I segreti di Lolita Lobosco

La fiction con Luisa Ranieri conquista il pubblico: ecco tutte le curiosità sull’affascinante vicequestore di Raiuno

Luisa Ranieri interpreta il vicequestore Lolita Lobosco nella fiction di Raiuno
8 Marzo 2021 alle 11:20

Tacco 12, curve mozzafiato e un fiuto investigativo da fare invidia a una squadra di poliziotti maschi che lei “domina” con intelligenza e ironia. La protagonista della serie di Raiuno “Le indagini di Lolita Lobosco”, interpretata da Luisa Ranieri, strega il pubblico. La prima puntata ha fatto ascolti record con 7 milioni e mezzo di spettatori. Ma quali sono i segreti dell’affascinante vicequestore che piace così tanto?

Un nome ammiccante

Creata dalla scrittrice pugliese Gabriella Genisi, Lolita Lobosco ha un nome melodioso e provocatorio. «Volevo che suscitasse battute da caserma tra i poliziotti suoi sottoposti. Così mi sono ispirata al romanzo-scandalo “Lolita” di Vladimir Nabokov» svela l’autrice. «Ho buttato giù le prime pagine nel 2006 mentre guardavo “Il commissario Montalbano” in televisione. Diversamente che nella fiction, dove si racconta che Lolita torna a Bari dopo un periodo passato al Nord, nel primo dei miei otto libri la immagino rientrare in Puglia dopo un “tirocinio” a Vigata, proprio da Montalbano. La sognavo già come un’eroina televisiva e quando Luca Zingaretti (che è il coproduttore della serie con Angelo Barbagallo di Bibi Film Tv, ndr) mi ha telefonato per dirmi che sua moglie Luisa avrebbe interpretato Lolita si è chiuso il cerchio del destino!». I fan delle due fiction possono sperare quindi in un “crossover” tra le serie? Le premesse ci sarebbero…

Grandi passioni

Luisa Ranieri in guardaroba aveva a disposizione 30 paia di scarpe. «Lolita ama i tacchi alti come me» confida la scrittrice Gabriella Genisi. «Durante un viaggio a Parigi, comprai un paio di scarpe costosissime di Christian Louboutin. Tornata in albergo, però, non ci sapevo camminare. Come forma di risarcimento, allora, ho deciso che la mia Lolita doveva essere bravissima a portarle». Fra le passioni di Lolita c’è anche il buon cibo pugliese. Più che delle cartellate, dolci al miele ricorrenti nella prima puntata, scopriamo che è ghiotta di “Sporcamùss”, i dolcetti baresi di sfoglia alla crema ricoperti di zucchero a velo, che si mangiano “sporcandosi il muso”, come dice il nome. Per smaltire le calorie, il vicequestore Lobosco fa jogging in riva al mare, in genere sulla spiaggia “Pane e pomodoro”, e quando corre indossa le cuffiette. La sua playlist ideale comprende Roberto Murolo, Vinicio Capossela e i Negramaro. Nella fiction, c’è una canzone cara ai pugliesi: “Il cuore è uno zingaro”, il brano vincitore nel 1971 al Festival di Sanremo, portato in coppia da Nada e Nicola Di Bari. La sigla della serie invece è composta e cantata da Santi Pulvirenti e si intitola “Me and my prison soul”, che sarà presto disponibile anche su Spotify.

Tanti uomini

Nei libri Lolita è divorziata, mentre nella fiction è una single convinta. Tuttavia scatta una certa complicità con un ragazzo più giovane, il giornalista Danilo interpretato da Filippo Scicchitano. Durerà? Senza svelare troppo della trama, possiamo dire che sarà una storia vissuta liberamente, ma non l’unica. Nel nuovo romanzo in uscita a fine 2021, Gabriella Genisi sta pensando a un vicequestore siciliano da farle incontrare… Nel cuore di Lolita ha uno spazio speciale anche il padre perduto da piccola, Nicola, detto “Petresine” (l’attore Aldo Ottobrino). Nei romanzi è un carabiniere, nella serie tv un contrabbandiere. Un’altra differenza tra il personaggio letterario e la sceneggiatura riguarda la macchina d’epoca di Lolita: nei libri il vicequestore ama le cabriolet, nella fiction l’amata Bianchina non è cabrio.

Una città da scoprire

Bari è una grande protagonista di “Le indagini di Lolita Lobosco” e appare in tutta la sua bellezza. Sono tanti gli scorci del Lungomare che Lolita ammira sull’Apecar dell’ambulante Trifone (l’attore Maurizio Donadoni): l’Albergo delle Nazioni, il Fortino e il Molo Sant’Antonio, il Teatro Margherita, la Muraglia, il Ponte Adriatico... La casa di Lolita è all’ultimo piano di un palazzo in piazza dell’Odegitria, a Bari vecchia, dove sorge la Cattedrale di San Sabino. Invece la Questura è stata ricostruita a Palazzo Palmieri, nel centro storico di Monopoli, tranne la stanza del questore Jacovella (l’attore Ninni Bruschetta), che si trova all’interno del Palazzo della Città Metropolitana a Bari, sede della Pinacoteca. Alcuni baresi hanno criticato l’accento di Luisa Ranieri che come “prof” di dialetto barese ha avuto l’attore Totò Onnis (lo vediamo nella terza puntata, nei panni del ristoratore Geppino Schirone). «Luisa ha un ottimo orecchio. Siccome il suo autista era di Molfetta, però, sentendo e ripetendo le parole pronunciate da lui ogni tanto magari ha chiuso qualche vocale che avrebbe dovuto aprire o viceversa. E questo ai miei concittadini baresi sarà sembrato un abominio!» scherza Onnis. «Ma non spacchiamo il capello in quattro: Luisa ha fatto una bella interpretazione della nostra lingua che, grazie a questa fiction, finalmente ha una risonanza nazionale convincente. Non solo nei toni comici ma anche in quelli drammatici».

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