Denise Tantucci, parla la Nina di Braccialetti Rossi 2

La giovane interprete della fiction di Raiuno si confessa a Sorrisi: «Da grande sogno di fare l’attrice e la ricercatrice di fisica»

Denise Tantucci  Credit: © Getty
3 Marzo 2015 alle 16:00

I capelli sono ancora corti ma stanno ricrescendo. «Però così mi piacciono» dice Denise Tantucci, la Nina di «Braccialetti rossi 2». «Ho sempre desiderato portare un taglio così maschile, ma non avevo mai avuto il coraggio di farlo. Poi è arrivata la famosa scena e… eccomi qui!». La scena a cui fa riferimento Denise è quella in cui Nina e Leo (interpretato da Carmine Buschini), si tagliano i capelli a zero prima di iniziare la chemioterapia.

Deve essere stata una scena emotivamente forte…
«Eccome. Io e Carmine ne abbiamo parlato a lungo prima di andare sul set. Ci siamo incoraggiati a vicenda. Poi, arrivato il momento, io facevo la spavalda mentre lui forse era quello più teso».

Non solo. C’era la responsabilità del «buona la prima» perché ovviamente la scena non si poteva girare una seconda volta…
«Già. Le riprese sono state fatte con tre telecamere e la scena è durata un’ora: avevamo tutti e due tanti capelli e non è stata sufficiente una sola passata di rasoio per tagliarli del tutto».

Reazioni immediate?
«Diciamo che le lacrime che si sono viste sono venute giù in modo naturale. Da questo punto di vista, è stata la scena di pianto più semplice e immediata».

E poi, a freddo, quando si è rivista allo specchio fuori dal set?
«Non mi ha fatto tanta impressione. Mia mamma invece era sotto shock e ha pianto come una fontana. Anche perché ha rivissuto la malattia di mio nonno. La sera poi siamo andati a cena tutti insieme: io, Carmine e le rispettive mamme. Noi due eravamo abbastanza tranquilli, in fondo è il nostro lavoro, mentre loro erano molto impressionate».

Il successo della serie è straordinario. Perché secondo lei?
«Il segreto di “Braccialetti” è la verità con cui è stata pensata e poi scritta la sceneggiatura. La malattia dei più giovani finora era considerata un tabù. La nostra serie è uno spunto per riflettere su temi che interessano grandi e piccoli. Non solo. Per la prima volta c’è un cast nel quale un gruppo di bambini e ragazzi è il vero protagonista. Finora i più giovani sono sempre stati marginali rispetto ai protagonisti adulti».

Cosa ha imparato da questa serie?
«Mi fa piacere quando scopro che ci sono ragazzi che grazie a “Braccialetti” sono riusciti a trovare una chiave per affrontare la malattia. Il fatto che il regista abbia scelto come comparse giovani malati va nella strada della verità. Quando ho girato le scene della chemioterapia, accanto a me c’erano ragazze che poco prima l’avevano fatta veramente. Lì ho sentito un’enorme responsabilità». 

Voi ragazzi vi frequentate anche fuori dal set?
«Si, ci vediamo. E poi commentiamo le puntate su un nostro gruppo di WhatsApp».

Condividete delle passioni? 
«Beh, io ho passioni “poco comuni”: la fisica e il badminton, uno sport non molto popolare in Italia». 

Partiamo dalla fisica...
«Sono appassionata di fisica delle particelle: l’origine di tutto. Un amore che ho trasmesso anche al personaggio di Nina. Sono in quarta Liceo scientifico, ma sto seguendo un programma pre-universitario di fisica organizzato dal Mit (Massachusetts Institute of Technology, ndr). E quando ci sono dei seminari in Italia, cerco di non perderli. Per me è una passione: anche i miei libri di lettura sono quasi tutti testi universitari di questa materia».

Non c’è dubbio sulla facoltà universitaria che sceglierà, quindi...
«No, infatti! Da grande, il mio sogno è fare sia l’attrice sia la ricercatrice di Fisica delle particelle».

Veniamo al badminton.
«Ho iniziato a giocarlo a scuola ad Ancona e lo pratico anche a livello agonistico. Sono stata campionessa regionale di doppio: è un bellissimo sport olimpionico» (vedi riquadro in basso).

Ora in cosa è impegnata?
«Ho terminato le riprese di “Ben-Hur”, un kolossal americano in costume girato a Matera e a Cinecittà. Tutto è nato da un provino internazionale, ma il mio ruolo non posso svelarlo. È stata un’esperienza bellissima e girare in inglese una sfida. Sul set ho anche incontrato Morgan Freeman».

Parla bene l’inglese?
«Sì, l’ho studiato a scuola, ho fatto dei viaggi e poi l’ho imparato per dispetto!».

In che senso?
«Mia madre è tedesca. A me la sua lingua non è mai piaciuta e quando mi parlava in tedesco io, per dispetto, le rispondevo in inglese».

Progetti?
«“Braccialetti rossi 3”, le riprese dovrebbero cominciare a inizio estate».

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