Il commissario Ricciardi indaga nella Napoli degli Anni 30

La serie poliziesca, dalle tinte noir, è tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni

Da sinistra, Lino Guanciale ed Enrico Ianniello nei panni del commissario Ricciardi e di Modo, il medico legale, antifascista e amico del commissario
21 Gennaio 2021 alle 09:22

È ambientata nella Napoli degli anni 30 la nuova fiction di Raiuno “Il commissario Ricciardi”, che vede Lino Guanciale nei panni del protagonista.

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Tratta dai gialli di Maurizio de Giovanni, la serie è diretta da Alessandro D’Alatri e racconta nelle sei puntate la vita e le indagini svolte da Luigi Alfredo Ricciardi, tenebroso commissario della Regia Questura. Ricciardi è un maestro nel catturare gli assassini ed è aiutato in questo da una dote che però è anche la sua maledizione: proprio come sua madre, riesce a percepire gli ultimi istanti di vita delle persone vittime di morte violenta.

«Per lui questo è un fardello, di cui non parla con nessuno per non far ricadere sulle persone che ama il peso della sua sorte» spiega Lino Guanciale. «Ricciardi si costruisce una maschera di difesa e mette distanza tra sé e il mondo. Ma in fondo è un uomo empatico, proteso verso gli altri e dotato di una sensibilità fuori dal comune. Puntata dopo puntata, c’è però una progressiva apertura al mondo, che fa leva sull’amore. Perché è attraverso l’amore che passa la felicità». Ricciardi è un uomo tormentato e pieno di chiaroscuri. Più scuri che chiari. Eppure nel racconto dalle tinte noir c’è spazio anche per i sentimenti. Perché il protagonista si innamora di Enrica, una giovane maestra che abita nella casa di fronte, che ricambia questo sentimento delicato, fatto inizialmente di sguardi fugaci. Ma nella vita del commissario c’è anche Livia, un’amica affascinante e sensuale, con cui c’è un’attrazione reciproca.

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