Giampaolo Morelli: «L’ispettore Coliandro non ha dei fan, ma degli ultras!»

L'attore torna con quattro nuovi film tv nel ruolo del poliziotto scorretto e simpatico creato dallo scrittore Carlo Lucarelli

Giampaolo Morelli è Coliandro
8 Novembre 2018 alle 17:53

Confessa Giampaolo Morelli, che di Coliandro è il volto e l’anima dal lontano 2006: «Ogni volta che torno sul set, dopo mesi, magari dopo anni, mi chiedo: “Ora come lo farò?”. Poi metto la giacca di pelle, inforco i Ray-Ban e magicamente tutto viene da sé». Così anche stavolta Coliandro è… venuto con quattro nuovi film tv (in onda dal 14 novembre) e per la gioia di moltissimi fan, per i quali è diventato un’icona, anzi un culto. Alla settima stagione, Carlo Lucarelli, lo scrittore che ha inventato e sceneggiato il personaggio, assicura che sarà «un Coliandro sempre più Coliandro».

Morelli, ci spiega come si può essere «sempre più Coliandro»?
«Diciamo che Coliandro resta sempre Coliandro, ma in questa nuova stagione si trova in situazioni sempre più incredibili e paradossali: si ritrova a collaborare con un affiliato della mafia giapponese o dentro una “caccia al nero” che si trasforma in una “caccia a Coliandro”».

E lei, Morelli, è «sempre più Coliandro»?
«Mi auguro di no. Non so se sia un complimento o un’offesa. All’inizio Carlo Lucarelli disse: “Morelli è perfetto per il mio Coliandro” e anche lì non sapevo se dovevo essere contento. Evidentemente tiro fuori qualcosa che mi appartiene».

Cosa fa Coliandro «ancora di più» rispetto a una volta?
«Nelle nuove puntate c’è una forte componente di azione, che per me è sempre rapportata a una certa fatica fisica. All’inizio della serie avevo 28 anni, ora ne ho 43. Mentre Coliandro diventa sempre più rocambolesco, io sto pure invecchiando. La fatica aumenta, ma aumentano pure gli anni!».

Cosa non farebbe mai Coliandro?
«Non farebbe mai il disonesto, è un poliziotto profondamente onesto, è figlio di un poliziotto, ci crede veramente. E non tratterebbe mai male una donna. Ogni volta che va a letto con una donna si chiede: “Sarà questa la volta che mi innamoro?”. Desidera sempre una storia d’amore, poi finisce da solo sul divano a mangiare una pizza surgelata».

In effetti in ogni puntata oltre a un caso da risolvere c’è sempre un’avventura sentimentale per Coliandro.
«Coliandro si trova sempre “a filo” con il pericolo e con l’attrazione fisica. Questo mix di cose fa scoccare la scintilla con le donne, la passione si infiamma e poi purtroppo la fiamma si spegne e quando torna la normalità le donne si chiedono: “Cosa sto facendo con questo qui?”».

Quali sono le tecniche amorose di Coliandro?
«Coliandro è molto protettivo, le ragazze all’inizio lo vedono come un mezzo deficiente, ma lui è un uomo profondamente protettivo e questo piace».

Un tempo era l’ispettore più sexy della tv. Poi sono arrivati Marco Giallini, Alessandro Gassmann...
«Sexy? Coliandro è semmai il più imbranato. Se “rimorchia” lo fa suo malgrado. A volte gli va pure male, non è che in tutti i film riesce ad andare a segno, anche se sono sempre le donne a trascinarlo in qualche situazione assurda».

Le capita mai di pensare: «Coliandro farebbe così...», «Coliandro direbbe così...»?
«Beh, quando sono sul set sì, parecchie volte. Il bello è che Coliandro dice cose che sono scorrette tipo: “I cinesi sono tutti uguali”. Lui se ne frega e si concede la libertà, senza cattiveria».

Cosa non direbbe mai Coliandro?
«Non bestemmierebbe mai, ma non perché sia profondamente cattolico: porta sì una croce al collo, ma si ferma lì. Per le parolacce è diverso. Per Coliandro le parolacce sono pane quotidiano, perché usa un linguaggio vero e non edulcorato, ma non c’è il gusto, il compiacimento della parolaccia».

Dopo tanti anni non è tentato di dire: «Basta con questo Coliandro!»?
«Basta, no. Ti può capitare, nella fatica del momento, di dire: “Non ce la faccio più”. Ma dopo un giorno dalla fine delle riprese, parlo per me, per i Manetti (i registi della serie, ndr), per Lucarelli, ti risale una voglia incredibile di Coliandro. Nonostante siano passati tanti anni, io lo sento ancora attuale, ha ancora tanto da raccontare».

Occhio a smettere, i suoi spettatori non la prenderebbero bene...».
«Eh già, Coliandro non ha dei fan, ma degli ultras! Quando nel 2010 fu bloccato mandarono lettere di protesta alla Rai. Per i sei anni che non ho fatto Coliandro, ogni giorno qualcuno mi chiedeva: “Quando torna Coliandro?”. C’è gente che va a Bologna e si fa fotografare vicino alla casa di Coliandro, vicino alla Questura, sotto il portico, e mi scrive: “Sono a Bologna, ma non ho visto Coliandro!”.

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