Montalbano, i luoghi delle riprese della fiction

In questo dietro le quinte esclusivo, la vera star è la Sicilia. A partire dalla novità Agrigento, eccoci sul set de «Il commissario Montalbano»

Luca Zingaretti nei panni di Montalbano con Isabell Sollman, che interpreta la sua fidata amica Ingrid, preparano la scena di un incontro segreto nel Tempio di Giunone, dentro il Parco archeologico di Agrigento.  Credit: © Duccio Giordano
6 Marzo 2017 alle 12:08

Sono posti da sogno. Un set a cielo aperto che si trasforma in un personaggio tra i personaggi, come afferma lo stesso Luca Zingaretti: «Questa terra è un’attrice protagonista che brilla di luce propria: una primadonna». Sorrisi è stato in Sicilia durante le riprese degli ultimi due episodi de «Il commissario Montalbano», in onda in queste settimane, per capire quanto amore e quanto lavoro ci sia dietro il successo di una serie così popolare. «Dal 1998 abbiamo girato 30 film. Cifra tonda. E la serie viene esportata in 60 Paesi. Lo sa che mi riconoscono anche in Giappone?» ci ha detto fiero Zingaretti, che nella Sicilia dello scrittore Andrea Camilleri è di casa. 

La squadra della società di produzione Palomar, capitanata da Carlo Degli Esposti, arriva qui da Roma in media una volta ogni due anni per girare le nuove storie. Stavolta per «Un covo di vipere», che abbiamo appena visto, e per «Come voleva la prassi», in onda in prima serata su Raiuno il 6 marzo, il raggio d’azione delle riprese si è fatto più ampio del solito. Oltre a Modica, Scicli, Marina di Ragusa e il centro storico di Ragusa, Ibla, alcune scene sono state ambientate nella Valle dei Templi di Agrigento. E tra le colonne doriche il commissario Montalbano sembra muoversi a suo agio mentre un fedele compagno lo segue a vista... Fazio? Mimì? No, un ombrello che serve a ripararlo dal sole. «Se gli attori si abbronzano troppo è difficile montare le scene girate in tempi diversi, sembrerebbero falsate» spiega l’aiuto regista Franco Nardella. Il colore del parasole, il viola tanto temuto dai superstiziosi, su questo set non fa paura. Più che quelli scaramantici sono altri i riti a cui non si rinuncia. Per esempio i caffè: «Tra le tazzine bevute in scena e le dosi di caffeina assunte in pausa per tirarci su rischiamo la tachicardia» scherza Marco Camilli, responsabile editoriale di Palomar. Insomma, sulla terrazza di casa Montalbano a Punta Secca la caffettiera non è mai decorativa. Così come non fa parte solo della splendida scenografia la scalinata del duomo di San Giorgio a Modica, dove Zingaretti ogni tanto gesticola come un vigile urbano per dare indicazioni alla troupe sulle inquadrature. L’attore è felice di dire la sua, un po’ come il suo Salvo che ci tiene a ribadire: «Montalbano sono!».

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