Matilda De Angelis, da «Veloce come il vento a «Tutto può succedere»

La rivelazione del film sulle corse automobilistiche con Stefano Accorsi spicca nella fiction di Rai1. «Ma adesso il sogno è fare un disco»

Matilda De Angelis. Prima di debuttare come attrice ha inciso un disco con la band Rumba de Bodas. Nel 2016 ha anche recitato nel videoclip di «Tutto qui accade» dei Negramaro  Credit: © Getty Images
1 Giugno 2017 alle 11:00

Per molti è la nuova stella del cinema italiano. Nonostante la giovane età, Matilda De Angelis sa destreggiarsi bene tra cinema e televisione. Ha esordito sul grande schermo con il film di Matteo Rovere «Veloce come il vento», in coppia con Stefano Accorsi. Un’interpretazione che le è valsa prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio Flaiano e il Nastro d’Argento come rivelazione dell’anno. Ai David di Donatello Matilda ha ricevuto la nomination come Miglior protagonista rientrando anche tra i candidati per la Migliore canzone originale con «Seventeen», tratta dalla colonna sonora.

Ma l’attrice bolognese, con due film in uscita, è anche protagonista della fiction di Raiuno «Tutto può succedere», dove veste i panni di Ambra, ragazza ribelle e dal carattere forte, spesso in contrasto con la madre, interpretata da Maya Sansa.

Matilda è una ragazza semplice, ma con le idee chiare. Il successo, arrivato all’improvviso, non ha cambiato nulla nella sua vita. «Continuo a essere quella di sempre» spiega a Sorrisi.

Matilda, lei ha cominciato con la musica. Quando ha scoperto la vocazione per la recitazione?
«Sin da bambina ho sempre avuto una passione per la musica e in particolare per il canto. Ma un giorno, grazie alla segnalazione di un amico, ho fatto il mio primo provino per “Veloce come il vento” e sono stata scelta. È stata una prova impegnativa ma molto importante per me. Lavorare con il regista Matteo Rovere e con un attore del calibro di Accorsi è stata la cosa più bella che potesse capitarmi. Grazie a quel film mi sono misurata con altre esperienze. Dopo le riprese, infatti, sono stata scelta per la fiction “Tutto può succedere”».
Com’è stato lavorare in una fiction, per lei che era alla prima esperienza in televisione?
«È stato fantastico perché per quattordici mesi ho lavorato al fianco di professionisti come Licia Maglietta, Pietro Sermonti, Maya Sansa, Giorgio Colangeli e mi sono potuta allenare. È stata un’esperienza molto formativa».
Si riconosce in qualche modo in Ambra, il personaggio che interpreta?
«Credo che ci siano degli aspetti che riesco a raccontare con più facilità perché li ho vissuti anch’io. Come la paura che Ambra prova nei confronti della musica. Ho vissuto anch’io un momento difficile quando avevo 16 anni, ricordo il timore di intraprendere la carriera musicale. Ero indecisa, a quell’età non si hanno le idee chiare. Però sono molto più solare di Ambra, non sono così “tragica”».
Che clima si respirava sul set?
«Familiare. Ho legato con tutti, in particolare con Maya Sansa, Pietro Sermonti, Benedetta Porcaroli, la mia cuginetta “per fiction”, e con Camilla Filippi. Sin dall’inizio mi sono sentita a casa».
In effetti nella serie recita in famiglia. Nella fiction c’è Tobia De Angelis, suo fratello anche nella vita...
 «Questa esperienza ci ha uniti ancora di più. Noi siamo molto legati anche perché, nella vita, non abbiamo altri fratelli. I nostri genitori sono molto orgogliosi di noi».
Lei sarà protagonista di due film di prossima uscita, «Youtopia» di Bernardo Carboni e «Una famiglia» di Sebastiano Riso. Che cosa la convince a partecipare a un progetto?
«Mi devo appassionare alla trama e al personaggio, devo essere convinta che quella storia debba essere raccontata proprio da me, con la mia pelle e con la mia voce».
Si parla di lei come di un personaggio-rivelazione. Questa definizione la spaventa?
«Bisogna sapere interpretare bene questi giudizi. I complimenti e gli slanci di entusiasmo dei giornalisti mi creano un po’ di ansia da prestazione, ma devo ammettere che sono anche gratificanti».
Canta e recita. Sa anche ballare?
«Quella è una cosa che davvero non so fare, ahimé...».
Ci sono artiste internazionali a cui si ispira nel suo lavoro?
«Sono affascinata da Cate Blanchett, Jennifer Lawrence e Natalie Portman, sono grandi dive del cinema americano e artiste complete».
Si dice che il successo possa sconvolgere la vita delle persone. A lei è accaduto?
«Per fortuna non sono famosissima. Spesso le ragazzine mi fermano per strada e mi chiedono di fare un selfie, ricevo molti complimenti dalle mamme ma non sono mai stata attratta dal divismo. Io rimango quella di sempre».
Quello dello spettacolo è un ambiente competitivo. C’è qualche collega con cui ha stretto amicizia?
«Quasi tutti i miei colleghi sono molto più grandi di me. Hanno famiglie e figli, per cui è difficile che io li frequenti. Ma con Matilde Gioli ho legato e siamo diventate amiche, ci accomuna l’ingresso nel mondo del cinema avvenuto in maniera simile. Io comunque resto legata ai miei amici di sempre».
Una curiosità. Lei è bolognese ma ha un accento romano...
«Non me lo dica. I miei genitori mi sgridano sempre per questo! Io però, per empatia, mi ritrovo a parlare come le persone a me più vicine».
La musica è una passione accantonata o invece ha qualche progetto?
«Non posso archiviare una passione che è nata con me. È come se mi si chiedesse di smettere di camminare. Ora le priorità sono il cinema e la televisione. Ma il mio sogno nel cassetto è di incidere un disco tutto mio».

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