Prima con «Non dirlo al mio capo 2», ora con «L'allieva 2»: l'attore infila un successo dietro l’altro. E non solo in televisione. Ha da poco ripreso in teatro «La classe operaia va in Paradiso» e anche lì tutto esaurito
Prima con «Non dirlo al mio capo 2», ora con «L'allieva 2»: Lino Guanciale infila un successo dietro l’altro. E non solo in televisione. Ha da poco ripreso in teatro «La classe operaia va in Paradiso» e anche lì tutto esaurito. Non c’è dubbio, è il suo momento.
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Lino, anche la seconda stagione de L’Allieva è un successo.
«Sono davvero felice. Non era scontato».
Comincerà ad abituarsi a questi numeri: qualunque cosa faccia, funziona...
«Mai abituarsi. Bisogna sempre cambiare, crescere. Se ti fermi, quei numeri poi si abbassano. Ecco perché dico sempre che preferisco non andare oltre la seconda stagione di una fiction. Perché ho fame di progetti e stimoli nuovi. Poi certo, non è una regola ferrea, ma per fare una terza stagione bisogna che ci sia nella sceneggiatura una forza che riesca a incuriosirmi e a incuriosire il pubblico».
Perché il suo personaggio così odioso è invece così amato?
«Beh, io mi sono divertito molto nell’interpretare Claudio Conforti, il terribile CC. Mi sento cresciuto. Anche perché mentre il teatro è il mezzo che conosco da sempre, è “il mio brodo”, la televisione ho cominciato a farla più tardi e ora, serie dopo serie, anche io mi sento più sicuro».
Lei si riguarda in televisione?
«Sono sempre alla ricerca di quello che avrei potuto fare meglio. Comunque non seguo mai la puntata il giorno della messa in onda. La recupero il giorno dopo».
Come mai?
«Per scaramanzia. E quando si organizza la visione con tutto il cast per la prima puntata, io mi agito tantissimo, poi scappo in cucina. Faccio comunità ma non lo spettatore ».