L'attrice parla del suo personaggio nella serie con Alessandro Preziosi

Mistero, suspense ed emozioni forti caratterizzano "Black out - Vite sospese", la serie gialla di Rai1 con Alessandro Preziosi. La storia ruota intorno agli ospiti di un albergo di lusso nella valle del Vanoi, in Trentino, che si trovano isolati in seguito a una valanga. In questa situazione di pericolo tutti si affidano a Lidia, appuntato dei Carabinieri e unico rappresentate delle forze dell’ordine nella zona dopo la morte del suo capo, dal quale aspetta un figlio.
A darle il volto è Aurora Ruffino. «Mi sono immedesimata in Lidia» dice. «È una donna sotto choc, che ha perso l’uomo che ama. Si trova in una situazione terribile, si sente sola e tutti si appoggiano a lei cercando un aiuto che non è in grado di dare. Quando ho letto il copione mi sono subito appassionata al personaggio e alla storia non comune: un thriller catastrofico, legato alla neve e alla montagna.
E che rapporto ha lei con la montagna?
«Non buonissimo, anche perché da bambina andavo al mare, quindi ho iniziato a scoprirla tardi. Ma mi affascina che possa essere accogliente e insieme pericolosa».
È stata dura girare con la neve?
«Ho patito molto il freddo. A volte era perfino complicato recitare le battute. Ma andare in motoslitta sul set è stato davvero divertente (ride)».
E com’è stato mettere la divisa da carabiniere?
«Curioso, ho sempre avuto un profondo rispetto per le forze dell’ordine, perché rischiano la vita per salvare le persone. Per quanto riguarda Lidia, è un lavoro che ha fatto solo per compiacere il padre e si sente inadeguata».
Per lei è stato diverso?
«Io non pensavo minimamente di fare questo lavoro. Quando mi hanno proposto i primi provini è stato un salto nel buio. Ma nella vita vale sempre la pena provarci».
Le piace indagare?
«Sì, ma sono soprattutto un detective della verità. Mi piace indagare sul senso dell’esistenza. La mia è un’indagine personale, cominciata tre anni fa quando ho iniziato a leggere Jung (uno dei padri della psicoanalisi, ndr)».
Ha mai vissuto un momento di black out?
«Lo sto vivendo proprio ora. Mi sento piena di energia e non so come incanalarla. Sono in una fase di crisi e sto lavorando molto su me stessa».
Posso chiederle cosa l’ha scatenata?
«È finita una relazione durata sette anni (con Maxime, un ingegnere francese, ndr). Da lì ho capito che non sono mai stata da sola, mi sono sempre appoggiata a qualcun altro. Ma non si può delegare ad altri la responsabilità della propria vita».
Non teme di chiudersi troppo in se stessa?
«No, anzi, è un’opportunità di crescita Voglio stare con una persona perché mi fa stare meglio non perché non so farne a meno. Prima di iniziare un’altra relazione voglio essere indipendente affettivamente, sentirmi libera e sincera».
La sincerità non è il punto forte dei personaggi della serie...
«Anche io ho i miei segreti e li confesso alle persone che mi stanno vicino. Sono anche un ottimo confessore perché so ascoltare e non giudico. Ma non amo le bugie, anche le più innocenti».
Lidia è incinta. Lei vorrebbe avere un figlio?
«Fino a qualche tempo fa non ho mai nascosto il mio desiderio di maternità, che ora mi sembra una prospettiva lontana. Al momento sono concentrata su me stessa, domani si vedrà».
Lei pensa che la sua crisi di oggi possa essere “figlia” della sua infanzia non facile?
«Ogni dolore lascia delle cicatrici. Ma non è detto che se soffri da piccola sia peggio. Anzi, se sei sempre stato felice, il dolore ti coglie impreparato, è una valanga emotiva che ti sovrasta. Io ho solo imparato presto ad accettare che è impossibile stare sempre bene».
Con il suo collega Alessandro Preziosi come si è trovata?
«Molto bene. Mi ha aiutata e consigliata per rendere più incisive alcune scene. C’è sempre da imparare, e anche sul lavoro desidero crescere».