È il professore della nuova fiction di Canale 5 e ci racconta «Tra tutti gli Immaturi scelgo...»
«Grazie al cielo avevo un certo ascendente sulla prima della classe. Così, il giorno dell’esame di maturità, mi sono fatto spiegare il sesto canto del Paradiso e l’ho ripetuto uguale uguale. Tutti stupiti! Applausi! Ma già alla seconda domanda facevo scena muta». Daniele Liotti confessa di non essere stato uno studente modello al liceo, anche se «durante le interrogazioni mi piaceva improvvisare. Insomma ero già un attore». A maggior ragione si dice entusiasta di interpretare addirittura un docente in «Immaturi».
Daniele, che tipo è questo professore?
«Intanto, poverino, si deve accontentare del ruolo di supplente. E non è molto più maturo dei suoi studenti. Ha una doppia vita: fuori dalle aule è un giocatore compulsivo di poker. Insegna matematica e si illude di usare le sue conoscenze per vincere un sacco di soldi. Invece non fa che perderli e questo lo mette nei guai con la famiglia, con gli amici, con tutti. Lui lo sa e vuole riscattarsi, ma tra il dire e il fare... Insomma è un personaggio che ha anche un affascinante lato drammatico. A me fa molta tenerezza».
Visto che interpreta un professore, ci dà un giudizio dei suoi colleghi «immaturi», cioè dei sei ultraquarantenni che si ritrova in classe?
«Ma lei mi vuol mettere nei guai! Dunque vediamo... Paolo Kessisoglu è il più maturo, un “ragazzo” posato, riflessivo, a tratti nostalgico. Farà strada. Luca Bizzarri è molto creativo, ma non sempre mette a frutto la sua inventiva. Irene Ferri è complessa, se si applica può fare grandi cose, ma a volte è vittima dei suoi troppi dubbi. Ricky Memphis è un vero secchione, intelligente, gran lavoratore, malgrado si possa pensare il contrario per la sua aria sempre rilassata. Sabrina Impacciatore avrebbe bisogno di due banchi tutti per lei, da quanto è eccentrica ed esuberante. E Nicole Grimaudo! Simpatica, scoppiettante, intelligente, un grandissimo talento. Sia chiaro che sto parlando dei personaggi e non dei colleghi, eh» (ride).
Sì, sì... affiora un certo debole per Nicole Grimaudo o sbaglio?
«E certo, perché tra i nostri due personaggi nascerà del tenero. Prima ancora, a dire il vero, c’è un grande equivoco. Infatti lui la vede uscire da una riunione degli Alcolisti anonimi e si convince che lei sia dipendente dall’alcool. Ma la dipendenza della sua “alunna” è un’altra: quella dal sesso. Insomma, entrambi hanno grossi problemi di autocontrollo, e questo li rende interessanti l’uno per l’altra. Naturalmente, anche se affrontiamo delle vere e proprie malattie, il taglio con cui si raccontano questi disturbi sarà soprattutto quello della commedia e dell’ironia».
Ma lei ci si vede come professore, nella vita reale?
«Dovessi farlo, mi piacerebbe essere uno di quei professori che familiarizzano con gli studenti, quelli che chiacchierano di tutto e non alzano barriere. Ma non ci ho mai pensato seriamente, perché la passione per la recitazione è sempre stata più forte di tutto. E poi perché a scuola ero un disastro. Quello che posso dire è che ho molto amato questo ruolo, anche perché è completamente diverso dagli ultimi due che ho interpretato. In “Squadra mobile” sono un concentrato di crudeltà e perfidia, in “Un passo dal cielo” sono un eroe del bene. Questo prof non è né l’uno né l’altro, è un uomo tormentato e pieno di difetti, ma che lotta per migliorarsi. È stato come aggiungere un abito nuovo di zecca nel mio guardaroba di attore».
A proposito di «Un passo dal cielo», si sta preparando per la nuova serie?
«Sì, cominceremo a girarla a maggio e io non vedo l’ora di tornare sulle Dolomiti. Quelle montagne mi hanno stregato. Ma prima spero che vedrete anche “Duisburg”, la serie che ho appena finito di girare per Raiuno. Racconta la vera storia della strage scatenata da due cosche della ’ndrangheta nel 2007 in Germania. Ho parlato con il poliziotto italiano che si occupò del caso, anche se non ne posso fare il nome. Una storia che mi ha colpito e che spero vi piacerà».
**Genovese e memphis: l’autore e l’attore in redazione da noi**
Sono venuti a trovarci in redazione per raccontarci tutti i segreti di «Immaturi - La serie» (trovate l’intervista video sulla nostra pagina Facebook e sul sito Sorrisi.com). E così abbiamo scoperto come Paolo Genovese, regista dei due film «Immaturi» e «Immaturi - Il viaggio» nonché ideatore della serie tv, ha avuto l’idea alla base di tutto. «Quello di dover rifare l’esame di maturità era il mio incubo ricorrente. Poi ho scoperto che molte altre persone facevano questo sogno. E allora mi sono detto: perché non girarci un film? Il bello è che è stato terapeutico. Da allora, niente più incubi!». Ricky Memphis invece ci ha raccontato come «a differenza del mio personaggio, Lorenzo, io sono andato via di casa presto e mi sono sempre preso le mie responsabilità. Da questo punto di vista mi sento maturo. Però dentro di me mi sento ancora un bambino... E poi adesso devo maturare come genitore. Insomma non si finisce mai».