«I Medici», Alessandro Preziosi racconta la sua esperienza

«È stato bellissimo lavorare in un kolossal. Ed è stato fantastico recitare in inglese». Così uno dei protagonisti italiani della serie kolossal di Raiuno

Alessandro Preziosi nella serie interpreta Filippo Brunelleschi
27 Ottobre 2016 alle 18:08

Alessandro Preziosi è stato chiamato per interpretare Filippo Brunelleschi nella serie di Raiuno «I Medici». Un ruolo diverso dagli altri. «La sua presenza ha agitato lo “stagno” perché gli altri personaggi sono molto più posati. Attraverso l’arte di Brunelleschi si realizza la missione “divina” dei Medici di creare uno Stato che parta dalla bellezza di Firenze».

Come ha preparato la parte?
«Su Filippo Brunelleschi non ci sono molti documenti. Così mi sono ispirato a Charles Bukowski (scrittore del secolo scorso dalla vita tumultuosa, ndr). Ho voluto raccontarlo in modo emotivo e forte. Al di là di ciò che si dice, che bevesse e fosse irascibile, gli ho dato una “dannazione costruttiva”. È stata una delle cose più entusiasmanti che abbia mai fatto».
Dove ha girato?
«A Montepulciano, in Toscana, poi nei teatri di posa di Formello, nel Lazio. La cosa divertente è che neanche un anno prima ero stato con mia figlia a vedere la cupola del Duomo di Firenze, opera proprio del Brunelleschi. Ed era stato incredibile, anche per un visitatore distratto come me, scoprire quanto fosse ingegnosa. Mai avrei immaginato che un anno dopo l’avrei “costruita” io!».
Com’è stato lavorare in un kolossal?
«Bellissimo. Ed è stato fantastico recitare in inglese. Lo avevo già fatto, ma qui la pronuncia doveva essere perfetta, perché avremmo dovuto lasciare le nostre voci in fase di doppiaggio. Ricordo in particolare un episodio: ero molto emozionato e non mi veniva bene una battuta. Mi si è avvicinato Dustin Hoffman (che interpreta Giovanni de’ Medici, ndr) e mi ha dato la giusta intonazione. Ma lo ha fatto con grande umiltà e discrezione».
Ha avuto altri incontri con Dustin Hoffman?
«Sì, al trucco. Mi sono presentato come Brunelleschi e gli ho offerto i miei servigi di architetto. Lui si è girato e mi ha risposto: “Si abbassi perché per contratto le persone che parlano con me devono stare all’altezza del mio naso”. È un uomo incredibilmente simpatico».
Il ricordo più bello?
«Quando mi alzavo all’alba per andare a girare. Dormivo poche ore, ma arrivavo sul set ed ero felice di lavorare. E non è sempre così scontato».

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