Il fedele amico del protagonista Saverio Lamanna, Claudio Gioè
In "Màkari", Domenico Centamore è Piccionello, il fedele amico del protagonista Saverio Lamanna, Claudio Gioè. E anche nella realtà i due attori, entrambi siciliani, si conoscono da una vita.
Domenico, ma il suo Piccionello dove prende quelle bizzarre magliette?
«Merito dell’autore Gaetano Savatteri. Un’idea geniale. Io adoro quella dell’anno scorso “Beddu e siculo” con la mia foto, ma anche quella con le arance non è male. Tra l’altro io sono di Scordìa, il paese con le arance più dolci del mondo».
Chiunque vorrebbe avere un amico come lei: leale, saggio, buffo...
«È un rapporto meraviglioso tra due uomini che rappresentano la Sicilia. Da un lato il normanno Lamanna, dall’altro il borbonico Piccionello. È la storia anche di un’amicizia “invadente”. Noi al Sud siamo un po’ come Piccionello. Talvolta una persona così presente può risultare asfissiante ma poi quando non c’è, ne senti la mancanza».
Parlerete anche in dialetto…
«Noo! Claudio ha studiato alla Silvio D’Amico, ha una dizione impeccabile. Io sono autodidatta. Prima di parlare in italiano devo raccogliere i pensieri e trovare le parole giuste».
Ha sempre sognato di fare l’attore?
«Sì, ricordo che quando a 14 anni dissi a mio padre, che faceva il capocantiere, di voler diventare attore, lui rispose: “Non ti preoccupare che mo’ ti passa sta cosa”, come se recitare fosse una malattia».
E la sua famiglia?
«Con mia moglie Melinda stiamo insieme da trent’anni. L’ho conosciuta che era una bambina e non so fare niente senza di lei. Nemmeno cucinare so... Abbiamo due figli e lei è il generale della casa».
Cosa dice di Piccionello?
«Che a volte siamo uguali. “Ma hai visto quanti colori indossi oggi?” mi dice spesso. L’unica differenza è che io non uso le infradito!».