Imma Tataranni (Vanessa Scalera): «Attenti, sto arrivando. E mo’ so’ affari vostri!»

Torna con la serie che la vede protagonista nei panni del sostituto procuratore

Vanessa Scalera
25 Ottobre 2021 alle 08:40

Negli spot che annunciano la partenza della seconda stagione di “Imma Tataranni Sostituto procuratore” il 26 ottobre su Rai1 (quattro puntate ora e quattro nel 2022), Vanessa Scalera nei panni della protagonista, promette: «E mo’ so’ affari vostri!».

Vanessa, è una minaccia?
«Imma è sempre minacciosa (ride). In realtà suona come: “Mi avete aspettato tanto e ora vi beccate la seconda serie, che è bellissima”. È tornata Imma Tataranni in tutto il suo splendore, insomma...».

Cosa ci dobbiamo aspettare da Imma nelle quattro nuove puntate?
«Da lei nulla, nel senso che i caratteri dei personaggi non cambiano. Cambiano le vicende, ci saranno nuovi gialli (ispirati ai romanzi di Mariolina Venezia pubblicati da Einaudi, ndr) con altrettante indagini, e il lato sentimentale di Imma è sempre più complesso».

A proposito di lato sentimentale, nella scorsa serie l’abbiamo vista sognare di baciare il maresciallo Ippazio Calogiuri (Alessio Lapice), il suo braccio destro, e poi farlo davvero. Stavolta torna a sognare o si concretizza qualcosa?
«Non posso svelare...».

Suvvia, ci dia un assaggio.
«Grandi stravolgimenti non ce ne saranno, non vi preoccupate. Però diciamo che il personaggio di Calogiuri è sempre molto presente nella vita di Imma, come lo è suo marito Pietro (Massimiliano Gallo, ndr) del resto. Lei è sempre impelagata in questa dualità sentimentale».

E con la figlia Valentina (Alice Azzariti) come va?
«Imma pretende tanto dalla figlia, che è nel pieno del periodo adolescenziale e questo inasprisce il loro rapporto. Senza contare che i ragazzi a cui Valentina si avvicina alla mamma proprio non piacciono. Insomma, non vi aspettate una Imma pacificata. Tutt’altro. D’altronde Imma non si è mai divertita neanche da ragazza, è sempre stata una secchiona sui libri, non si è mai concessa nulla. Per questo non può comprendere una figlia adolescente».

C’è suo marito Pietro che le fa da contraltare.
«E meno male che esiste Pietro: è l’ago della bilancia. Lui fa una fatica terribile a starle accanto perché Imma non ascolta nessuno ma solo se stessa. Solo raramente si siede e respira. E ancora più raramente presta attenzione ai consigli di Pietro. Tra lei e Valentina c’è un amore enorme, su cui però è sorto un muro, fatto di normali incomprensioni tra genitori e figli».

Imma ha cominciato a vestirsi più sobria o ancora la troveremo in un trionfo di maculati e colori sgargianti?
«E no: se si vestisse più sobria faremmo un altro personaggio!».

Cosa si inventa nel guardaroba?
«Aspettatevi di tutto: con la costumista abbiamo cavalcato questa sua caratteristica eccentrica. In fondo solo una egocentrica e con una personalità forte come la sua può indossare abiti così. Talmente assurdi che stranamente il suo cattivo gusto diventa quasi buongusto: “fa il giro” e alla fine quelle cose le indossa pure bene (ride)!».

Un esempio?
«Un cappottino “muccato”, con il disegno pezzato come quello di una mucca, anche se non in bianco e nero... Per non parlare di una gonnellina un po’ stile Carrà, che spero non venga coperta dal cappottino “muccato”».

Nella prima scena della prima stagione lei è rimasta immersa in mare per ore nell’acqua gelida in mezzo alle meduse. Stavolta cosa le è successo?
«In realtà quest’anno abbiamo fatto il contrario: prima abbiamo girato gli interni e poi gli esterni. Quindi i primi due mesi sono stata seduta a una scrivania a fare gli interrogatori in Procura. Ma il regista Francesco Amato è stato bravissimo a muoverci nello spazio anche in quella situazione».

E una volta passati in esterno?
«Beh, ricordo una scena in cui ballavo e ci siamo divertiti tantissimo. Per Imma scatenarsi in un ballo è qualcosa di ardito! Certo, un exploit come quello nell’acqua all’inizio della scorsa stagione resterà irripetibile».

Imma ha una memoria prodigiosa, lei come se la cava?
«È prodigiosa lo stesso (ride). L’ho esercitata grazie a Imma, che di pistolotti da imparare in brevissimo tempo ne aveva in continuazione: ho girato ogni giorno senza un attimo di riposo per otto mesi. Se non alleni la memoria sei finita».

Subito dopo la prima stagione, e nonostante il successo di ascolti, non la riconoscevano per strada. È arrivata finalmente la popolarità?
«No. E sto bene così».

Come se lo spiega?
«Il fatto è che Imma non mi somiglia per niente, i capelli ricci e rossi mi trasformano parecchio. Io sono bruna e la gente non mi riconosce».

Certo, se si facesse i capelli rossi e ricci anche nella vita...
«Nemmeno per sogno!».

Però ha chiamato la sua cagnolina Imma.
«In realtà ho trovato questa cagnolina per strada, l’ho data a mio padre e siccome mi avevano appena presa per la serie, lui l’ha voluta chiamare Imma».

A Matera invece la riconosceranno...
«Certo, lì sì».

Cosa succede?
«Sembro la Madonna di Lourdes (ride)!».

Cosa le dicono per strada?
«Il primo anno eravamo tutti sconosciuti: c’era il set cinematografico e si diceva in giro che stavano girando una serie. Quest’anno siamo tornati dopo il successo della prima stagione: ci vogliono bene, ci fanno i complimenti e ci ringraziano perché portiamo Matera alla ribalta».

Dal 21 ottobre la vedremo al cinema nel film “L’Arminuta”.
«Io interpreto “la madre”, che nel libro di Donatella Di Pietrantonio da cui è tratto il film non ha un nome. È una donna lontanissima da Imma, ha un’incapacità di mostrare i sentimenti, viene dal mondo contadino ed è come un albero secco. Ha 40 anni e pur essendo relativamente giovane, la vita l’ha resa vecchia. Non ha mai ricevuto amore in famiglia e non sa cosa significhi, è chiusa nel suo dolore».

Anche lì sarà irriconoscibile...
«Sì, sono smunta, vestita quasi di stracci, ho pochissimo trucco e parlo con un forte accento abruzzese. Ma i capelli sono i miei (ride)».

Ora è sul set della seconda stagione di “Romulus” per Sky e sta recitando addirittura in protolatino... mi fa un esempio?
«Non riesco. È la lingua che viene prima del latino, per dirla banalmente. Ci sono due bravissime latiniste che sulla base del latino hanno riscritto questa lingua».

Ambientata ai tempi della fondazione di Roma, dunque anche lì trasformata e irriconoscibile: dica la verità, lei non ci tiene proprio a diventare popolare!
«Va bene così (ride). Al di là di quello che accadrà alla mia vita, io spero che la gente continui ad amare i personaggi che interpreto».

Seguici