Dal 31 marzo Gabriel Garko è per l’ultima volta protagonista di «L’onore e il rispetto»
L’attesa è finita. Dal 31 marzo su Canale 5 andrà in onda la quinta stagione di «L’onore e il rispetto - Ultimo capitolo». Metterà la parola fine alle avventure di Tonio Fortebracci, interpretato da Gabriel Garko. Vedremo otto puntate ricche di colpi di scena e il finale sarà memorabile. Anche se dalle prime immagini in circolazione il nostro eroe non sembra in gran forma: emaciato, barba e capelli lunghi, lacero. Nella scorsa stagione lo avevamo lasciato mezzo morto in seguito alla sparatoria in cui aveva perso tutta la sua famiglia. Cosa gli è capitato in questi due anni? «La storia inizia in maniera diversa dal solito» ci spiega Gabriel. «Siamo abituati a vedere Tonio come un uomo vincente e combattivo, qui invece ha un aspetto insolito, più da vittima. Una ragione in più per guardare la fiction e capire che cosa gli è successo…».
Non anticipiamo nulla, allora. Ma ci dica, come si vede il mondo da sotto una parrucca e una barba così ingombranti?
«Sotto quella montagna di capelli e con quella barba fastidiosissima non mi sentivo a mio agio. Ho girato quelle scene in estate. E con il caldo che faceva, stare tutto il giorno conciato così, con gli abiti sporchi, senza potermi cambiare neppure per mangiare… Diciamo che sono state giornate da incubo. In compenso il caldo mi ha aiutato ad avere un aspetto ancora più disperato».
È vero che si sottoponeva a estenuanti sedute di trucco per avere quell’aspetto?
«Ci volevano circa due ore e mezza per prepararmi. La barba era in parte posticcia e in parte attaccata al viso un pelo alla volta. Ho recitato così per circa una settimana, ma il peggio era quando dovevo girare senza vestiti. Avendo diversi tatuaggi dovevano coprirli, quindi le ore al trucco aumentavano. E così anche la mia insofferenza, come sa bene la mia truccatrice…».
Alla fine questa immagine da «Conte di Montecristo» le è piaciuta?
«Mi piaceva molto questo look, ma a farlo mio nella vita non ci ho mai fatto neanche un pensierino».
E magari proprio come il Conte di Montecristo nelle nuove puntate si vendicherà di tutto e di tutti…
«La storia era iniziata così. Nella prima stagione uccidevano i miei genitori e io andavo alla ricerca dei loro assassini. Poi sono diventato “il padrino”. E adesso, nelle nuove puntate, dovrò in qualche modo riscoprire tutto quello che è successo nella mia vita. Ma non mi definirei un vendicatore, piuttosto una persona che vuole fare giustizia in un modo diverso dal solito».
Se per un giorno potesse vendicarsi come Tonio, contro chi o che cosa si sfogherebbe?
«Non datemi questa possibilità, potrei commettere una strage!».
Parliamo di cose più allegre, allora. Tra una vendetta e l’altra Tonio troverà il tempo per l’amore?
«Sì, ma per quanto cerchi di trovarlo, c’è sempre un velo di malinconia in lui. Lo definirei un “vedovo nero”, perché tutte le donne che stanno con Tonio alla fine vengono ammazzate. Non raggiunge mai la felicità assoluta. Non puoi essere felice quando muore la persona che ami».
Tra le donne che subiranno il suo fascino nella fiction c’è Chantal, interpretata da un mito del cinema come Bo Derek.
«Per la prima volta nella mia carriera, e quindi in quasi 30 anni, mi sono sentito in imbarazzo. Bo era il mio mito quando ero piccolo. Ho visto tutti i suoi film, da “Tarzan” a “10”. Così, quando per girare una scena me la sono trovata a letto e dovevo baciarla, mi sono bloccato per l’emozione. Lei è ancora affascinante e bellissima. Una persona molto carina, professionale ma alla mano. Sul set ho conosciuto anche il marito, simpaticissimo, e ci siamo fatti delle gran risate».
Sa che avete in comune l’amore per i cavalli e che la Derek ha detto che ciò che conta nella vita l’ha imparato da questi animali?
«Non ha tutti i torti. Qualcuno ha definito i cavalli lo specchio dell’anima, perché quando ti avvicini a loro ti ridanno quello che sei in quel momento. Se sei arrabbiato lo sono anche loro, e così se sei calmo lo diventano pure loro. Da un cavallo impari a conoscere te stesso e a migliorarti. Sono animali delicati e misteriosi, tant’è che ne ho diversi, oltre a un mulo, cinque cani di cui due trovatelli, e quattro gatti».
Questa sarà l’ultima stagione di «L’onore e il rispetto». Le dispiace non interpretare più Tonio?
«L’ho amato tantissimo, ma a un certo punte deve esserci una fine, altrimenti si perde entusiasmo e si cade nella routine. Mentre io ho scelto questo mestiere perché mi piace cambiare. Comunque il finale sarà molto bello, vedrete».
Quanto ha contato nella sua carriera questo personaggio?
«Tanto. Mi ha consentito di lavorare con una marea di attori importanti. Sono cresciuto come professionista e grazie a Tonio mi sono fatto conoscere in modo esponenziale anche all’estero: Sudamerica, Canada, Georgia, Russia, tutta l’Europa dell’est, il Giappone. Mi diverto molto quando mi arrivano le mail in giapponese, in arabo, in cirillico. E spesso, quando sono in Italia, capita che turisti stranieri mi riconoscano e mi chiedano l’autografo».
Rispetto alla prima stagione, andata in onda nel 2006, lei come è cambiato?
«Tanto, come tutti. Si matura. Ma allo stesso tempo poco. Nonostante gli anni passino, io non me ne rendo conto perché non ho figli. Sono ancora più introverso di prima. Anche se poi la gente che mi sta intorno e mi conosce bene dice che non sono cambiato, e che mi comporto come se non fossi famoso».
Per finire guardiamo al futuro. Quali progetti ha in cantiere?
«Il prossimo mese inizierò a girare un film in inglese, infatti in questi giorni sto studiando con un ‘‘dialog coach’’ per imparare a dialogare in lingua. Si tratta di un progetto di cui non posso svelare ancora niente, se non che d’ora in poi girerò quasi sempre in inglese».