Dopo i 2 film inediti, fino al 23 maggio in onda altri episodi scelti tra i più amati del passato. Un ciclo di repliche della amatissima serie tv tratta dai romanzi e dai racconti di Andrea Camilleri
I due nuovi episodi di "Il commissario Montalbano", "L'altro capo del filo" e "Un diario del '43", hanno avuto ascolti da capogiro. Ora, come è ormai tradizione, segue un ciclo di repliche della amatissima serie tv tratta dai romanzi e dai racconti di Andrea Camilleri. E Luca Zingaretti, insieme con la sua irresistibile squadra del commissariato di Vigata, torna a tenere compagnia ai telespettatori di Raiuno.
Si comincia lunedì 1° aprile con "La giostra degli scambi" e si replica mercoledì 3 con "Un covo di vipere" A seguire l'8 aprile "Amore", il 15 "Come voleva la prassi", il 29 "Una faccenda delicata" e il 29 "L'odore della notte". A maggio si parte il 6 con "Par condicio", il 13 "La pazienza del ragno", il 16 "L'età del dubbio", il 20 "La luna di carta" e si finisce il 23 con "La piramide di fango".
1 aprile: "La giostra degli scambi"
Un negozio di elettronica è stato bruciato, un incendio chiaramente doloso. Ma non si tratta solo di questo: Marcello Di Carlo, il proprietario del negozio, è scomparso, di lui non c’è più alcuna traccia. È un bell’uomo Di Carlo, e anche un playboy di un certo successo, ma ha il vizio di spendere molto più di quanto riesca a guadagnare.
Montalbano comincia a indagare, ma il mistero di questa scomparsa pare farsi sempre più sfuggente. E poi in quei giorni sta accadendo anche qualcos’altro, qualcosa di molto strano e inquietante: un bizzarro rapitore ferma con l’inganno alcune ragazze, le cloroformizza, le sequestra per alcune ore e poi le lascia libere fuori Vigàta: non le tocca, non fa violenza su di loro, neppure le deruba... le ragioni di questi rapimenti‐lampo sembrano davvero incomprensibili. Montalbano capirà che i due casi, apparentemente diversissimi, sono in realtà legati, e soprattutto si renderà conto che per venire a capo di questa complessa indagine dovrà scoprire chi sia la misteriosa ultima fiamma di Di Carlo, la ragazza con cui il playboy ha trascorso una bellissima vacanza alle Canarie e che non ha presentato a nessuno dei suoi amici e conoscenti. E non dovrà solo scoprire la sua identità, ma anche dove si trovi adesso, perché non si sia presentata finora alla polizia, o se invece... non le sia successo qualcosa.
In questa storia in cui le apparenze sono quanto mai ingannevoli, Montalbano, benché il baluginare delle parvenze rischi più volte di condurlo in errore, come di consueto non mancherà alla sua missione.
3 aprile: "Un covo di vipere"
Una mattina l’imprenditore sessantenne Cosimo Barletta viene trovato morto nella sua casa al mare. È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco alla nuca, mentre era tranquillamente seduto in cucina a bersi un caffè. Non ci sono segni di effrazione, quindi a ucciderlo è stato qualcuno che lo conosceva, che lui stesso può avere fatto entrare, o addirittura una donna che può avere passato la notte lì con lui.
Il caso assume presto tinte assai fosche, perché Montalbano scopre, anche grazie alla testimonianza dei figli dell’assassinato, che Barletta era tutt’altro che una persona specchiata: uomo freddo, crudele, privo di scrupoli e sentimenti, Cosimo, oltre che spregiudicato imprenditore, era anche un ignobile strozzino e aveva rovinato un sacco di gente a Vigata. Ma non è tutto, perché Barletta aveva inoltre una particolare inclinazione a costringere giovani ragazze a concederglisi, per poi ricattarle e tenerle sotto il proprio giogo. Erano in molti, quindi, a odiare quest’uomo orribile e sadico.
