Nella fiction è Elisa Olivieri, la compagna del maresciallo Cecchini

Ha un filo di accento toscano, garbato e delicato, perché è nata a Prato. E racconta con voce rilassata che dalla sua stanza da letto vede il mare di Mondello, perché si è trasferita in Sicilia per dirigere il Teatro Biondo di Palermo. Ed è per questo motivo che Pamela Villoresi nella 13a stagione di “Don Matteo” (l’ultima puntata è il 26 maggio) si è vista poco nei panni della sua Elisa, la madre della capitana Anna Olivieri (Maria Chiara Giannetta) che fa coppia con il maresciallo Cecchini (Nino Frassica). «Oltre all’impegno col teatro, mi sono riservata il tempo solo per le vere perle» dice l’attrice. «E “Don Matteo” è una perla: è una serie popolare e di qualità, scritta bene, spassosa da guardare e da girare».
Elisa appare nei momenti clou, quando c’è maretta o se sta per scoppiare un amore.
«Gli autori sono geniali. Pensiamo a come hanno gestito il cambio di protagonista e l’avvicendamento fra Terence Hill e Raoul Bova. Adesso tutti amano don Massimo».
Pure il suo personaggio è cambiato. Sembra meno autoritario, più dolce.
«Vero. All’inizio era anche invadente, ora ha un risvolto un po’ buffo. Elisa ora è più comprensiva, profonda e gioiosa, mi piace molto così».
Quando si rivolge al maresciallo Cecchini, Elisa lo chiama “Ninuzzo”. C’è aria di fiori d’arancio?
«Non lo confesserò nemmeno sotto tortura!».
Che complicità si è creata con Frassica?
«Con Nino sul set ci siamo fatti delle risate clamorose. Lui improvvisa molto e io mi devo trattenere per non esplodere. Fino alla fine del ciak, resisto, ma poi... bum! Scoppio».
E con gli altri colleghi?
«Con Maria Chiara e Maurizio (Lastrico, che interpreta il pm Marco Nardi, ndr) abbiamo spesso giocato a tennis. Io però non sono brava, preferisco gli sport acquatici. Quest’anno per la seconda volta attraverserò a nuoto lo Stretto di Messina. E faccio canottaggio: è bellissimo essere in otto in barca con un unico respiro».
Guarda le puntate?
«Tutte, su RaiPlay».
E chi vede meglio tra Anna e Valentina (l’attrice Emma Valenti) come fidanzata per Nardi?
«Tifo per la mia bambina! Non vedo l’ora che l’altra si tolga di mezzo...».
Elisa porta il caffè a letto al maresciallo e fa la spesa per la figlia. Lei è così premurosa con i suoi familiari?
«Per lavoro sono “donna in carriera”, e giro tanto. Ma ho cresciuto tre bambini da un certo periodo in poi da sola, perché mio marito (il direttore della fotografia Cristiano Pogany, ndr) non c’è più dal 1999. Ma quando rivedo i miei tre figli e le mie due nipotine, Nina di 7 anni e Sara di 4, mi piace accudirli. E poi amo avere a cena gli amici, cucinare».
Che tipo di nonna è?
«Vizio le mie nipoti a più non posso. Le bambine mi si buttano addosso, mi salgono sulla schiena mentre sto in ginocchio sul tappeto e devo impersonare il dromedario o l’elefante imbizzarrito».
Perché la sua Elisa predilige gli abiti chiari?
«È una scelta della costumista che rispecchia il candore naïf del personaggio. Amo i colori e non vesto mai solo di nero, lo spezzo col giallo, il rosso, il verde».
Elisa porta anche orecchini appariscenti.
«Piacciono pure a me, ma i miei non sono preziosi, sono “plastiche d’autore”. Così non ho l’ansia di perderli quando sono in tournée».
Calca i palcoscenici da cinquant’anni, era poco più di una bambina.
«È l’unico mestiere che ho sempre sognato di fare, a parte quello di mamma».
I provini più tosti della sua carriera?
«Quelli di oggi, perché non sono mai stata brava ad affrontarli. Ne ho fatto un altro col regista Paolo Sorrentino (dopo quello passato per il ruolo di Viola nel film “La grande bellezza”, ndr). Ma farli mi imbarazza».
Sulla scacchiera di “Don Matteo” si gioca la partita delle indagini. Ma nel gioco a scacchi della vita, che ruolo vorrebbe?
«Sono una madre, una vedova, dirigo un teatro, mi assumo le mie responsabilità. Mi sta bene la Regina? Però nel gioco a scacchi l’obiettivo è distruggere l’avversario e questa cosa non mi garba. Io sono abituata a costruire e a unire, quindi sulla scacchiera non ci salirei».