Anna Valle: «In “Lea, un nuovo giorno” sono un’infermiera in scarpe da ginnastica»

L'attrice è protagonista con Giorgio Pasotti della fiction di Rai1 ambientata in un reparto di pediatria

3 Febbraio 2022 alle 08:41

Anna Valle è l’amica con cui staresti a parlare per ore. Calma, sincera e divertente, ti fa sentire subito a tuo agio. Così iniziamo parlando di “Lea, un nuovo giorno”, fiction prodotta da Banijay Studios Italy in cui per la prima volta interpreta un’infermiera. E ci ritroviamo a chiacchierare di uomini, figli, shopping.

Partiamo da Lea: cosa ti ha conquistato di lei?
«Nonostante abbia un dramma alle spalle, che è il motore della storia, mi piace come entra in sintonia con le persone. L’empatia e la passione che ha nel suo lavoro la portano a interessarsi della vita dei pazienti. È impulsiva e deontologicamente poco attenta, tant’è che viene ripresa come un’alunna indisciplinata!».

Come hai appreso i trucchi del mestiere?
«Tutti noi abbiamo fatto un corso accelerato per imparare a usare le attrezzature di un reparto pediatrico. Ho trascorso molte ore con due infermiere che mi hanno dato un sacco di indicazioni. Ma sul set c’era anche un medico che supervisionava tutto quello che facevamo. Giorgio Pasotti, poi, che fa il primario, doveva usare dei termini difficilissimi e io lo prendevo in giro: è stato un set molto divertente».

Avete girato in estate, in una Ferrara splendida.
«In realtà l’ospedale è stato ricreato negli studi romani della Videa. Ma Ferrara è una città viva e bellissima, piena di biciclette. Anch’io, come Lea, nella vita vado tanto in bicicletta».

Lea mangia quando guida. Anche tu lo fai?
«Dipende se sono di corsa. A volte è capitato, ma non è una costante come per Lea».

Nella scarpiera di Lea ci sono sneakers viola, zoccoli rosa shocking e infradito.
«Le infradito le uso tanto. Gli zoccoli rosa mancano, invece ho un paio di sneakers viola identiche a quelle di Lea, ma le mie sono più vecchie e scolorite».

Lea odia fare shopping…
«A me piace, ma preferisco andarci da sola perché voglio fare le cose con calma. A volte mi accompagna mio marito Ulisse (Lendaro, produttore, ndr), oppure costringo mia figlia quando deve comprarsi qualcosa».

Al contrario di Lea, sai che il basso non è una chitarra, vero?
«Certo! I suoi gusti musicali non mi rispecchiano per niente. Per me la musica è fondamentale. In auto ascolto solo Virgin Radio e la musica mi dà la carica per correre nelle giornate grigie».

Hai mai accettato un passaggio da uno sconosciuto, coma capita a lei?
«L’ho fatto tantissimi anni fa a New York. Era tardi e non trovavo un taxi. Un autista che aveva finito il turno ha visto che aspettavo, si è avvicinato e mi ha offerto un passaggio. Sentivo un’energia positiva e mi sono fidata».

Lea ha un ex marito pediatra (Giorgio Pasotti) e un musicista che l’affascina (Mehmet Günsür). Quale tipologia si avvicina di più al tuo ideale?
«A me piacciono mori e scuri, ma non ho una tipologia precisa. L’uomo ideale deve avere una grande sensibilità, ma darti anche sicurezza».

Come tuo marito, regista e produttore di teatro?
«Sì. Ulisse è un artista molto sensibile, ma ha anche razionalità e praticità. Ti ci puoi affidare, ma ti può sorprendere».

«Tutte le mamme si sentono inadeguate, è il rischio del mestiere» dice Lea. Concordi?
«Credo sia abbastanza vero. Le mamme si sentono a volte così, devi esser consapevole che è una lotta impari. Tornassi indietro forse mi godrei di più i primi anni di vita dei bambini, quando sono come dei piccoli peluche».

I tuoi figli sono orgogliosi di vederti in tv?
«Il mio lavoro non entra tanto nella nostra casa. Non c’è la corsa a vedermi in tv. E poi alle 21.30 si preparano per andare a letto. Mi guardo con Ulisse o da sola. I bambini sono più interessati alla fase preparatoria: quando mi vedono che studio i copioni o incontro il regista, mi chiedono di cosa si tratta. Ma finisce lì».

E quando non lavori?
«Seguo di più i miei figli, mi piace viaggiare, leggo, ascolto musica. Amo stravolgere la casa e inizio a spostare mobili o a ridipingere le pareti. Mi dedico ai miei affetti, ma mi prendo del tempo per me, che sia una corsa o rivedere un film. Cose semplici e normali».

Proprio come Lea.

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