravo”». (E lo dice con un sospiro di commozione, che però dura pochissimo, ndr).

Cosa vi regalate per le “Nozze d’argento”?
Ficarra: «Lo specialista in regali inutili è Picone. Una volta, all’epoca in cui c’erano già i dvd, mi regalò un riavvolgitore di nastri vhs. Ma, dico io, non sarebbe stato meglio un mestolo? Pure ora me lo potrebbe comprare».
Picone: «Ti attacchi a un unico fatto, successo davvero, lo ammetto, ma su cui si baserà per sempre la nostra biografia. Fiumi di inchiostro su un solo sbaglio».

Ci sono momenti meravigliosi nella vostra biografia. Vi dispiace se li ricordiamo insieme?
Ficarra: «Sempre a disposizione».
Picone: «Qua siamo».

La gaffe più memorabile?
Ficarra: «Inenarrabile».
Picone: «La racconto io: stavamo preparando lo spettacolo “Ma chi ce lo doveva dire?!” a Taormina. Il nostro sogno sarebbe stato avere sul palco Jim Carrey e l’assessore ci disse: “Ma guardate che è proprio qui, in albergo”. Quindi ci portò in hotel, a bordo piscina, davanti a... un uomo bassino, rossiccio. Era Jim... Kerr, della band dei Simple Minds. Fu una conversazione surreale, per un quarto d’ora anche lui fece finta di conoscerci perfettamente».

Sono cose che fanno piacere. Ma la prima grande soddisfazione professionale?
Ficarra: «Nel 1998, quando abbiamo vinto tutti e tre i premi dei festival del cabaret: il “Grottammare”, il premio “Ugo Tognazzi” e il “BravoGrazie” di Saint-Vincent, considerato la Champions League per i comici emergenti. Un’emozione unica».

Il salto dal cabaret alla tv?
Picone: «È stato naturale, perché “Zelig” era teatro: il fatto che ci fossero anche le telecamere era del tutto incidentale».
Ficarra: «Io ricordo con affetto “Gnu”, su Raitre, ideato da Bruno Voglino, un grande condottiero che amava la commedia. Andavamo in onda in seconda serata e lui, il giorno dopo, con il foglio degli ascolti in mano diceva: “Non guardate i numeri, guardate quello che avete fatto”».

Col tormentone «Stanco, stanco, stanco...» di “Zelig” arrivò la popolarità vera.
Ficarra: «Topolino (sul numero 2.678 del giornalino, ndr) fece una storia con i comici di Paperopoli, Caraffa & Cappone. Per me, che da piccolo lo leggevo sempre, fu una gioia».
Picone: «Nomi d’arte stupendi, per altro. Più belli dei nostri. Sarebbe bello ricominciare da zero come Caraffa & Cappone».

Quando avete capito di essere diventati famosi?
Ficarra: «Quando il capocondominio mi ha permesso di posteggiare fuori dal mio posto».
Picone: «Ai primi autografi. Ma più che il successo fa piacere la popolarità. Sono cose diverse».

Del debutto a “Striscia” cosa vi piace ricordare?
Ficarra: «La “follia” di Antonio Ricci, il suo entusiasmo. Prima di andare in onda nessuno sa cosa gli passi per la mente, a volte neanche lui stesso. Noi lo scopriamo in diretta assieme a voi ».
Picone: «Se ci viene da ridere si vede, se ci arrabbiamo pure. E dopo tanti anni è come stare in una grande famiglia».

La vostra prima volta a Milano è stata un po’ alla Totò & Peppino con i colbacchi, «Noio... vulevam savuar»?
Ficarra: «Confermo. Ci ospitò a casa sua Andrea Brambilla, in arte Zuzzurro, ed eravamo così bardati che disse: “Siete venuti a Milano a sciare?”».
Picone: «Agli inizi, dopo avergli saccheggiato il repertorio, finiti gli sketch da “rubargli” gli chiedemmo di scrivere uno spettacolo per noi. Andrea è stato un maestro che ha creduto in noi».

Il 1° ottobre esce “È la coppia che fa il totale”, un libro su tutto il vostro cinema.
Ficarra: «Da “Nati stanchi” a “Il primo Natale”, sì. C’è tutto, ed è un libro che ci piace molto perché è pieno di aneddoti sul set».
Picone: «Per esempio, mentre giravamo “L’ora legale” gli operai scioperarono e risolse tutto Tony Sperandeo, calato nel ruolo del politico Patanè: “Tuttappò, picciotti, ci ho parlato io”».

Il tour per i vostri 25 anni di carriera è stato annullato per il Covid. Ripartirà nel 2021?
Ficarra: «Non possiamo ancora saperlo, bisogna prima capire come va l’epidemia».

In caso di quarantena, vi considerate “congiunti”?
Ficarra: «Nooo. Lui ci prova, a piazzarsi a casa mia, come quando da ragazzi veniva sempre a mangiare da me a sbafo».
Picone: «Tua madre mi chiedeva se avevo fame pure alle quattro di pomeriggio e preparava la pasta o la carne, ti ricordi?».
Ficarra: «Come no, ne parlavamo durante il lockdown: mi tormentavi pure in videochiamata».
Picone: «Parli tu, che mi usavi per uscire e dicevi ai vigili che mi stavi portando a fare pipì?».

Su, non litigate... Picone, c’è un lato nascosto di Ficarra che vuol farci scoprire?
Picone: «State attenti, perché quando vi invita a cena Ficarra vi fa lavare i piatti. Io, in più, devo pure buttare la spazzatura».
Ficarra, c’è un lato palese di Picone che vorrebbe coprire?
Ficarra: «Che non fa lo stupido, ma lo è. Io l’ho capito subito, lui ci ha messo 25 anni».

C’è qualcosina da aggiustare nel vostro rapporto?
Ficarra: «Nulla: Picone è come un vecchio cane che ti morde la ciabatta. Ed è bello così».
Picone: «La nostra è una relazione instabile, fondata sull’incompatibilità di carattere. Aggiustare qualche cosa sarebbe pericoloso».

Seguici