“Giustizia per tutti”, al via la nuova fiction con Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales

Dal 18 maggio saranno protagonisti della nuova e avvincente serie in tre serate di Canale 5

16 Maggio 2022 alle 08:25

Con la tonaca di don Massimo in "Don Matteo". Con la divisa da carcerato prima e da avvocato dopo in "Giustizia per tutti". In queste settimane Raoul Bova si fa in due per la felicità del pubblico televisivo di casa nostra. Dopo l’ingresso nella serie tv di Rai1, infatti, dal 18 maggio sarà protagonista della nuova e avvincente fiction in tre serate di Canale 5. E al suo fianco avrà la sua compagna di vita Rocío Muñoz Morales (che sarà la madrina della prossima Mostra del cinema di Venezia, al Lido dal 31 agosto al 10 settembre).

In "Giustizia per tutti" Raoul interpreta Roberto Beltrami, uno stimato fotografo che viene condannato a trent’anni di carcere per l’omicidio di sua moglie Beatrice (Anna Favella), avvocato in un importante studio di Torino. È lui, infatti, a trovarne il cadavere, contaminando così la scena del crimine. Ma è sempre lui a non arrendersi di fronte alla condanna. In prigione Roberto studia Giurisprudenza e dopo dieci anni di detenzione riesce a far riaprire il suo caso. A lui non sfugge niente, ed è grazie a un dettaglio relativo alla notte in cui la moglie è morta, e che nessuno prima di lui aveva notato, che viene definitivamente scagionato. La serie inizia proprio il giorno in cui torna in libertà. In una città che non riconosce più, dove però ritrova una figlia con cui ricostruire un rapporto, alcuni amici che hanno sempre creduto nella sua innocenza e l’avvocata Victoria Bonetto (Rocío Muñoz Morales). Da poco subentrata al padre nella guida dello studio legale in cui un tempo lavorava Beatrice, sarà lei a dare a Roberto la possibilità di rifarsi una nuova vita e una nuova carriera come avvocato e di arrivare finalmente alla verità.

«Questa fiction racconta un caso di malagiustizia» ha detto l’attore. «A volte solo chi ha i soldi può permettersi un’ottima difesa. Chi non li ha, può soccombere. Il mio personaggio, dopo quanto gli è successo, vuole aiutare le persone che non possono difendersi, che non ne hanno le possibilità economiche. E lo fa senza cercare scorciatoie». E gli fa eco il regista della serie, Maurizio Zaccaro: «Non dimentichiamoci che solo nel 2020 i casi di malagiustizia sono stati ben 101, il che vuol dire 101 innocenti ingiustamente finiti in cella. Non dimentichiamoci che molti studi legali lavorano a favore di questi innocenti “Pro bono”. Un termine derivato dal latino che significa “per il bene di tutti”. Esattamente come fa Roberto una volta scarcerato. “È meglio correre il rischio di salvare un colpevole piuttosto che condannare un innocente” diceva Voltaire».

La serie di Canale 5 è stata girata a Torino e dintorni e durante le riprese Raoul e famiglia hanno preso casa nel capoluogo piemontese. «Mi sono trovato molto bene a Torino perché è una città dove si riesce a vivere in serenità. Offre tutti i servizi senza l’affollamento e il caos delle metropoli» ha raccontato l’attore.

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