Presenta a Sorrisi la nuova serie tv di Canale 5. «Della sua vita precedente non le è rimasto nulla, ma il passato non si cancella» racconta l’attrice del suo personaggio, protagonista della fiction nata dal successo di «Squadra antimafia»
La scena si apre con la gita in barca di due fidanzati. Sono giovani, belli e innamoratissimi. Poco dopo, a un baracchino del tiro a segno come quelli dei luna park, lei impugna una pistola e non manca un obiettivo. E qui, anche per chi non avesse visto la serie «Squadra antimafia», viene il dubbio che questa giovane donna non sia la semplice cassiera di un supermercato come vuole farci credere. Lei, infatti, è Rosy Abate, la regina di Palermo: un tormentato passato da boss della mafia alle spalle (raccontato dal 2009 al 2015 nelle sette stagioni della serie poliziesca trasmessa da Canale 5) e una nuova vita «normale» davanti. Ma questo è solo l’inizio. Come ci racconta Giulia Michelini, protagonista di «Rosy Abate – La serie», cinque puntate inedite al via domenica 12 novembre sempre su Canale 5.
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Ma chi è Rosy Abate?
«Della sua vita precedente non le è rimasto nulla, quindi è ripartita da zero»
Ora Rosy vive in Liguria, ha un lavoro, una casetta affacciata sul mare e un fidanzato che la adora. Ma come fa la regina di Palermo a vivere un’esistenza normale?
«Diciamo che si è adattata. Della sua vita precedente non le è rimasto nulla, quindi è ripartita da zero. Si è costruita una nuova identità ma presto dovrà fare i conti con il passato che non si può cancellare e che la riporterà alla Sicilia delle sue origini. E lei si lascerà trasportare da questa corrente fatta di dolore e di ricordi».
Ricordi che riemergono quando due malavitosi, che vogliono il suo aiuto, la ricattano rivelandole che suo figlio Leonardino è vivo.
«Sì, per cinque anni Rosy ha pianto la morte del suo bambino ed è finita in manicomio per lo strazio. Adesso è combattuta. Ma il bimbo che dicono essere suo figlio ha una nuova famiglia e non sa nulla di lei. E lei si interroga se sia giusto riprenderselo».
Lei è mamma di un ragazzino di 12 anni, non deve essere stato facile girare certe scene.
«Infatti. È stata la cosa più difficile che mi sia mai toccato fare».
Nella fiction il suo personaggio si reinventa, o almeno ci prova. Ma nella vita reale è così facile?
«Penso sia molto più semplice di quanto ci vogliano far credere. Con questo non voglio dire che per il famoso “piano B” non ci voglia un gruzzoletto da parte. Ma il punto vero è che cambiare vita vuol dire cambiare mentalità. Anche abbandonare le comodità a cui siamo abituati e tornare un po’ alle origini. Ciò che conta veramente non è quello che ti viene offerto, che può essere anche una montagna d’oro, ma ciò che tu cerchi».
E lei ha mai pensato di cambiare vita?
«Certo, io sogno perennemente di scappare, mi interrogo sempre su cosa sto facendo. Mi piacerebbe, per esempio, impegnarmi come attivista per la salvaguardia dell’ambiente».
E dire che lei lavora nel dorato mondo dello spettacolo...
«Il lavoro che faccio è un’arma a doppio taglio. Oggi sei all’apice del successo, domani ti tolgono tutto. Ci sono momenti di grande solitudine. Credo che quella di attrice sia solo una parte del mio cammino, vorrei vivere anche altre vite».
Il tutto poi si deve conciliare con le sue responsabilità di giovane mamma single.
«Bisogna vedere cosa si intende per mamma. Io preferisco portare con me mio figlio tre mesi in un posto per fargli fare un’esperienza di vita e non do la stessa importanza al fatto di non fargli perdere nemmeno un giorno di scuola a Roma. Ovviamente non nego le responsabilità che si hanno come genitore. Lui poi è un vero sognatore, ha grandi aspettative e io vorrei che studiasse all’estero. A Berlino, magari, per aprirsi la mente».
I bambini adorano i pistoleri, i poliziotti, i cowboy. Suo figlio da piccolo si sarà vantato con gli amici di avere una «mamma con la pistola».
«Mai fatto. Nemmeno mi guardava in tv. Ha realizzato che facevo l’attrice quand’era già grandicello. E comunque non è attratto dal mio ambiente. Quando ci fermano per strada a volte è contento, altre volte è infastidito».
Da figlio maschio sarà geloso.
«Gelosissimo».
Non come Rosy, che è glaciale e cattiva.
«Non è vero. All’inizio Rosy non era cattiva, ma le hanno sterminato la famiglia quando era solo una bambina, le hanno ucciso il marito, ha dovuto affrontare lutti e sofferenze. Così si è incattivita ed è diventata vendicativa e spietata».
Mi dica tre cose da vera cattiva che lei, Giulia, ha fatto nella vita.
«Ne ho fatte tantissime, ma non ne dico nemmeno una, le tengo per me».
Lei mi sembra una donna di carattere. Come Rosy.
«Sì, Rosy è tosta ed è per questo che mi è piaciuto tanto interpretarla. Combatte per le cose in cui crede, caratteristica che oggi si sta perdendo. Spesso tendiamo ad abbassare la testa, ci adeguiamo, non lottiamo più per i nostri diritti».
Non usa nemmeno una controfigura sul set.
«Infatti, e spesso la produzione mi sgrida. Certo, mi riempio di lividi: una volta cadendo da un camion in corsa mi sono fatta male a una spalla, ma prima di ogni scena pericolosa mi confronto con gli stuntman e quando giriamo prendiamo tutte le precauzioni del caso».
Beh, «ci vuole un fisico bestiale» come il suo, citando il celebre brano di Luca Carboni.
«Sono una ex ginnasta, diciamo che vivo di rendita. Da ragazzina facevo parte di una squadra agonistica di ginnastica artistica: facevo volteggio, corpo libero e parallele, ma odiavo la trave».
I suoi genitori sono entrambi magistrati, per lei magari sognavano un’altra carriera. Anche sua sorella fa l’attrice e vi vedremo recitare insieme in questa fiction: sarete l’una contro l’altra.
«Sì, la mia famiglia avrebbe preferito che seguissi un’altra strada, ma sono persone intelligenti e alla fine hanno capito la mia esigenza di libertà».
Rosy è una donna libera. Anche con gli uomini.
«Libera e indipendente. Usa gli uomini ma non si lega a nessuno. Forse qualche cedimento lo ha avuto con Calcaterra e Di Meo (due poliziotti con cui ha avuto storie d’amore in “Squadra antimafia”, ndr). Ma è sempre andata avanti con le sue sole forze, come me».