La vita di Leonardo diventa un thriller su Rai1

Parlano Matilda De Angelis, Freddie Highmore e Aidan Turner, i tre protagonisti della fiction di Raiuno sull’artista simbolo del Rinascimento

Matilda De Angelis, Aidan Turner e Freddie Highmore, i tre protagonisti
21 Marzo 2021 alle 09:29

La sua opera è patrimonio di tutta l’umanità. Eppure la sua vita è in buona parte un mistero. Ecco perché l’idea di raccontarla come un giallo potrebbe essere vincente. È quello che fa “Leonardo”, la serie di Raiuno che da martedì 23 marzo si confronta con l’immane compito di portare sul piccolo schermo imprese e tormenti del simbolo del Rinascimento: Leonardo da Vinci.

«Lo spunto è nato da un semplice ritratto, quello della modella che ha posato per “Leda col cigno”, il capolavoro perduto di Leonardo» racconta Matilda De Angelis. «Gli autori si sono chiesti: dove è finito quel quadro? Chi era questa donna ritratta con tanto amore? Perché non ne sappiamo più nulla? E così hanno inventato il mio personaggio, Caterina da Cremona. Attraverso il suo complicato e misterioso rapporto col maestro, ripercorreremo la vita di un genio».

Una vita che sarà al centro di una vera e propria indagine: «Sullo schermo interpreto il comandante Stefano Giraldi» dice Freddie Highmore, l’attore inglese che è anche tra i produttori della fiction. «Quando Caterina scompare, Leonardo è sospettato di omicidio e io sono incaricato di indagare su di lui. Sospettoso e accusatorio all’inizio, finirò con l’essere affascinato dalla personalità di questo uomo dalle infinite capacità. Non volevo fare la parte di un inquisitore severo che batte i pugni sul tavolo e cerca solo di arrivare a una condanna: il mio detective è molto più sottile. C’è una scena in particolare che amo molto, quella in cui Stefano e Leonardo sono rinchiusi in una cella molto stretta. È li che cominciano davvero a capirsi: non ci sono azioni, ma piuttosto una recitazione fatta di dialoghi e sguardi, quasi come un gioco mentale».

Nei panni del protagonista c’è Aidan Turner, l’attore irlandese reso famoso prima dalla trilogia di “Lo Hobbit” di Peter Jackson (era il nano Kili), e poi dalle serie “Being Human” e “Poldark”. A lui è toccato un compito oneroso. «Di solito agli attori consigliano di cercare in sé i tratti che condividono con il personaggio» sorride Aidan. «Ma cosa posso condividere con un gigante come Leonardo? Sarei un megalomane se pensassi di paragonarmi a un simile genio... Eppure da qualcosa dovevo pur partire. Quando ho scoperto la sua infanzia difficile, e che non ha fatto neppure una scuola normale (Leonardo era figlio illegittimo e fu affidato ai nonni paterni; non ebbe maestri e lui stesso si definiva “omo sanza lettere”, ndr) ho capito che quella era la chiave: raccontare la sofferenza, il tormento di un artista che non è accettato dai suoi pari. E neppure dai suoi fratelli, che lo esclusero dall’eredità in quanto illegittimo! Questo è qualcosa in cui qualsiasi artista può riconoscersi, perché senza il favore del pubblico, l’artista non esiste».

Episodio dopo episodio, vedremo dunque Leonardo alle prese con le opere che l’hanno reso immortale: dal “Ritratto di Ginevra de’ Benci” all’“Adorazione dei Magi”, dall’“Ultima cena” alla “Gioconda”. E poi invenzioni, macchine da guerra, grandi sculture in bronzo... perché Leonardo non era solo pittore ma anche scultore, scienziato, scenografo, matematico, architetto e persino musicista.

«Una delle cose più eccitanti del set è stato vedere i decoratori che ricostruivano l’avanzamento dei quadri via via che la storia procedeva: era un po’ come vedere la mano di Leonardo al lavoro» racconta Turner, che è rimasto entusiasta delle riprese: «Era la prima volta che lavoravo in Italia e mi sono fatto subito un sacco di amici. Dicono che italiani e irlandesi abbiano un carattere simile e io sono d’accordo: amiamo il cibo, l’arte, scherzare sul lavoro e non ci prendiamo troppo sul serio».

In effetti può sembrare strano che la serie dedicata a un simbolo della cultura italiana sia stata scritta da autori stranieri e girata in inglese. Ma Matilda De Angelis assicura che il lavoro svolto è stato accuratissimo: «A volte all’estero conoscono e amano la nostra Storia più di quanto non facciamo noi stessi. Mi ha stupito la quantità di documentazione che il regista Dan Percival ha raccolto. E lo stile italiano era ben presente attraverso il lavoro di scenografi, costumisti e truccatori... In quanto a me, girare una megaproduzione internazionale a due passi da casa è stato il massimo! Il set di Formello, alle porte di Roma, era gigantesco. Lì sono stati ricostruiti la Firenze dell’epoca e anche scorci di Milano e Roma. Per me era la prima volta in una grande messinscena d’epoca. Mi piacciono i costumi rinascimentali anche se per indossarli impiegavo 40 minuti, soprattutto per farmi andare bene i corpetti strettissimi. Poi altri 40 minuti di trucco... Ma ne è valsa la pena».

Anche perché sulla complicata relazione tra Leonardo e Caterina è imperniata tutta la storia: «Lei per lui è amica, ispiratrice, protettrice, amante platonica e anche un po’ madre. È un rapporto che cambia continuamente nell’arco delle otto puntate e che porterà al colpo di scena finale». Aggiunge Turner: «Si conoscono quando lui è ancora un apprendista, senza amici e poco valorizzato. Lei arriva come un uragano, lo fa sentire amato e cura la sua perenne insoddisfazione». Sì, perché Leonardo è rimasto celebre anche per il gran numero di opere cominciate e mai concluse. Perché? «Forse si annoiava. O dovette abbandonarle per ragioni economiche. Ma io credo che il motivo vero sia un altro: non sopportava di non aver raggiunto la perfezione. E in questo è stato davvero l’artista perfetto».

5 cose da sapere su Leonardo da Vinci

  • Nacque nel 1452 ad Anchiano, frazione di Vinci (Firenze), figlio illegittimo di un notaio. Per questo crebbe con i nonni e non ebbe mai un’educazione regolare.
  • Il suo maestro d’arte fu il Verrocchio (interpretato nella serie da Giancarlo Giannini).
  • Fu il primo a capire la funzione del cuore: far circolare il sangue (ai tempi si pensava che servisse a scaldarlo).
  • Adorava gli animali e perciò era vegetariano.
  • La “Gioconda” non è mai stata “rubata” dai francesi: il re Francesco I la comprò direttamente da Leonardo da Vinci per la somma di 4 mila scudi d’oro.
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