Ora che la sesta stagione di “Che Dio ci aiuti” si è conclusa (l’ultima puntata è stata vista da 6.113.000 spettatori!) possiamo dirlo: una delle cose che ci coinvolgono di più sono i monologhi di suor Angela (qui sotto alcuni di questa edizione). Quei momenti in cui si rivolge al Crocifisso confidandogli sentimenti e incertezze, fiduciosa in un suo segno, una risposta. E i non più giovanissimi ritrovano un po’ il don Camillo interpretato da Fernandel...
Pensare che in un primo momento l’idea dei “dialoghi-monologhi” non aveva entusiasmato Elena Sofia Ricci. «Mi sembravano un po’ retorici, in alcuni casi persino banali» spiega l’attrice che veste la tonaca da sei stagioni. A farle cambiare idea è stato l’incontro con una vera religiosa che le ha fatto comprendere quanto quelle riflessioni a voce alta avrebbero arricchito il suo personaggio. Da allora, quei monologhi sono diventati uno dei punti di forza di “Che Dio ci aiuti”, serie che il pubblico ha mostrato ancora una volta di apprezzare, tanto che si parla già di una settima stagione.
La Ricci, come si dice in questi casi, non conferma e non smentisce: «Fare “Che Dio ci aiuti 7”? Forse, Covid e problemi vari permettendo. Portare a termine la sesta stagione si è rivelato un percorso a ostacoli molto faticoso. Se ci penso, non so nemmeno io come siamo riusciti ad arrivare alla fine». Le difficoltà principali sono state, naturalmente, quelle legate alla pandemia. «Le prime puntate sono andate in onda mentre noi eravamo ancora sul set. Cosa sarebbe successo se qualcuno si fosse ammalato? Il Covid, purtroppo, non guarda in faccia a nessuno. E io lo so bene, visto che l’ho avuto insieme a mia figlia, per fortuna entrambe senza sintomi».
I fan di suor Angela, però, si aspettano di vederla di nuovo in tv... «Di solito alla terza stagione di una serie mollo. Stavolta, però, è diverso: non riesco a liberarmi di suor Angela! Vedremo cosa succederà. Intanto sono molto felice per questa stagione, secondo me la più bella di tutte».
I monologhi di suor Angela
Non siamo pronti
«Azzurra ha ragione. Ci sentiamo forti, pronti per affrontare il futuro… invece basta guardarsi un attimo indietro per ritrovarci smarriti. E scoprire che non siamo pronti, nemmeno un po’. Non siamo pronti perché pensiamo di non essere mai stati amati. Non siamo pronti perché non abbiamo ancora rimarginato le nostre ferite. Non siamo pronti, perché siamo più fragili di quello che pensiamo. Non siamo pronti, perché siamo accecati dalla rabbia o dal senso di colpa. Non siamo pronti, perché siamo confusi e presuntuosi, come me». (episodio 1)
Un tappo di sughero
«È vero. Ho fatto tanto e ho sbagliato. Ho detto ad Azzurra di fare di meno e pregare di più… e invece io ho voluto fare tutto da sola. È che noi ci agitiamo per trovare soluzioni. E ci rivolgiamo a Te solo perché Tu ci possa accontentare. Come vogliamo noi, quando vogliamo noi. Praticamente un dispensatore di cioccolatini. Hai presente un tappo di sughero che galleggia e lotta per non andare a fondo? Ecco, noi siamo come quel tappo. Resistiamo. E invece dovremmo abbandonarci completamente a Te, come vuoi Tu, quando vuoi Tu. E allora, Gesù, amore mio… adesso io mi abbandono a Te».(episodio 13)
Basta con le etichette!
«Fanno schifo le etichette. Servono solo a coprire le nostre paure. Sei cattivo? Tac! Io ti metto un bel cartellino con scritto “non toccare” e non ci penso più. Ma chi quel marchio lo porta sul collo, come fa? Come fa ad andare avanti? Chi indossa un’etichetta può cercare di dimostrare agli altri che si sbagliano. Chi indossa un’etichetta può cercare di riderci sopra, sperando che qualcuno finalmente veda nel suo cuore… Oppure può accettare che ci sia una parte di verità, provare a cambiare le cose che lo rendono infelice. Perché dare etichette ci rassicura, ma ci rende anche sciocchi. E per liberarcene, facciamo cose terribili. Ne hanno messe anche a Te. Ti hanno dato del pazzo, del beone, del bugiardo. Pensavano di marchiarti. E Tu che hai fatto? Hai taciuto. E tacendo hai rivelato la tua identità. Perché è questo che fanno i grandi come Te. Però una piccola etichetta ce l’ho anch’io, “Suor Angela: pazzamente innamorata di Gesù”. E però quella io ce l’ho sul cuore». (episodio 9)
Gioco di squadra
«La vita è un gioco di squadra. Basta guardare Te. Sei il miglior attaccante del mondo, ma ti sei preso 12 apostoli per fare gol, no? Ci hai creati per stare tutti insieme. Per allungare la mano all’amico che cade. Per cercare di superare i nostri limiti, anche quando questo è difficile, perché ammettere di aver bisogno degli altri non è facile. Significa ammettere le proprie debolezze. Significa guardarsi dentro. Per scoprire che davanti a noi c’è qualcuno con le nostre stesse paure. Qualcuno che come noi ha solo bisogno di amore. Perché sentirsi amati è l’unica medicina della nostra anima. Eh sì… La vita è un gioco di squadra. E Tu ci ricordi che è solo accogliendo l’altro che troveremo noi stessi. E troveremo Te». (episodio 6)
Ti starò accanto
Suor Angela: «Sai come reagì la Vergine Maria quando l’Angelo la chiamò alla sua vocazione di madre? Era turbata. Turbata, capisci? Sconvolta, scompigliata. Esattamente come siamo io e te. Però lei ha detto sì. Ascolta, tesoro, io non lo so se tu sei pronta, non so neanche se sono pronta io. Ma noi dobbiamo solo dire sì. E al resto… penserà Lui». Azzurra: «Io però ancora ho paura». Suor Angela: «Lo so. Anche mio padre non c’era quando ho avuto la vocazione e non c’è stato neanche dopo. Però io una cosa te la prometto: avrai accanto una madre. Io non so se questa sia la tua strada giusta, però lo scopriremo insieme». (episodio 1)
Ah, i tradimenti...
«Di chi ci possiamo fidare? Se anche chi amiamo di più ci delude? Se ci mette davanti a scelte impossibili. Se chi amiamo di più ci ferisce… Se chi amiamo di più ci inganna e ci tradisce. Anche Tu sei stato tradito da chi amavi. Quando sei stato arrestato nel momento più difficile della tua vita, i discepoli sono scappati… E Pietro, che era il tuo più caro amico, ha fatto finta di non conoscerti e ti ha rinnegato per tre volte. Anche Tu hai sofferto. Ma nonostante tutto, Tu hai messo proprio Pietro a capo della tua Chiesa. L’hai perdonato. Hai perdonato tutti. Ma io… io non sono come Te. Io non ce la faccio a essere come Te. Perciò Tu adesso devi crearmi di nuovo. E devi darmi un cuore umile». (episodio 18)
Sul set si sono potute ritrovare due grandi amiche: Elena Sofia Ricci e Francesca Chillemi. Per quanto riguarda la possibile messa in onda, al momento è prevista per la primavera
Ora è impegnata con le riprese della fiction sulla vita di Rita Levi Montalcini, ma Elena Sofia Ricci è già pronta a girare la sesta stagione della fiction di Raiuno