Molti i potenziali assassini. Un caso complicato, che si complicherà ancora di più quando il nostro Montalbano scoprirà che a Barletta non hanno semplicemente sparato, ma che poco prima era stato addirittura avvelenato. Come se due assassini, indipendentemente l’uno dall’altro, avessero deciso quella stessa notte di ucciderlo.
8 aprile: "Amore"
Insomma, inutile girarci attorno: Montalbano non è molto a suo agio con le faccende legate all’amore. E la scomparsa della bellissima Michela Prestia mette quanto mai a dura prova la sua capacità di districarsi nei labirinti della complessità e dei fatali inganni del sentimento amoroso. Michela è una ragazza dal passato drammatico, se non addirittura tragico: respinta ingiustamente in giovanissima età dalla famiglia, ha incontrato gli uomini sbagliati, che l’hanno umiliata e sfruttata, conducendola di fatto a diventare una prostituta. Ma col tempo è riuscita a risollevarsi da quella rovina, si è rifatta una vita e ha trovato l’amore: Saverio Moscato, con il quale adesso convive e che a sua volta la ama in modo totale e incondizionato.
Ma proprio ora che sembra avere trovato una condizione stabile e felice, Michela misteriosamente scompare. I più ritengono che, avendo avuto tanti amanti in passato, semplicemente abbia abbandonato Saverio e sia scappata con un altro uomo.
Montalbano però capisce presto che non si tratta di questo. Che a Michela deve essere successo qualcosa di grave. Forse è stata addirittura uccisa. Ma da chi? E perché?
A risolvere questo mistero lo aiuta l’incontro con due anziani attori di teatro, i coniugi Di Giovanni. Montalbano, attraverso la loro bizzarra e tenera storia ‐ e anche grazie a un rinnovato sentimento di gelosia nei confronti di Livia... ‐ capisce che la scomparsa di Michela è il frutto di un amore folle, impossibile e tragico.
15 aprile: "Come voleva la prassi"
Il cadavere di una bella ragazza viene ritrovato nudo, con indosso solo un accappatoio intriso di sangue, sul freddo pavimento di un androne di via Pintacuda. Cosa ha spinto la ragazza a trascinarsi, esanime, fin lì dentro? Montalbano sospetta che la vittima sia una prostituta proveniente dall’Est Europa.
E spera che i Cuffaro, che gestiscono il mercato della prostituzione a Vigata, isolino i responsabili di un crimine così efferato. Per tutta risposta, il commissario diventa oggetto lui stesso di un attentato.
Le indagini portano Montalbano a scovare tra i condomini non l’assassino, ma un complice, che ha assistito e ripreso con una telecamera, il festino in cui ha trovato la morte la ragazza, a cui hanno partecipato, mascherati ma riconoscibili, i notabili della zona. Durante l’indagine, Montalbano conosce un giudice in pensione, Leonardo Attard, che sta revisionando tutti i processi che ha celebrato, per essere sicuro di non essere mai stato condizionato nel giudizio dai problemi personali. Un incontro inquietante, che lo lascerà con molti interrogativi.
22 aprile: "Una faccenda delicata"
Sono passati mesi dalla morte di Francois, Livia sembra avere finalmente superato il difficile lutto, pare tornata quella di sempre. Salvo è da lei, in Liguria, e Livia è davvero felice di averlo tutto per sé per qualche giorno. Purtroppo però Montalbano riceve una chiamata dal suo commissariato: c’è stato un omicidio e Fazio gli chiede di tornare subito a Vigata. Anche perché del caso ha già cominciato a occuparsene Augello, che ha imboccato però una pista d’indagine totalmente assurda e non c’è modo di dissuaderlo. Non c’è niente da fare, Montalbano deve partire. Livia è assai dispiaciuta, ma non può che avere pazienza, per l’ennesima volta.
