Giovanni Scifoni: «Grazie alle mie rughe sono il cattivo di “Fosca Innocenti”»

Dopo aver recitato in altre serie di successo, ora lo vediamo su Canale 5 accanto a Vanessa Incontrada e Francesco Arca

3 Febbraio 2023 alle 08:50

Ha esordito al cinema nel 2003 con “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana per poi recitare in tante fiction di successo (“Don Matteo”, “Un medico in famiglia”, “Squadra antimafia”). La popolarità di Giovanni Scifoni arriva poi con “Doc - Nelle tue mani” dove interpreta Enrico Sandri, il neuro-psichiatra amico del medico Andrea Fanti (Luca Argentero). Ora per l’attore romano, che è anche scrittore e drammaturgo, è iniziata un’altra sfida. Nella seconda stagione della fiction di Canale 5 “Fosca Innocenti” è Lapo Fineschi, vecchia fiamma della protagonista Fosca (Vanessa Incontrada) e rivale di Cosimo (Francesco Arca).

Finora ha avuto ruoli da “buono”. Questa volta è un mascalzone.
«Eh sì, comincio anche io a invecchiare! Sono spuntate le prime rughe per cui la mia faccia da bamboccione innocuo comincia a rovinarsi: inizia il decadimento fisico (ride). Così il cattivo mi riesce meglio».

Ma cosa vuole da Fosca Innocenti?
«Lapo è un fuoco di gioventù che dà fastidio. Lavora e scolpisce il ferro, e come ogni artista è abituato a plasmare la materia in modo che essa obbedisca alla sua idea artistica. Ha il medesimo approccio anche con le persone. In più, è uno ricco di famiglia e, come tutti i viziati, ama spesso sfasciare i giocattoli propri e quelli degli altri perché non ha dovuto faticare per averli. Diciamo che è il prototipo di quello che viene considerato oggi il “creativo modaiolo”».

Per un attore è esaltante misurarsi con un personaggio negativo?
«Sì, perché il cattivo ti consente di uscire dall’etica e dalle convenzioni sociali per fare cose al limite della moralità e che, nella vita reale, ti porterebbero rogne e disprezzo degli altri».

Quindi lei non ha nulla in comune con il personaggio di Lapo.
«Non sono un mascalzone, questo è sicuro. Ho una bella famiglia, un’unica moglie (nel senso che io ed Elisabetta siamo insieme da una vita) e tre figli. Seguo una scala di valori che puntualmente viene messa in discussione dalla vita e dalle scelte che si fanno. Come tutti, direi».

Come si è trovato su questo set, era a suo agio?
«È buffo entrare in dinamiche già consolidate, ma io mi sono trovato bene. Per esigenze di copione ho frequentato più l’area del casale e ho avuto a che fare con Vanessa Incontrada, Francesco Arca e Giorgia Trasselli (la tata Bice, ndr). Non è solo una bella squadra di attori, ma di persone straordinarie. Vanessa è rassicurante, ha un tono di voce basso (a differenza di me che quando parlo urlo come un anziano alle prese con le telefonate interurbane) e uno stile d’altri tempi. Francesco, sotto la scorza di maschio alfa, è dolcissimo, si commuove quando parla dei figli, è amico di tutti e affettuoso».

Ci racconta qualche aneddoto?
«Prima di firmare il contratto mi chiesero se sapevo guidare la moto. Naturalmente, pur non sapendolo fare, risposi di sì. Scrissi che ero in grado di fare le acrobazie e di andare su una sola ruota. Il primo giorno delle riprese, mi misero la moto in mano e subito feci un salto all’indietro cascando a terra. Non mi feci nulla ma vidi una donna dolorante che si teneva il piede (la mia moto le era piombata per metà addosso). Era Vanessa Incontrada che vedevo per la prima volta sul set. Dopo essermi presentato, mi tranquillizzò. Fu così gentile... Da quel momento, per giorni le ho portato i caffè e i giornali tra i denti per farmi perdonare (ride)».

Restando alla fiction, si è mai imbattuto in una vecchia conoscenza che si è ripresentata improvvisamente nella sua vita?
«Mi è capitato di discutere animatamente con una persona e di non avere mai chiarito. Poi l’ho incontrata sul lavoro e mentre dall’altra parte ricevevo pochi segnali di rappacificazione, io ho preferito subito affrontare la questione».

E la rivalità in amore?
«Non ho avuto occasione perché io ed Elisabetta ci siamo messi insieme quando lei aveva 21 anni e io 25. Non ricordo periodi in cui non sono stato fidanzato con lei (sorride). Professionalmente sono molto competitivo perché sono pignolo e rigido. Desidero essere il primo della classe e ho il terrore di essere beccato impreparato».

Anche in famiglia è così pignolo?
«Sono pesante e fiscale solo su alcuni aspetti, mentre su altri sono distratto. Un esempio? Sono maniacale sulla cura dei denti dei miei figli e controllo che li lavino perfettamente tre o quattro volte al giorno, ma se non fanno la doccia per una settimana non me ne accorgo nemmeno (ride)».

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