“I bastardi di Pizzofalcone”: dopo la bomba, ecco le nuove storie

Parlano Alessandro Gassmann e Maurizio de Giovanni, creatore della saga

Alessandro Gassmann  Credit: © Anna Camerlingo
16 Settembre 2021 alle 08:13

L’attesa è finita. Il 20 settembre sapremo chi è sopravvissuto alla bomba piazzata nel locale dove si trovavano “I bastardi di Pizzofalcone”, l’ultima scena della seconda stagione della fiction. Ne parliamo con Alessandro Gassmann, che interpreta l’ispettore Giuseppe Lojacono, e Maurizio de Giovanni, grande scrittore e creatore della saga da cui è tratta la serie.

I fan vi avranno tormentato per sapere cosa accadrà dopo l’esplosione.
Maurizio: «Mia madre, che all’epoca c’era ancora, mi chiamò all’una di notte, facendomi venire un colpo, dicendo che mi aveva partorito con 14 ore di travaglio e aveva il diritto di sapere chi era vivo e chi no. In effetti questa bomba è rimasta impressa nell’immaginario, ma vi anticipo che alla fine di questa terza serie ci sarà una scena che rimarrà altrettanto impressa».
Alessandro: «Questa è la serie che mi ha dato più successo in tv. Sono contento che siano i “Bastardi” ad aprire la stagione di Raiuno, abbiamo sei storie molto forti».

Perché è così speciale questa serie?
Maurizio: «Racconta la storia di un gruppo di poliziotti fallati, avariati, che riescono a costruire una squadra. Il pubblico dei lettori ama molto i “Bastardi” che hanno trovato nella fiction una perfetta narrazione. È dimostrato dal cambiamento dei registi: questa di Monica Vullo è la terza regia diversa. Ognuna ha le sue caratteristiche, ma si mantiene sempre una coerenza narrativa».
Alessandro: «Partire da una scrittura di alto livello rende più facile il lavoro a chi fa una fiction. Questa terza stagione poi è particolarmente efficace».
Maurizio: «Confermo da esterno, in quanto non coinvolto nel girato, ma solo nella scrittura. Ho avuto modo di vedere la terza serie e fa un passo avanti: ha ritmo ed è girata in modo moderno, affine alle serie americane».
Alessandro: «Condivido. Abbiamo interrotto le riprese dopo un mese e ricominciato dopo il primo lockdown. La lavorazione è stata faticosa ma abbiamo avuto il vantaggio di girare d’estate. Napoli con il sole è ancora più bella. E ha ragione Maurizio, succedono tante cose sorprendenti ai personaggi».

Differenze tra la versione tv e quella letteraria?
Maurizio: «In questa stagione quattro storie su sei sono scritte apposta per la tv. Faccio in modo che i romanzi abbiano una linea e la fiction un’altra per non togliere al lettore il gusto di vedere qualcosa di diverso. Nei romanzi, per esempio, non c’e la scena della bomba».

Quindi anche Lojacono cambia rispetto ai libri?
Maurizio: «Nei romanzi è più ambiguo, meno “ferito”, più discutibile. Alessandro gli ha dato un’ulteriore dimensione, quella del dolore. Ha una malinconia forte, ma sa essere anche leggero» .
Alessandro: «In realtà l’unica cosa che ho chiesto è stata di non dargli l’accento siciliano, in modo da poter avere un tono più da commedia».

Maurizio, adesso quando scrive di Lojacono pensa a Gassmann?
Maurizio: «Avendo la fortuna di avere un attore di grandissimo livello, sì. E questo aiuta il romanzo a essere utilizzabile per la serie».
Alessandro: «Io invece voglio chiederti un favore, Maurizio. Dalla prima serie a oggi saranno passati cinque anni, ma nella storia per gli spettatori sono trascorsi solo alcuni mesi. Io però sto invecchiando, devi fare in modo che nei prossimi romanzi ci sia un salto temporale, così posso smettere di tingermi la barba».
Maurizio: «E di fare il latin lover!».

Dopo la messa in onda di una puntata vi sentite?
Maurizio: «Gli scrivo subito, anche in piena notte, sollecitando la sua reazione. Per me è un’emozione enorme parlare con un mio personaggio. Ma lui è anche il mio regista, per le cose che faccio in teatro e al cinema. Alessandro è come una parte di me».
Alessandro: «Un attore non ha grande piacere di rivedersi. Non sei mai soddisfatto. Però i “Bastardi” me li vedo perché mi interessa vedere com’è la torta finita. Quindi il primo pensiero va a Maurizio, e poi c’è la telefonata per commentare gli ascolti».
Maurizio: «Il giudizio del pubblico è fondamentale».
Alessandro: «Vero: se non gradisse, io sarei a casa!».

Il 16 settembre esce nei cinema “Il silenzio grande”, diretto da Alessandro e tratto dall’omonima pièce teatrale di Maurizio.
Maurizio: «L’ho visto in anteprima e sono incantato. La storia è stata migliorata ed è una cosa che capita solo quando il confronto è con un regista che è anche un grande artista».
Alessandro: «Maurizio ci fa sognare su carta e ha scritto una cosa meravigliosa per il teatro che ho fatto diventare un film. Ho anche un piccolo ruolo molto divertente, ma è la prima volta che non recito in un film che dirigo. Non so se sarà il mio futuro, magari ripeteremo l’esperimento».
Maurizio: «Mi piacerebbe. Alessandro ha un fortissimo feeling con Napoli e capita di rado a un attore non napoletano. Lui interpreta il ruolo in modo perfetto e questo ha portato Napoli a dargli la cittadinanza onoraria».
Alessandro: «Maurizio era presente quel giorno e ha scritto una presentazione meravigliosa che farò leggere ai miei discendenti. Mi onora questo riconoscimento perché ho avuto un amore tardivo per Napoli: ti dà il senso della vicinanza umana, che vuol dire anche assenza di privacy e silenzio, ma poi ti abitui e non puoi più farne a meno».

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