Non appena tornato a Vigata, Salvo apprende del caso: è stata uccisa una prostituta, Maria Castellino, strangolata con una cintura da uomo nel miniappartamento dove lavorava. Era un personaggio piuttosto singolare Maria: tanto per cominciare, aveva quasi settant’anni, ma era ancora in piena attività. Non solo, Maria era così buona, gentile, generosa, che era stimata e benvoluta da tutti, nessuno in paese era prevenuto o la giudicava per il suo mestiere. Inoltre era felicemente sposata, e per suo marito Serafino ‐ ora distrutto dal dolore ‐ il fatto che lei fosse una prostituta non era mai stato un problema. Augello è convinto che si tratti del delitto di un maniaco, un gerontofilo, e Maria, secondo lui, sarebbe morta per incidente nel corso di una bizzarra pratica erotica. Montalbano è ovviamente persuaso che la tesi di Mimì non stia né in cielo né in terra, ma, per non mortificarlo, gli lascia condurre autonomamente un’indagine parallela alla propria. Il commissario, intanto, insieme a Fazio, si butta sul caso, e grazie a Teresita Gaudenzio, amica e vicina dell’assassinata, e al preside Vasalicò, amico fraterno di Maria, scopre che da tempo Maria era spaventata, a causa di un cliente che evitava in ogni modo di incontrare. Anche i reperti trovati sul luogo del delitto portano a pensare che sia proprio questo misterioso e pericoloso cliente l’assassino della prostituta. Bisogna trovare il modo di identificarlo, ma gli elementi a disposizione sono pochissimi, non sarà affatto facile. Il preside Vasalicò, inoltre, chiede aiuto al commissario per un angosciante problema sorto da qualche giorno nella sua scuola: la madre di una delle bambine sostiene che un maestro abbia molestato sua figlia; l’insegnante, sconvolto, invece si dice assolutamente innocente. Il preside non sa che fare, perché, se la donna ha ragione, allora vuol dire che nella sua scuola c’è un pericoloso mostro, ma se invece la signora sbaglia, rischia di far mandare in prigione un innocente. Per fortuna Montalbano saprà fare luce su questa faccenda quanto mai delicata.
Nel frattempo Mimì arresta un giovane gerontofilo, Mimmo Tavano, un tipo dall’aria buffa e bizzarra, cliente di Maria; è convinto che sia lui il colpevole. Salvo capisce immediatamente che Mimmo non è l’assassino e, malgrado l’ostinata convinzione di Augello, riesce a farlo scagionare.
Nel corso di questa indagine Livia viene a Vigata, per far vedere a Salvo “Selene”, la cagnetta che ha appena adottato e che semina subito scompiglio e allegria nella casa del commissario. Ma non è solo per questo che è venuta: benché Livia appaia serena, la morte di François ha lasciato in lei segni profondi; ha più che mai bisogno di Salvo, di sentirlo vicino e di sentirsi amata.
Montalbano riesce finalmente a identificare il misterioso cliente della Castellino: è un folle, dal tragico passato, ossessionato da Maria, ma per quanto tutto sembri indicare lui come assassino, il suo alibi pare davvero inattaccabile. Comunque sia il commissario, scavando sempre più a fondo, scopre nella vita e nel mondo di Maria risvolti sempre più ambigui e inquietanti: forse non era affatto così amata e benvoluta da tutti come si voleva far credere; la sua vita, in cui tutto sembrava limpido e chiaro, è in realtà un mistero sempre più fitto e intricato. E mentre Montalbano si fa strada in questo labirinto, un nuovo e brutale delitto pare incredibilmente rilanciare le bislacche ipotesi di Augello. Ma Montalbano riuscirà abilmente a riportare Mimì alla ragione, a risolvere il caso e a dare finalmente giustizia alla povera Maria Castellino.
29 aprile: "L'odore della notte"
Il pullover regalatogli da Livia irrimediabilmente rovinato; il grande aulivo saraceno, fedele confidente, barbaramente abbattuto; tanti piccoli segnali della vecchiaia che si avvicina...
Questa nuova avventura non incomincia sotto i migliori auspici per il commissario Montalbano, impegnato a fare chiarezza in un intricatissimo caso che non è nemmeno di sua competenza; un caso a cui lo chiamano strane coincidenze e personaggi che riaffiorano prepotentemente dal passato.
