Per il suo senso di responsabilità verso la famiglia, ha messo da parte il sogno d’amore con Delia
Anche in questa seconda stagione di "Cuori" Matteo Martari indossa il camice del dottor Alberto Ferraris, il medico dedito al suo lavoro che stiamo conoscendo anche nella nuova veste di padre del piccolo Carlo, avuto dalla fidanzata Karen (Romina Colbasso). E proprio per il suo senso di responsabilità verso la famiglia, ha messo da parte il sogno d’amore con Delia (Pilar Fogliati), ex moglie del suo mentore, Cesare Corvara (Daniele Pecci).
Matteo, quali sono le ragioni del successo di "Cuori"?
«Le serie ospedaliere creano empatia, immedesimazione. E poi c’è tutto il fascino degli Anni 60, epoca in cui è ambientata la fiction».
A lei cosa piace di quel periodo?
«La forma, l’eleganza, il savoir faire, ma anche il fermento culturale, la fiducia nel futuro».
Cosa ha imparato sul set?
«Ho una discreta manualità con gli attrezzi, che ho affinato maneggiando le strumentazioni sanitarie. Ma di certo ora sono in grado di mettere dei punti di sutura nel caso servisse».
Soffre di ipocondria?
«Non ho un rapporto sereno con la malattia. Ma grazie a questa serie devo dire che la mia ipocondria si è attenuata. Sono diventato un paziente meno apprensivo (ride)».
Di Alberto cosa l’ha colpita?
«La sua dedizione, la capacità di valorizzarsi sul lavoro. E la determinazione, che però deve fare i conti con la sensibilità e i sentimenti».
Lei ha la stessa dedizione sul lavoro?
«Ho sempre cercato di non mollare e andare avanti per realizzare il sogno di recitare. Per mantenermi ho fatto tanti lavoretti, anche il panettiere».
Un personaggio che ha interpretato al quale è molto affezionato?
«Marco Buratti di "L’Alligatore" (disponibile su RaiPlay, ndr). Prima di tutto per una questione di origine, di legame con la terra, visto che è veneto come me. E poi perché è un personaggio complesso che fatica a far prevalere il bene sul male».
Quali sono i ruoli che ama di più?
«Adoro calarmi nei panni di personaggi realmente esistiti. E, da appassionato di auto, mi piacerebbe tanto interpretare un pilota».
Cosa le fa battere il cuore?
«So apprezzare le piccole cose. Ad esempio, mi rende felice la possibilità di condividere del tempo con le persone a cui sono affezionato».
Che cosa invece le spezza il cuore?
«L’ingiustizia e l’indifferenza mi disturbano tantissimo».
Per amore a cosa rinuncerebbe?
«Non saprei, quando ami sei capace di fare cose incredibili. Sei in balia di un sentimento talmente forte che non ti poni limiti».
Mai desiderato diventare padre?
«Sì, ci ho pensato. E sarei anche pronto ad avere un figlio. Ma bisogna essere in due (ride)».
Qual è il peso che dà a valori come amore e amicizia?
«Sono due valori indispensabili. Non si può vivere senza uno né senza l’altro. E possono convivere, eccetto quando una relazione sentimentale finisce. In tal caso ci vuole del tempo perché possa trasformarsi in amicizia».