Conosciamo meglio i due attori della fiction di Rai1

Antonella Prisco
«Mi sono innamorata di Nunzia leggendo il copione e al provino ho sperato con tutte le mie forze che mi scegliessero» dice Antonella Prisco del personaggio che interpreta nella fiction di Rai1 "La sposa".
Come Maria, la protagonista Serena Rossi, anche la sua Nunzia si è sposata per procura.
«Negli Anni 60 succedeva che donne del Sud si sacrificassero sposando in questo modo uomini del Nord, per lo più proprietari terrieri, per aiutare le proprie famiglie».
Cosa ne pensa?
«Ho provato molta rabbia, quelle donne venivano usate praticamente come merce di scambio. Per fortuna, nel corso delle puntate, si intravedono già i segni del cambiamento».
Nonostante le condizioni di vita difficili, Nunzia diventa un punto di riferimento importante per Maria.
«Lei è una donna molto provata, ha un marito rude e violento. Ma conosce la storia di Italo, l’uomo che Maria ha sposato, e cerca di aiutarla a comprendere lui e la gente del paese, diventando per lei un’ancora di salvezza. Oggi la chiameremmo solidarietà femminile».
Con tutte le differenze del caso, anche la sua Mariella di "Un posto al sole" è una donna molto determinata.
«Come lo sono anche io. Mariella, come me, ha la capacità di prendere il meglio dalle persone che incontra».
E ha un figlio che… è davvero suo figlio!
«Quando me lo hanno proposto sono rimasta spiazzata, non avrei mai immaginato di lavorare insieme con mio figlio. Poi, però, ho capito che è un’esperienza che lo arricchirà, anche se ha solo tre anni».
Sul set come se la cava?
«Benissimo! La prima scena che ha girato era anche senza di me. Ci ha fatto sorridere quando lo hanno chiamato Lollo, come il suo personaggio, e lui ha risposto: “No, io mi chiamo Vincenzo”».
Maurizio Donadoni
Per interpretare il rude zio Vittorio, artefice del matrimonio per procura tra suo nipote Italo (Giorgio Marchesi) e Maria (Serena Rossi), Maurizio Donadoni ha riassunto in una sola, le tante persone che ha visto nella sua infanzia trascorsa a Ghiaie di Bonate Sopra, il paesino in provincia di Bergamo dove è nato. «Gente che faticava davvero» racconta.
Viveva in campagna?
«In una cascina. Il padrone, che io chiamavo zio Giovanni, si alzava alle 4.30 per mungere le mucche e poi stava
tutto il giorno nei campi. Alle otto e mezza di sera, quando si recitava il Rosario tutti insieme, si addormentava per la stanchezza e la moglie, zia Savina, gli dava le gomitate perché recitasse le Ave Maria. Il figlio, Ermanno, era come Italo: bello e lavoratore».
Anche dalle sue parti ci si sposava per procura?
«Ho scoperto che due miei cugini hanno sposato in quel modo due belle ragazze meridionali. Ci sembra un’Italia lontana ma parliamo di soli sessant’anni fa».
Un’Italia in cui uomini come zio Vittorio non avevano alcuna considerazione delle donne...
«Pensi che io, invece, se devo andare in un bar scelgo quello in cui dietro al bancone c’è una barista. Non sono un grande esperto di donne, ma nessuno batte la loro determinazione. E questo mi piace».
Parla per esperienza personale?
«Anche. Mia moglie è coreana e a casa comanda lei! (ride)».
A proposito di donne toste, lei è il fruttivendolo della tostissima Lolita Lobosco. La ritroveremo anche nella seconda stagione?
«Penso di sì. Mi piace esplorare anche il tema della commedia. E poi penso che in questo periodo, con tutto quello che stiamo passando, ci sia davvero bisogno di leggerezza».