Ispirata a un reale fatto di cronaca, ambientato in Sicilia e raccontato da un articolo del giornalista Francesco La Licata, la vicenda ruota attorno alla misteriosa sparizione di un sedicente promotore finanziario e del suo aiutante: a Vigàta tutti credono che se la spassi all'estero con i soldi sottratti agli incauti risparmiatori o che sia stato eliminato da qualche mafioso vittima dei suoi raggiri.
Ma la realtà è ben diversa e più dolorosa: Montalbano la svelerà indagando tra le quinte, senza mai uscire alla scoperto e solo grazie alla sua incredibile capacità di leggere nel cuore dei fatti e delle persone.
Popolato da una galleria di personaggi indimenticabili, vecchi e nuovi, L'odore della notte fonde trama coinvolgente e approfondimento psicologico, senza rinunciare a sottili e ironici richiami alla realtà contemporanea e a suggestioni letterarie.
6 maggio: "Par condicio"
Le famiglie mafiose dei Sinagra e dei Musarra, che un tempo si sono combattute a colpi di lupara il predominio sul territorio di Vigata, hanno ripreso a sparare. Il primo a cadere è Angelo Bonpensiero, braccio destro del capofamiglia Lillino Musarra in quanto marito della figlia di lui, Mariuccia. In ossequio alla par condicio, i Musarra si vendicano uccidendo Michele Zummo, nipote del vecchio don Balduccio Sinagra.
Al commissario Montalbano non quadrano molte cose: innanzi tutto perché dopo quindici anni di pax mafiosa, le due famiglie hanno ripreso ad ammazzarsi? Inoltre alcuni particolari della morte di Angelo Bompensiero non lo convincono: se il fatto che gli hanno sparato in faccia con la lupara farebbe pensare a un regolamento di conti di stampo mafioso, il fatto che Pasquano abbia stabilito che Bonpensiero abbia ricevuto una botta alla nuca prima di essere ucciso suona strano.
I suoi dubbi gli attirano le ire del giudice Tommaseo, la cui unica preoccupazione è di finire subito la guerra tra famiglie. Così Tommaseo sottrae l'indagine a Montalbano, il quale si concentra su un altro caso: da qualche giorno è scomparsa una ragazza ucraina, Eva Ljubin. Grazie ad alcune brillanti intuizioni di Catarella, Montalbano riesce a capire che la ragazza è stata rapita, proprio la notte in cui è morto Angelo Bonpensiero. Seguendo le tracce della ragazza, Montalbano capisce che Eva è finita nella casupola in campagna di Biagio Cocuzza, un quarantenne non del tutto sano di mente, con precedenti legati a violenze sessuali.
Intanto, Montalbano viene raggiunto da Livia: il nuovo taglio di capelli sfoggiato dalla sua fidanzata, che la fa somigliare molto alla ragazza scomparsa, spinge il commissario ad usarla per far confessare Biagio. E' forse il metodo più anticonvenzionale usato da Montalbano nella sua carriera; ma la vicenda del bambino nordafricano morto nell'indagine precedente ha cambiato molto il nostro commissario, che ha giurato a se stesso di non tralasciare alcun tentativo per salvare una vita umana.
Biagio scambia Livia per Eva, e fa capire a Montalbano che la ragazza è stata rapita da un pastore che porta le pecore al pascolo dalle parti della casupola di Biagio. Parte la caccia all'uomo, con tutti gli uomini del commissariato tesi alla cattura di questo pastore che potrebbe essere il responsabile di una serie di sparizioni di ragazze avvenute nei dintorni negli ultimi anni.
Con un blitz i nostri fanno irruzione nella casupola di Alvaro Sella, lo catturano dopo un conflitto a fuoco e salvano Eva, proprio prima che il pastore la uccida. Ma interrogando la ragazza, ancora in stato di shock, Montalbano capisce che la notte in cui fu rapita stava fuggendo da qualcuno che voleva ucciderla. E questo qualcuno era la stessa persona che ha eliminato Angelo Bonpensiero, il quale non è stato ucciso dai Sinagra, ma da un killer agli ordini di Mariuccia Musarra.
