“Il nome della rosa”, ecco i luoghi dove è stata girata la fiction
Chiese, palazzi e castelli (veri) coperti di neve (finta). Le riprese sono andate avanti per sei mesi, di cui quattro negli studi di Cinecittà a Roma, dove sono stati ricostruiti gli esterni e la maggior parte degli interni dell’abbazia
Se in queste settimane vi siete appassionati al racconto televisivo del famosissimo romanzo di Umberto Eco e vi state chiedendo dove si trovi l’abbazia de “Il nome della rosa”, i boschi che la circondano come un mantello e la biblioteca e il magnifico chiostro che fa da sfondo alle indagini di Guglielmo da Baskerville (John Turturro) e del suo fido Adso (Damian Hardung), qui potete soddisfare ogni curiosità.
Le riprese, iniziate a gennaio 2018, sono andate avanti per sei mesi, di cui quattro negli studi di Cinecittà a Roma, dove sono stati ricostruiti gli esterni e la maggior parte degli interni dell’abbazia. «Lo sforzo per realizzare questa serie è stato notevole» conferma Patrizia Massa, produttore esecutivo della casa di produzione Palomar. «Spesso giravamo una scena nel refettorio, che poi, mentre le riprese si spostavano in cortile, veniva smontato e trasformato nella sala capitolo».
La biblioteca? A Cinecittà ne sono state costruite due identiche: una per le scene di vita monastica e un’altra per le scene dell’incendio realizzata con materiali in grado di sopportare le fiamme e consentire di effettuare le riprese. Altro dettaglio importante, la neve. «Andavamo in giro con camion pieni di sacchi di neve di cellulosa» racconta la produttrice «e abbiamo innevato tutte le location dove abbiamo girato». Che fine hanno fatto tutte le scenografie? «Smontate, con grande dolore, perché servivano gli spazi per girare un altro film. Nei nostri magazzini ne abbiamo potuto tenere solo alcune».
1. Cinecittà (Roma)
A Cinecittà è stata creata l’abbazia dove si svolge la serie tv. Il cortile del monastero, dove si affacciano tutti gli edifici principali, è stato allestito in un piazzale (in gergo cinematografico “backlot”) di 4.000 metri quadri. I piani alti della torre (con la biblioteca), della chiesa, della sala capitolo (dove si svolge il processo all’eretico) sono stati “ricreati” e “proiettati” sullo sfondo verde con la tecnica digitale del “chroma key“.
2. Rocca Guidonesca (Rocchettine - RI)
È uno degli esterni dell’abbazia nella scena del ritrovamento del cadavere di un monaco.
3. Santa Maria Valdiponte (Montelabate - PG)
Il chiostro che vedete nella serie è autentico benedettino e si trova vicino a Perugia.
4. Santa Maria in Cosmedin (Roma)
Gli interni della chiesa e la cripta dell’abbazia sono quelli della Basilica che sorge in piazza della Bocca della Verità.
5. Chia (Soriano nel Cimino - VT)
Le cascate del mulino dove lavora Salvatore (Stefano Fresi) si trovano nell’alto Lazio.
6. Cinecittà (Roma)
In tre teatri di posa sono stati di volta in volta allestiti i diversi ambienti dell’abbazia: il refettorio, le cucine, la biblioteca, i bagni, il mulino...
7. Gole di Fara San Martino (CH)
Un vero e proprio canyon nel parco della Majella è stato scelto per la fuga di Anna (Greta Scarano).
8. Parco archeologico di Vulci (VT)
Nella maremma laziale è stato allestito il set della scena della morte sul rogo di due eretici condannati dall’Inquisizione.
9. La Faggeta di Soriano (VT)
I boschi che circondano l’abbazia sono quelli della Faggeta del monte Cimino, dal 2017 patrimonio naturale dell’Umanità.
A lui è affidato uno dei ruoli più difficili della fiction di Raiuno: quello del frate che nasconde ai compagni molti segreti, tra cui quello di essere stato in passato un seguace dell’eretico Dolcino (Alessio Boni)
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