Claudio Gioè: «La baia di “Màkari” è un vero paradiso in Terra»

L’attore siciliano che interpreta il giornalista Saverio Lamanna ci svela perché i set della serie sono i suoi posti del cuore

Claudio Gioè
21 Febbraio 2022 alle 08:44

La fiction “Màkari” in questa seconda stagione si conferma un grande successo di pubblico, con oltre 5 milioni di telespettatori. Ormai ci siamo affezionati al suo protagonista, lo “sbirro di penna” Saverio Lamanna che indaga sui casi di cronaca nera nella provincia siciliana. Un personaggio dei romanzi di Gaetano Savatteri, che in televisione ha il volto di Claudio Gioè. «Mi sento molto a mio agio a interpretarlo» dice l’attore «perché ha molti tratti in comune con i palermitani della mia generazione. Per esempio, il citazionismo pop: è uno che spazia da Britney Spears a Leonardo Sciascia».

Il tratto di Saverio che più la diverte?
«Il suo fastidiosissimo sarcasmo. A me uno così non susciterebbe simpatia. Però è umano, uno di noi».

A volte gli dicono: «Sei un cretino».
«Ci sono situazioni in cui è messo alle strette e la sua corazza di superiorità inevitabilmente cede. Accade soprattutto nei sentimenti: quando la fidanzata Suleima (l’attrice Ester Pantano, ndr) lo smonta. E lo insulta. Nella terza puntata vedrete che le sue battute taglienti sono una protezione dal dolore che ha affrontato per la perdita della madre. E con cui sta facendo i conti».

Saverio ha già fatto i conti anche con le passate aspirazioni…
«Sì, nella seconda puntata: quando a un convegno anti-mafia una rampante giornalista, Angela (Cristina Marino, ndr), solletica il suo lato impegnato da ex cronista in prima linea».

Chi aveva in mente quando recitava in quell’episodio? Qual è il suo giornalista-scrittore siciliano di riferimento?
«Se devo pensare a uno della mia generazione dico Lirio Abbate, giornalista e saggista scrupoloso che apprezzo tantissimo. Ma i siciliani che hanno dato tanto al giornalismo, persino la vita, sono tanti: Mario Francese, Pippo Fava… Miti assoluti che per tempra etica non accosterei a Saverio Lamanna, anche se pure lui, nel profondo del cuore, li ha come punti di riferimento».

Saverio è strepitoso nelle dinamiche comiche con l’amico Peppe Piccionello.
«Con Domenico (l’attore Domenico Centamore, ndr) ci divertiamo molto».

Ma la magliette di Piccionello con le scritte come “Il trono di sarde” e “Kannolo addicted” sono in commercio? Lei le indosserebbe?
«Con le costumiste ci abbiamo scherzato su: le metterei eccome! Sono iconiche e funzionerebbero come merchandising della serie».

Saverio è un uomo tormentato dalla gelosia. Lei in amore è possessivo?
«Sono geloso, sì. Come tutti i figli non unici, perché ho una sorella più piccola. La gelosia è un’insicurezza che si incista, lo capisci con la maturità. E la tieni a bada».

Scenate ne ha mai fatte?
«Mi è capitato. Ma non è una cosa di cui vado fiero».

Come Saverio, anche lei è tornato in Sicilia dopo aver vissuto a Roma.
«Per 27 anni, sì: avevo lasciato a Palermo pezzi della mia storia, gli affetti, la famiglia. Sono zio di due nipotini che ora posso viziare. Sono tornato a Palermo per ritrovare il Sud della mia anima».

Le mancava pure il cibo?
«A Roma andavo al mercato a cercare i “tenerumi” (le foglie delle zucchine lunghe, ndr) che ovunque, tranne a Palermo, vengono buttati. Mentre noi ci facciamo una minestra con la pasta buonissima, un piatto familiare».

Chissà che nostalgia...Quali sono i suoi ricordi più belli di ragazzo?
«Molti sono legati alle ambientazioni di “Màkari”, nel Trapanese: San Vito Lo Capo, Castellammare del Golfo, la Riserva naturale dello Zingaro, la Tonnara di Scopello, le cave di marmo di Custonaci. Da ragazzo, nelle mie estati spensierate coi compagni di liceo, quei posti erano un paradiso esotico, l’avventura, a un tiro di schioppo da Palermo».

Nella seconda stagione avete girato anche nei dintorni di Agrigento: abbiamo visto la Valle dei Templi, la Scala dei Turchi e Favara, dove c’è la galleria d’arte “Farm Cultural Park”. C’è un posto “suo”, che consiglierebbe a un turista?
«La riserva naturale del Wwf di Torre Salsa, poco battuta. Mi è capitato di starci a lungo durante le riprese, a luglio: otto chilometri di spiaggia pressoché deserta, con le falesie come a Scala dei Turchi, a picco su un mare praticamente africano. Un luogo meraviglioso».

Saverio, da giornalista navigato, dice: «Più sono stupide le domande, più è facile dare risposte intelligenti». Posso farle tre domande stupidissime?
«Proviamo (ride)».

Vorrebbe essere rapito dagli alieni?
«Preferirei tenermi la curiosità, guardarli a distanza».

Quale canzone dell’ultimo Festival di Sanremo sceglierebbe come colonna sonora della sua vita?
«“Ciao ciao” cantata da La Rappresentante di Lista. Un monito per tutti noi, prima che l’apocalisse ci travolga».

Che sorpresa le piacerebbe trovare nell’uovo di Pasqua?
«Un nuovo spettacolo teatrale da portare in giro in tutta Italia, al momento non ho impegni televisivi».

Ma “Màkari 3” si farà?
«Bisogna chiederlo alla casa di produzione Palomar e alla Rai… So che Gaetano Savatteri sta scrivendo altri soggetti. Certo, sarebbe una gioia e sarebbe anche comodo, perché il set è vicino a casa mia. Io e Piccionello siamo pronti».

Seguici