13 maggio: "La pazienza del ragno"
Montalbano indaga sull’anomalo sequestro della ventenne Susanna Mistretta, scomparsa misteriosamente mentre tornava a casa in motorino per una strada di campagna. I Mistretta, un tempo ricchi, hanno perso tutto qualche anno prima e hanno difficoltà persino a sostenere le cure mediche di cui necessita Giulia, la madre di Susanna, vittima di un fortissimo esaurimento nervoso che la sta portando alla morte. Il questore decide di assegnare l’indagine al commissario Valente, più esperto di sequestri, il quale però chiede a Montalbano di collaborare con lui. I rapitori telefonano al padre della ragazza, Salvatore Mistretta, facendogli sentire la voce della figlia e preannunciando la richiesta di un sostanzioso riscatto. Montalbano, ripercorrendo la strada in cui è stato ritrovato il motorino di Susanna, trova il casco della ragazza gettato in un campo. Il commissario interroga la proprietaria di una rivendita di uova che si trova nei paraggi, la quale dichiara che, la sera in cui Susanna è stata rapita, ha visto una macchina fare manovra nello spazio antistante la sua casupola. I carabinieri, intanto, trovano lo zainetto della ragazza in un punto diametralmente opposto rispetto a dove è stato ritrovato il casco, confermando a Montalbano che i rapitori stanno tentando di depistarli.
Quando i rapitori finalmente chiedono la cifra del riscatto – sei miliardi di vecchie lire – molti anonimi concittadini telefonano ai Mistretta per invitarli a mettere da parte l’orgoglio e rivolgersi a un certo Peruzzo. Montalbano parla con il dottor Carlo Mistretta, lo zio di Susanna, il quale gli spiega che la disgrazia di suo fratello Salvatore è cominciata quando, qualche anno prima, Antonio Peruzzo, fratello di Giulia e noto faccendiere, per coprire i suoi debiti aveva chiesto in prestito due miliardi delle vecchie lire alla sorella e al cognato.
Grazie al prestito, Peruzzo era riuscito a evitare la galera e, dopo aver dichiarato fallimento e gettato sul lastrico i suoi dipendenti, aveva rimesso in sesto i suoi affari. Salvatore e Giulia Mistretta non avevano più riavuto i loro soldi. Delusa e addolorata per il comportamento dell’amato fratello, Giulia si era ammalata. I rapitori inviano alle televisioni locali una foto che ritrae Susanna in stato di prigionia.
L’intera Vigàta sembra pronta a insorgere contro lo zio di Susanna, Antonio Peruzzo. Montalbano inizia a intuire che i rapitori stanno creando ad arte un movimento di opinione per mettere in scacco Peruzzo alla vigilia del suo debutto in politica. Peruzzo, attraverso il suo legale, rivela che i rapitori si erano messi in contatto con lui la sera stessa del rapimento comunicandogli la cifra del riscatto, che lui era disposto a pagare, ma poi non si erano più fatti vivi per indicare le modalità dello scambio. Montalbano ha così la conferma che il vero obiettivo dei rapitori è sempre stato Peruzzo. Finalmente i rapitori contattano Peruzzo per indicargli il luogo in cui depositare il denaro. Susanna viene liberata. Montalbano si reca sul luogo in cui Peruzzo avrebbe lasciato i soldi del riscatto, ma scopre che la valigetta è ancora lì e non contiene altro che pezzi di giornale. La notizia si diffonde immediatamente suscitando lo sdegno della popolazione: Peruzzo giura di aver lasciato i soldi richiesti nel luogo convenuto ma nessuno gli crede e la sua carriera politica può considerarsi finita ancor prima di iniziare. Giulia Mistretta muore subito dopo aver riabbracciato la figlia.
Montalbano apprende da Francesco Lipari che Susanna è in procinto di partire per l’Africa con un’associazione di volontariato, e che aveva stabilito questo viaggio già mesi prima senza avergliene parlato. Montalbano inizia a farsi un’idea di come siano andati davvero i fatti e torna dalla venditrice di uova che gli conferma un suo sospetto...
