Doppio Terence Hill, tra chiesa e montagna

Su Rai1 sono tornate le repliche di «Don Matteo» e «Un passo dal cielo». Il protagonista ci svela i segreti dei due personaggi

Terence Hill nella "doppia versione" Don Matteo / Pietro Thiene
28 Luglio 2017 alle 17:53

Su Rai1 stanno andando in onda le repliche delle precedenti stagioni. A Spoleto si stanno invece girando gli episodi dell’edizione numero 11. L’avrete già capito, stiamo parlando di «Don Matteo». Il set rimarrà aperto fino a gennaio, e dopo cinque stagioni Giulio Tommasi (Simone Montedoro) lascerà l’Arma. Al suo posto, nei panni del superiore del maresciallo Cecchini (Nino Frassica) arriverà il capitano Anna Olivieri, interpretata da Maria Chiara Giannetta, già notata in «Che Dio ci aiuti 4» nei panni di Asia.

Cambio della guardia anche per il Pubblico ministero: Dario Cassini, che nella passata stagione era Gualtiero Ferri, lascia il posto a Maurizio Lastrico, che interpreterà il magistrato Marco Nardi. In un episodio, protagonista di puntata sarà Romina Carrisi.

Il prossimo anno, invece, in Val Pusteria è attesa la troupe di «Un passo dal cielo» per girare gli episodi della quinta stagione, attualmente in fase di scrittura. Fino alla terza stagione, protagonista della fiction era, anche in questo caso, Terence Hill, che ha lasciato il posto di guardia forestale a Daniele Liotti. Ed è lo stesso Terence a svelarci tutti i segreti dei suoi due personaggi amatissimi dal pubblico: don Matteo e Pietro Thiene.

Nulla di personale

«Di don Matteo non sappiamo nulla di personale, nemmeno il cognome. Il nome che gli sceneggiatori avevano scelto inizialmente era don Teodoro. Chiesi loro di cambiarlo perché mi sembrava troppo tradizionale».

Prete di campagna

«C’è stata in passato l’idea di far fare carriera a don Matteo e farlo diventare monsignore o vescovo. Ho preferito evitare, lui piace proprio perché è semplice. Un sergente è sempre più simpatico di un generale!».

Hai voluto la bici...

«Come mezzo di trasporto per don Matteo avevo scelto una moto Guzzi, ma il regista Enrico Oldoini suggerì la bicicletta per renderlo più ecologico e, dunque, simpatico».

Tu non (ti) cambi mai

«La tonaca è sempre la stessa fin dalla prima puntata. Se si vede che è usata e consumata, meglio, così don Matteo risulta più credibile».

In confessionale

«Mi è capitato di essere fermato per strada da qualche persona che voleva confessarsi con don Matteo».

Stasera mi butto

«Prima di indossare i panni di don Matteo stavo lavorando a una serie su un prete paracadutista, ma poi il progetto non andò in porto».

Siamo a cavallo

«Originariamente Pietro Thiene si sarebbe dovuto muovere su un fuoristrada. Sono stato io a chiedere di sostituire l’auto con il cavallo».

Lo spirito giusto

«Molte persone mi hanno fermato per strada per dirmi che, in alcuni momenti, Pietro sembra persino più spirituale di don Matteo».

Il mio nome è Nessuno

«In Pietro, più che un personaggio alla “Trinità”, quello del film “Lo chiamavano Trinità...”, vedo qualcosa del cowboy di un’altra mia pellicola, “Il mio nome è Nessuno”».

Come l’eroe dei film western

«Pietro è uno di quei personaggi che sognavo da piccolo: un eroe epico e solitario. Sono i personaggi che mi piace interpretare fin da quando facevo i film western. Mio padre, poi, è stato un pioniere della montagna, mi descriveva le Tre Cime di Lavaredo e la Val Pusteria. Quando sono arrivato in Alto Adige per girare “Un passo dal cielo” mi sono sentito a casa».

C’è del buono

«Io scelgo sempre ruoli positivi come quello di Pietro. Ho fatto il cattivo solo una volta, quando ho vestito i panni del bandito Graziano Mesina».

Bel tenebroso

«Pietro è riflessivo e di poche parole, ma sa ascoltare le persone. Ha perso la moglie durante una scalata fatta insieme e non riesce a liberarsi dal senso di colpa. Per questo ama la solitudine».

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