Daniel Sharman è Lorenzo de’ Medici: «Magnifico io? Sì, ma a giocare a calcio»

L'attore inglese è il protagonista nella nuova stagione della serie di Raiuno sulla grande famiglia fiorentina che ha per sottotitolo “Nel nome della famiglia”, in onda dal 2 dicembre per quattro prime serate

Daniel Sharman ha recitato il suo primo “Macbeth” a teatro a 10 anni. Dopo “I Medici”, lo vedremo nella serie fantasy “Cursed” su Netflix  Credit: © Fabio Lovino
28 Novembre 2019 alle 11:54

Inglese, vive a Los Angeles, ma in Toscana ha lasciato un pezzo di cuore. Daniel Sharman è il protagonista della serie tv “I Medici”, coprodotta da Lux Vide con Rai Fiction, Big Light Productions e Altice Group. L’attore londinese è entrato nel cast nella seconda stagione nei panni di Lorenzo il Magnifico e lo ritroviamo ora nella terza, che ha per sottotitolo “Nel nome della famiglia”, in onda dal 2 dicembre su Raiuno per quattro prime serate.

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Mister Sharman, ci anticipi qualcosa. Quali nuove sfide affronterà il “suo” Lorenzo de’ Medici?
«La seconda stagione si è chiusa con la congiura dei Pazzi, in cui il fratello di Lorenzo, Giuliano, viene assassinato nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Adesso la storia prosegue con Lorenzo che è disposto a tutto pur di difendere la sua famiglia dai nemici. Vivrà un periodo di crescita e di prosperità, sarà più maturo, anche d’età. Vedrete come costruisce il suo rapporto con la moglie Clarice (l’attrice scozzese Synnøve Karlsen, ndr) e i figli. La terza stagione tratteggia l’ascesa e la caduta di una figura storica per Firenze, un uomo saggio, un mito».

Le sarebbe piaciuto essere un po’ come lui?
«Chi non avrebbe voluto avere il suo potere, la sua cultura? Ma è vero anche che interpretandolo mi sono concentrato soprattutto sugli aspetti più umani. Mi interessava la sua ambizione. Volevo far capire che nella luce della gloria c’è sempre un lato oscuro. Di Lorenzo io apprezzo soprattutto il mecenatismo, il fatto che abbia dato risalto ad artisti straordinari che hanno regalato tante opere d’arte al mondo. Anch’io, nel mio piccolo, dipingo quadri a olio».

In quale stile?
«Rinascimentale! Amo Botticelli e da bambino copiavo da un libro il David di Michelangelo nei miei disegni».

Ha iniziato a recitare a 9 anni a teatro nella Royal Shakespeare Company: all’epoca era già preparato sul Rinascimento?
«No, a parte l’arte non ne sapevo molto. Ho dovuto studiare per il ruolo, ho passato diverse settimane da solo in Toscana con una brava guida, ho parlato con alcuni professori universitari a Firenze e mi sono letto una biografia di Lorenzo de’ Medici di centinaia di pagine durante un viaggio in Uganda».

Fra tutti i posti dove ha girato “I Medici”, quale le è piaciuto di più?
«Volterra. Lì i Medici per ragioni storiche avevano una cattiva reputazione, dato che la dominazione fiorentina si faceva sentire ed era molto pressante. Ma io ho trovato tanto affetto, gente molto generosa e paesaggi splendidi. Non la dimenticherò mai».

Tra una cosa e l’altra, ha frequentato per due anni il nostro Paese. Ha imparato un po’ di italiano?
«Il mio italiano è terribile. Però voi vi fate capire sempre, anche solo dai gesti: è una cosa che amo degli italiani».

Oltre a recitare, in che cos’altro lei è “Magnifico” come Lorenzo?
«Me la cavo abbastanza bene a giocare a calcio. E sono un grande tifoso dell’Arsenal. Mi piacciono anche lo sci e gli sport invernali. Ultimamente, per motivi di lavoro, ho imparato ad andare discretamente a cavallo e a tirare di spada, come si è visto nella fiction».

Possono tornare utili?
«Andare a cavallo fuori dal set non mi dispiacerebbe. Ma le occasioni di impugnare la spada nel XXI secolo fortunatamente sono rare (ride)».

I suoi gusti musicali?
«Mi piace il pop italiano. Ho una collezione di dischi di Lucio Dalla, lo adoro. E ascolto anche Laura Pausini».

Che cosa guarda in tv?
«Soprattutto serie. Sono impazzito per “The young Pope”, è girata benissimo. Paolo Sorrentino è un genio».

Le ragazze si innamorano di lei. Anche le giovanissime, fan di lupi mannari e supereroi, che l’hanno vista nella serie “Teen wolf” e nel film “Immortals”. Possiamo dare loro una speranza? È single?
«Su amore e vita privata preferirei mantenere il mistero...».

A proposito, ora l’aspetta un altro ruolo “misterioso”.
«Sì, sarò il “weeping monk”, il monaco piangente, di “Cursed”, una produzione Netflix tratta da un romanzo illustrato da Frank Miller e scritto da Tom Wheeler, che hanno creato insieme la serie. La storia è legata al ciclo di leggende di Re Artù e racconta di una ragazza che diventerà la Dama del Lago. Ha dei tratti molto oscuri, un lavoro molto interessante. Uscirà tra maggio e giugno del prossimo anno e sono convinto che vi piacerà».

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