16 maggio: "L'età del dubbio"
Un risveglio inquietante: Montalbano ha sognato il suo proprio funerale, a cui però Livia aveva deciso di non partecipare. Un sogno che mette il commissario di malumore, un malumore accentuato dal fortissimo temporale che ha allagato mezza Vigàta e che non accenna a terminare. Sulla strada per il commissariato, Montalbano soccorre una ragazza bruttina e occhialuta, la cui auto sta per sprofondare nel fondo stradale inghiottito dal fango.
La ragazza dice di chiamarsi Vanna Digiulio, viene da Palermo e deve andare al porto turistico di Vigàta dove ha un appuntamento con la zia, in arrivo con il suo yacht. Montalbano la ospita in commissariato, e quando finalmente lo yacht della zia arriva a Vigàta – e il motivo del suo ritardo è spiegato dal fatto che l’equipaggio ha trovato un cadavere in mare – Vanna sparisce. E anche la stessa zia – Livia Giovannini, proprietaria dello yacht che tra l’altro si chiama proprio Vanna – sembra molto sorpresa quando Montalbano, indagando sul cadavere trovato in mare, le chiede di lei.
Il commissario comincia a sospettare che quella ragazza occhialuta e apparentemente indifesa gli abbia raccontato un sacco di balle. Intanto però il dottor Pasquano scopre che il cadavere trovato in mare in realtà è stato avvelenato. Si tratta quindi di un caso di omicidio, in cui per giunta la vittima è stata sfigurata in modo da rendere impossibile la sua identificazione. A complicare il tutto ci si mette pure l’ufficiale della Capitaneria di Porto che aiuta Montalbano in questa indagine; si tratta del tenente Laura Belladonna, una trentenne bella e simpatica che fa perdere la testa al commissario.
Al punto che a Montalbano viene il dubbio di essere a una svolta della sua vita: forse deve lasciar perdere tutto e accettare l’invito all’amore che gli arriva da Laura? Ma non ha il tempo di farsi troppe domande: l’indagine lo porta a sospettare proprio dell’equipaggio dello yacht della Sig.ra Livia Giovannini. E quando viene ucciso anche un componente del team del Vanna, e Montalbano scopre che c’è un denominatore comune tra lo yacht, il cadavere sfigurato e un motoscafo chiamato Asso di cuori, ecco che i dubbi cominceranno a diradarsi, anche grazie alla ricomparsa della Digiulio, finalmente pronta a rivelarsi nella sua vera identità e soprattutto nel suo vero ruolo. La risoluzione del caso richiederà una certa dose di rischio, un rischio che Laura, pur di stare accanto all’uomo che ama, è pronta a correre. E Montalbano? Lui non sa cosa prova esattamente per lei, ha dei dubbi.. è certo però che togliersi questi dubbi significherà soffrire e far soffrire...
20 maggio: "La luna di carta"
Chi era Angelo Pardo? Un informatore medico-scientifico? Un fratello premuroso? Un amante appassionato?
Queste sono le domande che si farà Montalbano nello sciogliere il caso che gli si squaderna davanti. Si tratta di un delitto spietato: un colpo sparato a bruciapelo nel soggiorno di una casa alla periferia di Vigàta. La vittima è appunto Angelo Pardo. Tutto sembra condurre a una pista passionale, tanto più che nella vita di Angelo Pardo donne non ne mancavano.
Montalbano non si lascia ingannare dalle apparenze e indaga con il solito e collaudato metodo: scava nel passato della vittima sguinzagliando il solerte Fazio, affida il computer del morto all’ottimo Catarella, compie sopralluoghi, parla con tutti quelli che sono immischiati nella vicenda, in cui si inseriscono anche degli onorevoli che muoiono come mosche avvelenati da una partita di cocaina tagliata male. Come sempre alla fine la verità viene a galla. Ma a costo di una fatica immane da parte del nostro commissario. Perché questa volta Montalbano si trova in mezzo a due forti figure di donna, contrapposte l'una all'altra. Entrambe possibili assassine. Montalbano sarà chiamato al compito più arduo della sua carriera: capire la psicologia femminile. E dopo essersi convinto che tutte e due queste donne lo hanno preso in giro, come suo padre, che una volta per scherzo gli disse che la luna era di carta, e lui bambino ci aveva creduto, la verità emerge, una verità rosso fuoco che svela gli intrighi, le passioni nascoste.
