Elisabetta Pellini, la protagonista di «Colpi di Cuore»

Abbiamo incontrato l'attrice che interpreta Consuelo nella fiction più amata dalle «Sirene» di Rai1 e che tra non molto vedremo anche in «Scomparsa»

2 Novembre 2017 alle 13:03

«Riso venere con caponatina di verdure» o «Rigatoni, zucca affumicata e cannella»? «Non so…». Acqua liscia oppure gassata? «Non so…». Dolce o solo caffè? «Non so…». Un pranzo con Elisabetta Pellini diventa una divertente presa in giro del personaggio di Consuelo, che lei interpreta nella surreale telenovela «Colpi di cuore» (anzi, per l’esattezza «Tiros de corazon»), in onda all’interno della fiction «Sirene». Le protagoniste della serie di Raiuno sono delle appassionate fan di questa telenovela, scritta e diretta appositamente, da Ivan Cotroneo.

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Elisabetta, lei è l’indecisa Consuelo, la protagonista di «Colpi di cuore»…
«Ivan Cotroneo mi ha chiamato da Los Angeles e mi ha detto: “Ho in mente una telenovela fatta di “pillole”, otto episodi da 4 minuti l’uno, che andrà all’interno della serie “Sirene”. Finisco di scriverla in aereo nel viaggio di ritorno a Roma e mi piacerebbe che fossi tu ad interpretare Consuelo”. Io l’ho letta e mi è piaciuta immediatamente».

Com’è Consuelo?
«Non so…(ride). La storia è ambientata nella Pampa, che ovviamente non si vede mai. Consuelo è contesa tra i due cugini Hernandez Juan (Luciano Scarpa) e Rodrigo (Thomas Trabacchi) ed è sempre indecisa. In realtà si nasconde dietro ai suoi “non so…” ma le idee le ha chiare».

Le sue giornate, dai tempi lunghissimi, trascorrono tra ricami, sospiri, dichiarazioni d’amore dei due pretendenti e gli immancabili «non so…»
«Eppure è stato un divertimento. Abbiamo girato tutti gli episodi in un solo giorno, agli Studios di Roma. E poi io il ricamo lo so fare davvero. E pure l’uncinetto, lavorare a maglia…».

È una donna d’altri tempi…
«Le scuole medie l’ho fatte dalle suore, in un collegio femminile. Ero interna, quindi dormivo lì e durante il pomeriggio c’erano le materie tecniche e artistiche, quelle nelle quali andavo meglio fra l’altro. Realizzavamo bambole di stoffa con il viso in gesso, facevamo ceramica, pittura, teatro. Lì ho conosciuto ragazze che sono le mie amiche ancora oggi. Una di loro sarà la mia testimone di nozze tra poco».

È innamorata?
«“Non so…”. Scherzo (ride). A questa domanda rispondo decisamente sì. E lo ripeterò in modo ufficiale al mio matrimonio tra qualche settimana. Ma non dico altro altrimenti i cugini Hernandez potrebbero ingelosirsi…».

Torniamo alla sua passione per le materie artistiche: c’entra qualcosa il Dna, visto che suo padre era un regista di documentari e il fratello di suo nonno lo scultore Eugenio Pellini, uno dei fondatori del movimento artistico della Scapigliatura?
«Chissà. Forse sì. Amo dipingere, realizzo falsi d’autore sul retro delle pagine delle sceneggiature di fiction che ho interpretato: non amo sprecare la carta e mi piace l’idea che dietro ai fogli di “Provaci ancora Prof!” o di “Le tre rose di Eva” o di “Sorelle” ci possa essere una copia di un quadro di Frida Kahlo o di Dalì…».

E allora quando ha deciso di fare l’attrice?
«Da bambina al saggio di danza classica, che ho studiato dai 5 ai 12 anni. Mi piaceva già l’idea che per raggiungere il risultato del saggio, e indossare finalmente il bellissimo tutù, ci fossero prima mesi di sacrificio, di studio, di prove, di fatica. E poi mi affascinava il profumo del palcoscenico, le assi che scricchiolavano: lì ho pensato che da grande avrei voluto recitare».

Se si guarda indietro quali sono i momenti più importanti della sua carriera?
«Ho cominciato con i concorsi di bellezza, poi ho fatto la modella, poi nel 1998 il provino per “Tira e molla”: Corrado mi scelse per condurre con Giampiero Ingrassia. Disse che cercava una ragazza col viso pulito, una ragazza della porta accanto. Poi l’incontro con Gigi Proietti in “Il maresciallo Rocca”: gli chiesi “mi fanno sempre fare la milanese: mi consigli un insegnante per studiare recitazione e togliermi questa inflessione?” Lui mi indirizzò da una bravissima insegnante con cui ho studiato a lungo. E poi ho lavorato con Salvatores, con Ozpetek…grandissimi maestri».

La vedremo presto anche in una nuova fiction di Raiuno.
«Sì. In “Scomparsa” con Vanessa Incontrada e Giuseppe Zeno. Interpreto Annalisa, la ex moglie di Zeno, con cui ha un figlio. Una donna fragile, depressa. Un bellissimo ruolo. Sarò anche al cinema con “Stato d’ebbrezza”, un film di Luca Biglione che racconta la storia vera di una cabarettista Maria Rossi, interpretata da Francesca Inaudi. Lì sono una donna malata, che cerca di superare una problema psicologico. E poi, dopo aver diretto il corto “La signora M”, ho scritto la sceneggiatura di un film ad episodi che si chiama “#selfiemania sulle morti causate da selfie».

Sceglie sempre temi tosti…
«Sì. Ma ora sogno un ruolo comico, adoro la commedia. Quella è la vera sfida. Mariangela Melato mi diceva: è più facile far piangere che far ridere le persone. Per la commedia ci vogliono tecnica e tanto studio».

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