Alessandro Preziosi è il protagonista della nuova fiction “Black out”

In onda per quattro prime serate su Rai1 da lunedì 23 gennaio (le altre saranno il 24, il 30 e il 31)

20 Gennaio 2023 alle 08:58

Se amate i gialli ambientati in alta quota non perdetevi “Black out”, la nuova fiction in onda per quattro prime serate su Rai1 da lunedì 23 gennaio (le altre saranno il 24, il 30 e il 31). È una storia di misteri girata nella Valle del Vanoi, in Trentino, che ha per protagonista Alessandro Preziosi.

L’attore napoletano interpreta Giovanni Lo Bianco, un uomo di successo che è rimasto vedovo e ha due figli adolescenti. All’inizio della storia, è in vacanza in montagna in un hotel di lusso per le feste di Natale. Ma la sera della Vigilia una valanga travolge la zona, e gli ospiti dell’albergo, tra cui una dottoressa tedesca che vive sotto copertura (l’attrice Rike Schmid), si ritrovano in pericolo di vita, isolati. In questa situazione “sospesa”, piano piano scopriremo che Giovanni ha un passato oscuro con cui dovrà presto fare i conti.

Preziosi, stavolta presta il volto a un uomo ambivalente. Cosa ama del suo personaggio?
«Mi piace l’idea che di fronte a un pericolo sia costretto a fare scelte importanti per salvare la sua famiglia. Lui è un broker assicurativo che ha trascurato i figli per il lavoro, ma da quando sua moglie non c’è più si è messo davvero a fare il padre. Deve imparare tutto, anche a divertirsi con i suoi ragazzi in vacanza sulla neve. Però, proprio mentre ci prova, arrivano la slavina, l’emergenza, il dramma».

Perché questa storia ci piacerà, secondo lei?
«Questa è la prima volta che recito in una serie così e ci sono tante caratteristiche affascinanti: la catastrofe naturale, il giallo, la tensione... Io stesso, mentre leggevo il copione, avrei voluto sapere cosa succede nell’ultima puntata, ma gli sceneggiatori sono stati bravissimi a proteggere il finale durante la lavorazione, perché ci fosse suspense vera anche tra noi del cast».

Sul set avete patito il freddo?
«Mamma mia, ricordo certe notti a girare a meno 3 gradi! Però il mio plauso va alle costumiste che, soprattutto durante le scene d’azione all’aperto, ci hanno protetto con l’equipaggiamento giusto».

Venendo al “Black out” del titolo: ricorda una circostanza in cui l’assenza di “energia” è stata un momento “agghiacciante” nella sua vita?
«Ho vissuto una situazione angosciante non in montagna, ma in mezzo al mare, a 18 anni. Ero a Palinuro (SA) con degli amici quando a un certo punto è andato in avaria il motore della nostra barca. Siamo stati al largo finché è venuto buio. Ci ha salvato la motovedetta della Guardia costiera».

Ma lei, che è nato e cresciuto in una città di mare, non ha paura della montagna?
«Aiuto, in questi giorni sono proprio venuto a sciare in montagna. Mi fanno paura le conseguenze dei cambiamenti climatici: la natura è stata assediata dall’uomo e ora si vendica per “scrollarsi di dosso” questo parassita che la minaccia».

Adesso la vediamo anche su Netflix nelle serie “La vita bugiarda degli adulti”, tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante e ambientata nella sua Napoli, negli Anni 90. Quando per ragioni di copione torna alle sue radici è felice?
«A Napoli ho anche finito di girare il film “Shakespea Re di Napoli”, e sì, ogni volta che gravito in zona, sono felice perché finalmente posso riconciliarmi con la mia splendida città, che ho dovuto lasciare non perché mi stesse stretta, ma per ragioni di lavoro».

Qual è il tratto più napoletano del suo carattere?
«La sana contraddizione. Io sono come le donne, che non vanno mai contraddette perché si contraddicono da sole (ride)».

Entrambe le fiction hanno a che fare con le emozioni legate alle bugie. Quando le capita di mentire, perché lo fa?
«Perché le bugie sono belle! Ed è un’arte saperle raccontare».

Con i suoi figli, Andrea Eduardo ed Elena, ha un rapporto basato sull’assoluta sincerità o è giusto avere qualche segreto?
«Si cambia, con il tempo. Più loro crescono, più con i figli si può maneggiare la verità. Adesso la soddisfazione più grande è che mi parlano di tutto, si confidano».

Andrea Eduardo è diventato un brillante avvocato, Elena invece seguirà le orme di mamma (l’attrice Vittoria Puccini) e papà?
«Se avrà la passione, perché no? Ha l’esempio di due genitori che fanno questo mestiere con amore».

Il 19 aprile compirà 50 anni: festeggerà questo traguardo importante?
«Festeggio sempre i compleanni, mi piace. Quanto alla cifra tonda… dopo due anni di restrizioni per il Covid, posso sempre dire che devo recuperare prima i compleanni precedenti».

Su Instagram ogni tanto pubblica dei video in cui suona il pianoforte. Perché?
«Mi do al jazz, improvviso e a volte suono qualcosa, ma senza sapere cosa. Non resisto, se vedo un piano in un hotel o in un aeroporto mi siedo e inizio a schiacciare i tasti. Una volta mi è capitato anche a Pantelleria (TP), perché ce n’era uno tra gli scogli. Mi fa stare bene».

Cos’altro la rilassa?
«Camminare, mi schiarisce le idee».

Dopo la regia del documentario “La legge del terremoto” sul sisma dell’Irpinia del 1980, dirigerà un film?
«Sì, attualmente sto lavorando alla mia opera prima: un film tratto da un grande romanzo di formazione».

Un’ultima curiosità: è vero che lei da ragazzino voleva fare il giornalista?
«Verissimo».

Se in un universo parallelo fosse diventato un giornalista di Sorrisi, quale personaggio dello spettacolo le sarebbe piaciuto intervistare?
«Corrado, perché con il suo modo così affabile di intrattenere mi ricorda molto il mio papà. E alle sue trasmissioni sono legati tanti momenti di serenità e grandi risate in famiglia».

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