23 maggio: "La piramide di fango"
È notte fonda e piove a dirotto. Un uomo, in mutande e canottiera, gravemente ferito, sanguinante, corre disperatamente su una bicicletta, fino a entrare in un cantiere che ormai è tutto un pantano. Con le ultime forze che gli restano, va a infilarsi in una grossa tubatura della condotta idrica in costruzione. È là che viene trovato cadavere, la mattina seguente. È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco.
Montalbano capisce che quell’uomo deve essere stato sorpreso nella notte, mentre dormiva; l’assassino gli ha sparato, lui ha cercato di fuggire con la bicicletta, si è nascosto in quella tubatura, ma la ferita era troppo grave ed è morto. Quindi doveva vivere nelle vicinanze del cantiere. Il commissario riesce dunque a trovare la sua abitazione e a identificarlo: si tratta del trentacinquenne Gerlando Nicotra, contabile della stessa impresa edile di quel cantiere dove è morto; viveva con la bellissima moglie tedesca, Inge.
È un caso assai complesso, e strano, il commissario se ne rende subito conto: tanto per cominciare di Inge non c’è più nessuna traccia, sparita. Inoltre Gerlando e Inge non vivevano soli, come tutti credevano: nell’abitazione ci sono tracce di una terza persona, che stava là con loro, un uomo che nessuno conosce, probabilmente anziano. E nella casa vi erano anche delle pistole, sia nella camera dei Nicotra, sia in quella del misterioso ospite. Cosa assai sorprendente è che di questo “terzo uomo” non vi è alcuna impronta, indossava giorno e notte un paio di guanti di filo, e quindi è chiaro che si tratta di una persona schedata che non voleva farsi identificare.
Si potrebbe pensare a un latitante, ma Montalbano non è affatto convinto di quest’ipotesi. Anche perché il caso Nicotra s’intreccia ben presto col tentato omicidio subìto da Saverio Piscopo, un muratore che aveva cominciato a parlare con la giornalista Lucia Gambardella delle irregolarità commesse dall’impresa presso cui lavorava. La Gambardella è una cronista coraggiosa e combattiva e da tempo lavora a un’inchiesta sugli appalti truccati a Vigata. L’edilizia è spesso il terreno fertile per accordi segreti fra politica e criminalità, ma il commissario capisce al volo che la donna ha messo le mani in qualcosa di molto, molto pericoloso e cerca in ogni modo di suggerirle cautela e di proteggerla. Si rende anche conto che, chi ha tentato di fare fuori Piscopo, ci proverà ancora e miracolosamente riesce a salvare il muratore da un nuovo attentato.
Ormai è più che sicuro: la morte di Nicotra e i tentativi di uccidere Piscopo hanno a che fare con un enorme giro di corruzione e malaffare riguardante varie imprese edili della provincia. E certo, c’entra anche la mafia. Difatti varie forze cominciano a muoversi per costruire un colossale depistaggio, con il quale si vuole fare credere in ogni modo che la morte di Gerlando non sia stata altro che una storia di corna: Nicotra avrebbe trovato la moglie con un amante, avrebbe quindi tentato di ucciderlo, ma l’amante, durante la colluttazione avrebbe sparato a Gerlando. Montalbano, però, riuscirà a non cadere nei vari tranelli che gli vengono messi davanti, a smascherare falsi testimoni, false prove, false confessioni, e, con acume e coraggio, troverà il modo di penetrare all’interno di quella “piramide di fango” che pareva inespugnabile ‐ un fango fatto di sangue, corruzione e malaffare ‐ e ad arrivare finalmente al vertice, facendo così crollare una volta per tutte questa vasta e ingegnosa organizzazione criminale.