I due giovani attori sono studenti della classe di Alessandro Gassmann

Nicolas Maupas
Preciso, ordinato, Simone ha un pessimo rapporto con il padre Dante (Alessandro Gassmann), che si ritrova anche a scuola come professore di Filosofia. Nicolas Maupas, 23 anni, mamma italiana e papà francese, già notato in "Mare fuori", è uno dei protagonisti di "Un professore".
Come si è calato nella parte?
«All’inizio temevo di non riuscire a renderlo credibile per il suo grande conflitto interiore, dovuto anche alle incertezze sulla sua sessualità. Trova delle amicizie, ne perde altre. Un periodo turbolento...».
Lei a quell’età com’era?
«Ho vissuto un’adolescenza ricca di esperienze. Non ero molto calmo, ero caciarone, facevo spesso battute. Non studiavo tanto, se non le materie che mi piacevano».
Come Manuel anche lei era un genio in Matematica e Fisica?
«Nooo (sorride). Ero una capra. Ero forte in Italiano, Francese e Chimica. Se il mio prof di Matematica mi vedesse in questa fiction, dove brillo nella sua materia, si farebbe una grande risata».
A scuola aveva un atteggiamento spavaldo o remissivo?
«Alle elementari e alle medie venivo bullizzato soprattutto perché ero timido. Non avevo un gruppo solido di amici. Al liceo sono cambiato».
La passione per la recitazione quando l’ha scoperta?
«Devo ringraziare mia madre perché è con lei che ho visto il primo film, "Belfagor". Lei poi è una felliniana ed è riuscita a contagiare anche me. Negli anni del liceo ho scoperto la passione per la recitazione. Io e mia madre, soprattutto nel periodo in cui non stava bene, improvvisavamo a casa monologhi insieme. Era un modo per starle vicino e per farla sorridere. Poi mi sono iscritto all’Accademia di recitazione».
Damiano Gavino
Ribelle e ripetente, Manuel è l’irrequieto studente “croce e delizia” del prof Balestra (Gassmann) e figlio problematico di Anita (Claudia Pandolfi). A interpretarlo è il ventenne Damiano Gavino, al suo primo ruolo in tv.
Com’è arrivata questa esperienza?
«L’anno scorso frequentavo Scienze della comunicazione e mia sorella Lea, che studia invece recitazione, mi disse che stavano cercando un ragazzo per una fiction. Inviò una foto, e dopo cinque provini ce l’ho fatta».
Non aveva mai pensato di fare l’attore?
«Da bambino ero timidissimo. Poi ho capito che quando facevo un po’ il comico, in classe venivo accettato da tutti. Per cui ho continuato su questa strada. Nella mia squadra di calcio ero famoso perché imitavo benissimo il mister...».
Manuel è ribelle, lei?
«Lui detesta le regole e si atteggia. Io sono l’opposto. Anche nel rapporto conflittuale con la madre non mi ci rivedo. Non ho avuto un’adolescenza turbolenta. Ho sempre seguito i miei genitori, che hanno una mentalità aperta».
E a scuola era uno studente modello?
«Nello studio ero molto metodico. Al liceo musicale ero bravino in tutte le materie tranne Matematica. Ero considerato il furbo della classe perché quando tutti facevano confusione io riuscivo a smettere prima ed evitare la nota!».
E con i prof che rapporti aveva?
«Non dimenticherò mai un’insegnante di Italiano alle medie che mi ha fatto appassionare alla letteratura e un prof di Lettere al liceo che aveva un modo di insegnare molto teatrale. Ogni lezione era uno spettacolo: lui sul palco e noi alunni eravamo i suoi spettatori».