I due nuovi medici “rubacuori” della serie con Luca Argentero

Marco Rossetti: «La lontananza rafforza l’amore»
Lo abbiamo visto in serie di successo come "R.I.S." e "Squadra mobile". E ora Marco Rossetti è in "Doc", nei panni del cinico e schivo dottor Damiano Cesconi. Segnato profondamente dalla pandemia, col suo fascino ha suscitato l’interesse di Giulia (Matilde Gioli).
Marco, lei come ha vissuto il Covid?
«È stato come trovarmi incarcerato senza aver commesso alcun reato. Il lockdown mi ha costretto a soffermarmi su me stesso, a fare i conti con ciò che sono e voglio. Anche sul piano sentimentale. La convivenza forzata con la mia fidanzata (l’attrice Beatrice Arnera, ndr) è stata una lente di ingrandimento sul nostro rapporto. E alla fine abbiamo preso strade diverse».
Come è accaduto a tante coppie...
«Sì, nel mio caso ha inciso soprattutto l’aspetto della “mancanza”. Nel senso che in una relazione i momenti di lontananza servono, aiutano a capire quanto l’altra persona è importante».
Anche lei è schivo come Damiano?
«Molto più di lui. Sono timidissimo, maldestro e impacciato. E in amore devo fidarmi prima di mostrare la mia natura».
E qual è?
«Sono un buono. Mi lascio coinvolgere. Ma è un’arma a doppio taglio. Perché porta felicità ma anche sofferenza».
Come affronta la sofferenza?
«In questo lavoro impari a convivere con i “no”. La competizione la vivo con me stesso. A parte quando gioco a biliardino... Se perdo mi infurio! (ride)».
Oggi è felice?
«Ora sono innamoratissimo. Di Nata, da Fortunata, una cagnolina di 16 mesi. Ecco, da lei non so stare lontano... La porto anche sul set (ride)».
Gaetano Bruno: «Mi piacciono le donne forti»
Sicuro di sé e distaccato, ma sincero e leale. Edoardo Valenti, nuovo primario di chirurgia, non è rimasto insensibile alle avances di Carolina (Beatrice Grannò), la giovane figlia di Andrea Fanti (Luca Argentero). A interpretarlo è Gaetano Bruno, volto di tante fiction come "La porta rossa", "1992" e "Il cacciatore".
Quanto si riconosce in Valenti?
«Sono anch’io uno scrupoloso, preciso, determinato. Ma sul lavoro sono più empatico, mi lascio coinvolgere dalle storie».
La lealtà è un dono che le appartiene?
«Assolutamente sì. Non sono invidioso, arrivista, competitivo. Come in ogni ambiente di lavoro, più sei bravo meno hai bisogno di dimostrarlo».
E con le donne come mostra il suo interesse?
«Sono molto timido e riservato, ma se una donna mi piace, parto alla carica (ride)».
La differenza di età quanto conta per lei?
«In genere si pensa che due persone vicine di età abbiamo più cose in comune, ma non è affatto scontato».
Cosa guarda in una donna?
«Il fascino, l’eleganza e poi mi piace che abbia punti di vista diversi dal mio. Non sono spaventato dalle donne forti, possono aiutarti a crescere e a migliorare. Così è mia madre, la donna più importante della mia vita, che mi ha insegnato la perseveranza, l’amore, la comprensione. Oltre a mia figlia, naturalmente».
Che padre è?
«Con Anna, che ha 6 anni, sono attento, presente. Anche se ci siamo separati, io e sua mamma (Elena Radonicich, ndr) le diamo tutta la sicurezza affettiva di cui ha bisogno».