«La strada di casa», i segreti della fiction con Alessio Boni

La serie del momento è ispirata a un brutto sogno dello sceneggiatore, andiamo a scoprire tutte le curiosità

Alessio Boni e Lucrezia Lante della Rovere
27 Novembre 2017 alle 12:23

La fiction di Raiuno «La strada di casa» ha esordito martedì 14 novembre con ascolti super: 5.764.000 spettatori (per il 23,4% di share). La storia, in sei episodi, è quella del proprietario terriero Fausto Morra (Alessio Boni) che a causa di un incidente entra in coma e si sveglia dopo cinque anni senza memoria di molte cose del suo passato, mentre la moglie Gloria (Lucrezia Lante della Rovere) e i tre figli conducono una vita a lui ormai del tutto ignota.

La serie, nata dalla collaborazione tra Rai Fiction e Casanova Multimedia (la casa di produzione di Luca Barbareschi), è stata concepita quattro anni fa. Lo sceneggiatore Francesco Arlanch (autore del soggetto insieme con Andrea Valagussa) racconta che all’epoca stava cercando un’idea per narrare una storia sulla paternità: «Una notte ebbi un incubo: sognai di scomparire e di ripresentarmi in famiglia e dai miei tre figli dopo anni». Da lì è partito il lavoro. La serie ha subito preso un sapore western (con la Pianura Padana sullo sfondo e le cavalcate di Alessio Boni), epico (l’imprenditore agricolo è un capopopolo) e noir (c’è la scomparsa di un uomo e il protagonista, in crisi di identità, che indaga su se stesso). Più molti flashback che garantiscono suspense. E telespettatori.

«La strada di casa»: trama, cast e personaggi

PER MANCANZA DI NEVE

Per confezionare la serie è occorso un anno e mezzo. Racconta il produttore esecutivo Claudio Gaeta: «Ci sono voluti sei mesi per l’organizzazione e la preparazione, poi altri sei mesi per girare e infine sei mesi di edizione. Abbiamo girato fra maggio e novembre 2016, per questo abbiamo dovuto “ricostruire” anche le stagioni». La neve che compare in alcune scene è stata infatti creata con effetti speciali digitali (tranne per le scene aeree, girate successivamente in inverno con i droni).

Il cast

Il cast fisso comprende un centinaio di attori a cui si aggiungono quasi 3.000 comparse. Alcuni lavoranti agricoli sono i veri contadini e allevatori della tenuta.

Compra e distruggi

Per la sequenza dell’incidente fra il veicolo guidata da Alessio Boni e l’autoarticolato con le balle di fieno ci sono voluti 2 giorni, uno «storyboard» disegnato dettagliatamente, 4 macchine da presa (interne ed esterne all’auto), un drone, uno stuntman al posto di Boni, più un fuoristrada comprato appositamente e poi distrutto.

Cani e cavalli

Alessio Boni cavalca un cavallo purosangue piemontese. L’attore, già provetto cavallerizzo, ha però fatto alcune passeggiate «conoscitive» con l’animale prima di girare le scene. Tra gli animali della tenuta c’è anche il labrador Luna, che compare sia «interpretato» da un cucciolo (nelle scene del passato) sia da un cane adulto (nelle scene del presente).

Come Ulisse

Racconta l’ideatore della serie Francesco Arlanch: «Il personaggio a cui ci siamo ispirati è Ulisse, il re di Itaca che, tornato a casa dopo anni, deve riconquistare il suo mondo da chi, nel frattempo, l’ha “invaso”. Non a caso in fase di progettazione la serie si intitolava “Itaca”».

Ci sarà una seconda stagione

Gli sceneggiatori stanno già scrivendo le nuove puntate: «Il finale svelerà il mistero di questa stagione, ma i personaggi hanno ancora ampi margini di sviluppo».

Esperti di mais e di cervelli

Sul set sono intervenuti alcuni periti agricoli che hanno suggerito di piantare il mais in tempi diversi per poter girare in pochi mesi le scene di un intero ciclo produttivo, che va dalla semina al raccolto (per il raccolto sono stati utilizzati macchinari super evoluti messi a disposizione da Fiat). Per la vicenda del coma e del post-coma e i suoi risvolti psicologici, Alessio Boni ha avuto la consulenza dello psichiatra Matteo Villanova.

Una pianura da far west

La maggior parte delle scene si svolgono in Piemonte. Il mais, prodotto nell’azienda di Fausto Morra (Alessio Boni), viene coltivato in una Pianura Padana che secondo gli autori «dovrebbe ricordare il West americano». Nella fattispecie il luogo d’elezione è Borgo Cornalese, a circa 20 chilometri da Torino: fa parte del Parco Po e Collina Torinese e qui ha sede una delle aziende agricole più grandi della zona. La strada alberata che porta alla casa, la facciata e molte stanze corrispondono alla casa padronale della tenuta di Borgo Cornalese. Il produttore esecutivo Claudio Gaeta spiega: «Cercavamo un’azienda che avesse anche una dimora importante». Altre facciate sono state ricostruite, così come alcune stanze sono state riarredate per le esigenze della storia. Anche le stalle sono quelle della tenuta. Invece l’ospedale dove viene ricoverato Fausto, lo studio del dottore e la palestra della fisioterapia sono stati allestiti a Roma. Nel Lazio sono state effettuate anche le riprese della serra biologica del figlio Lorenzo (Eugenio Franceschini).

Poca memoria

«La memoria dipende da un mix tra genetica, predisposizione naturale e allenamento. Per allenarla bisogna leggere libri, giornali, fare cruciverba, visitare musei, coltivare hobby» spiega il neurologo Sandro Iannaccone. «È importante non accontentarsi di stare sempre sul divano a guardare passivamente la tv. Ma aiutano anche l’alimentazione mediterranea con pochi grassi, e camminare mezz’ora al mattino e mezz’ora al pomeriggio. Nei traumi cranici con una perdita di coscienza come quello della fiction c’è una zona che non ricorda i fatti precedenti al trauma e quelli post-trauma: i due periodi si sommano e creano un’amnesia. Questo “buco nero” in seguito si può restringere e ridurre sensibilmente, perché abbiamo una sorta di “magazzino” dove cristallizziamo e recuperiamo i fatti importanti della vita».

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