Paola Cortellesi: «Ora faccio l’ispettrice ma sogno un musical»

L'attrice è la protagonista di "Petra", una nuova serie di Sky tratta dai gialli di Alicia Giménez-Bartlett

Paola Cortellesi nei panni di Petra Delicato
30 Luglio 2020 alle 08:45

Si chiama Petra Delicato, è un’ispettrice di Polizia della omicidi di Genova dal carattere ruvido, solitario. «Il suo nome è Petra come il femminile di Pietro?» le chiede il vice ispettore Antonio Monte al loro primo incontro. «No, Petra come Petra e basta» taglia corto lei.

Petra è la protagonista dei quattro film gialli della serie in onda su Sky Cinema dal 14 settembre, tratta dai libri della scrittrice spagnola Alicia Giménez-Bartlett, una star nel suo Paese, amata quasi quanto il nostro Camilleri. La serie, una produzione Sky Original con Cattleya e Bartlebyfilm, è diretta da Maria Sole Tognazzi. La protagonista è Paola Cortellesi.

Paola, ci presenta Petra?
«Petra è una donna libera. Il motivo per cui mi sono innamorata di lei già leggendo i romanzi è il fatto che non le importa di dover per forza piacere agli altri. Ha scelto una solitudine che le permette di essere autonoma e mai condizionata».

Ha due matrimoni finiti alle spalle.
«Già. Uno con un uomo più grande che ancora adesso si intromette nella sua vita, e uno con un ragazzo giovanissimo con cui è rimasta in amicizia. In fondo Petra non vuole essere moglie perché quel rapporto comporta una serie di compromessi che non ha voglia di accettare. Certo, ne paga le conseguenze perché una donna così viene sempre giudicata sbagliata. Lei invece non si sente affatto sbagliata, sta bene così. E poi sa di non essere simpatica, di avere un carattere spigoloso cosa che non la facilita nei rapporti, ma se ne frega serenamente e questo è segno di libertà».

Anche la libertà di avere un ragno enorme in casa, con dei grilli in giro?
«Quando qualcuno entra in casa sua e sente frinire le chiede: “Ma ci sono grilli in casa?”. Lei risponde: “Certo, sono la colazione per il ragno”. Come fosse la cosa più naturale del mondo».

Ha avuto problemi a rapportarsi con il ragno?
«Beh, devo dire che faceva un po’ impressione. Era una “grammostola rosea”, una tarantola cilena. E venivano dati davvero dei grilli da mangiare a questa bella signora a otto zampe… diciamo che non è il mio animale domestico preferito, lo ammetto, non lo vorrei in casa. Non è esattamente un labrador (ride)».

Tra ragni e grilli da maneggiare non sarà stato proprio piacevole...
«In realtà è stato tutto complicato perché io a Petra non somiglio per niente. Lei ha un carattere spigoloso, io accomodante. Anche troppo. La sua personalità non mi corrisponde affatto, ma la amo pazzamente. Pensi che bello poter vivere un periodo della nostra vita con quel carattere lì: dicendo sempre quello che si pensa. La verità è liberatoria e anche spiazzante per gli altri».

Almeno era comoda nell’abbigliamento. Petra non concede nulla alla femminilità: anfibi, jeans, maglioni scuri senza forma…
«Ecco, in questo invece mi somiglia. Nella vita reale anch’io vivo sempre in jeans, scarpe basse, maglie scure: il nero va bene con tutto e non devi perdere tempo ad abbinarlo con gli altri colori. E invece ammiro le mie amiche che sono attente all’abbigliamento fin nei dettagli».

Ha appena vinto il suo terzo Nastro d’argento consecutivo per il film “Figli”, dopo “Come un gatto in tangenziale” e “Ma cosa ci dice il cervello”.
«Che soddisfazione! I premi non te li aspetti mai, ma quando arrivano ti fanno piacere».

Quando a 13 anni cantava “Cacao Meravigliao” a “Indietro tutta” se la immaginava una carriera così?
«(Ride). No, non avevo idea, io sognavo solo di fare la cantante».

Mina ha detto che lei ha una voce fantastica.
«Una dichiarazione che ho incorniciato e appeso al muro! L’unica».

E poi come mai ha cambiato sogno?
«Facevo la cantante nei pianobar, ho sempre amato tutti i generi e non riuscivo a sceglierne uno. Allora ho pensato: “Cos’è che mi permette di fare cose diverse? L’attrice”. Ed eccomi qua».

Ora cosa sogna?
«Mi piacerebbe fare un musical».

E nel frattempo?
«A breve comincio le riprese di un nuovo film con Antonio Albanese e la regia di Riccardo Milani: riprendiamo il racconto di “Come un gatto in tangenziale”. Ci rimetteremo in strada, un po’ a via Coccia di morto, un po’ a Capalbio (ride)».

Seguici