Francesca Chillemi: «Con Azzurra non ci si annoia mai»

L'attrice ci parla del suo personaggio che in "Che Dio ci aiuti" sta per prendere i voti

Francesca Chillemi
21 Gennaio 2021 alle 09:08

Chi lo avrebbe mai detto che Azzurra avrebbe appeso al chiodo la sua borsa Chanel? Eppure è successo. In questa sesta stagione di “Che Dio ci aiuti”, il personaggio interpretato da Francesca Chillemi ha deciso di diventare novizia.

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Francesca, come mai questa conversione?
«Doveva succedere qualcosa di nuovo al personaggio, se no cosa raccontavamo? Ci sta nel suo percorso, anche per quello che ha passato come donna. Ha affrontato cose difficili da accettare. La sua conversione è un modo per dedicarsi agli altri e non solo a se stessa».

Abbiamo visto che ogni tanto Azzurra ha qualche difficoltà a dire addio agli abiti alla moda.
«Si converte, ma per un po’ rimane legata al passato. Poi però ci sarà un momento eclatante in cui si renderà conto che le cose materiali non le interessano più».

Cosa le peserà di più?
«Dover mettere gli abiti da novizia, ma fin da subito è convinta della scelta che ha fatto. È un percorso ponderato. Non lo ha intrapreso con superficialità».

Per la prima volta indossi l’abito da novizia. Che effetto ti ha fatto?
«Per la prima volta su un set sono comoda. Non devo più fare cinque cambi di abito al giorno durante le riprese. Certo, mi ha fatto effetto vedermi vestita così, ma è lavoro. Pazienza se ho perso un po’ della mia femminilità».¶

Nella serie cerchi di aiutare Penny, una bimba rimasta orfana. Il fatto di essere mamma di Rania (4 anni) ti ha dato maggiore sensibilità per interpretare certi ruoli?
«Sono sei stagioni che Azzurra ha a che fare con i bimbi, se ne è sempre occupata: prima con Davide, poi con Emma e adesso con Penny. Anche se sono diventata mamma non è cambiato il mio modo di approcciarmi con loro, mi sono sempre piaciuti i bambini».

Cosa ami di questo personaggio?
«Il calore che ricevo dalla gente. E poi mi diverte, è fuori dal comune, sopra le righe e dice sempre quello che pensa. Azzurra dice quello che la gente vorrebbe esprimere ma non osa».

Tu nella vita hai mai fatto un cambiamento così radicale?
«Di look sì, soprattutto legato ai capelli. Ma solo perché volevo fare qualcosa di diverso, non era un gesto per forza legato a qualcosa della mia vita o alla parte emotiva. Affronto i cambiamenti in modo tranquillo e mi piace cambiare, anche perché non si tratta di cose definitive».

Però tre anni fa tu e la tua famiglia vi siete trasferiti a New York.
«Sì, ma sapevamo che prima o poi saremmo tornati. Ed è accaduto lo scorso gennaio, quando il mio compagno è tornato a lavorare in Italia».

Hai mai pensato di abbandonare Azzurra? La interpreti fin dalla prima stagione, nel 2011…
«Fino a oggi no, hanno sempre inventato qualcosa di diverso per cambiare la struttura del personaggio. E poi ci sono sempre storie nuove che ruotano attorno a lei. Inoltre se penso a quello che ha provocato questo periodo, alle persone che perdono il lavoro e sono preoccupate per il loro futuro, ringrazio il cielo di avere un mestiere che mi permette di andare avanti, anche se è stato complicato girare rispettando le regole di sicurezza, non potersi abbracciare, stare a distanza, vedere tutti con le mascherine. La parte più difficile è stata la responsabilità verso la troupe, perché se mi ammalavo si fermava tutto, quindi ho frequentato solo poche persone e fidate».

Senti che questo ultimo anno ti ha cambiata?
«Mi sento “rotta”. Qualcosa dentro di me è mutato, non so se in meglio o in peggio, non so se ho meno o più pazienza ma qualcosa è successo, anche se è ancora presto per dirlo. Tutti si augurano il meglio, ma ti guardi intorno e non sempre è così. Ci siamo sentiti deboli e fragili, ci siamo resi conto che non siamo onnipotenti, che c’è qualcosa di più forte dell’uomo e ce lo ha dimostrato. Mi viene voglia di pensare più a sopravvivere che a strafare. Non so come ne uscirò. L’inconscio si deve riattivare, tutto deve sedimentare ed elaborare quello che sta succedendo».

Cosa vuoi chiedere a quest’anno nuovo?
«C’è un detto ebraico che recita: “Se fai dei progetti, Dio ti ride in faccia”. Inoltre non ne parlo mai per scaramanzia. Mi auguro che le cose vadano bene, di avere un trattamento positivo da parte della vita, come lo auguro a tutte le persone».

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