«Questo nostro amore 80», Anna Valle: «Quando andavo pazza per Candy Candy»

«In quel periodo mi piaceva il rock duro e non sapevo ancora cosa avrei fatto nella vita» racconta l’attrice romana, protagonista della fiction di Raiuno

Anna Valle ha vinto lo scettro di Miss Italia nel 1995. Ha due figli: Ginevra e Leonardo di 9 e 4 anni.
12 Aprile 2018 alle 16:30

Anna Valle è una donna decisamente rock. Anche se nella serie di Raiuno «Questo nostro amore 80» la vediamo elegante, sempre composta, con il cuore che oscilla fra tre figlie e due uomini, Vittorio (Neri Marcorè) ed Ettore (Stéphane Freiss), all’epoca in cui è ambientata la fiction era una ragazzina «scatenata», tutta amici, musica e balli interminabili. L’attrice è nata infatti il 19 giugno 1975 e per lei gli Ottanta rappresentano l’età della spensieratezza. Il limbo prima di diventare grande.

La serie è ambientata nel 1980 circa. Cosa ricorda di quel periodo?
«Tra i fatti di cronaca mi viene in mente l’attentato al Papa (13 maggio 1981, ndr). Ero piccola ma se n’è parlato tantissimo e per molto tempo, come anche del terremoto in Irpinia (23 novembre 1980, ndr), anche se non capivo l’entità del dramma. Poi mi ricordo benissimo Michael Jackson e il video “Thriller” (1983), molto moderno. E ancora, mia mamma che cantava le canzoni di Luis Miguel (arrivò secondo al Festival di Sanremo del 1985 con il brano “Noi, ragazzi di oggi”, ndr)».

Si ricorda com’era a dieci anni?
«Ricordo delle foto orrende di me a quell’età. Ero vestita male, con un maglione lungo e grosso che mi ingoffava, le spalline imbottite, una gonnellona lunga un po’ a ruota, lo stivalone calato e largo. In quegli anni i look erano veramente orribili».

Nella fiction si parla dei primi canali privati. Aveva un programma preferito?
«I cartoni animati come “I Puffi” e “Candy Candy”. Mi ricordo i programmi di Pippo Baudo e i balletti di Heather Parisi che era in tutti gli show della Rai».

Attori o film di riferimento?
«Il film “Una donna in carriera” (1989) mi è piaciuto tantissimo. E poi le pellicole di Giuseppe Tornatore, come “Nuovo cinema Paradiso” (1988), che mi hanno fatto pensare e sognare il cinema per la prima volta. Anche se per me l’attrice di riferimento è sempre stata Virna Lisi con cui poi ho avuto anche l’onore di lavorare».

Nella fiction c’è tanta musica di quegli anni: Claudio Baglioni, Lucio Dalla, Pupo… Che cosa ascoltava da adolescente?
«Ricordo che al Festival di Sanremo del 1988 mi aveva colpito il brano “L’amore rubato” di Luca Barbarossa. Ma ascoltavo poca musica italiana, mi piaceva molto di più quella straniera. Ero una grandissima fan di Michael Jackson».

Il primo concerto a cui ha assistito?
«Gli amici mi hanno trascinato a sentire Antonello Venditti, ma mi ha fatto piacere andarci. Poi però ho seguito i miei gusti e sono andata a sentire gli U2 e Alanis Morissette: solo musica rock!».

Gli Anni 80 hanno fatto scuola in fatto di look. Lei come si truccava?
«Ho iniziato a truccarmi al ginnasio, a 14 anni, perché vedevo una delle mie amiche che si truccava benissimo e volevo imitarla, ma sembro più giovane ora rispetto ad allora: mettevo il rossetto con la cipria sopra che non si toglieva neanche con lo struccante, rimaneva tatuato. Il fondotinta si usava tantissimo ma era molto pesante. E poi andava di moda la terra, che esagerava le guance, e il mascara spesso. Da ragazzina portavo i capelli lunghissimi, quasi sempre sciolti e con la frangia cotonata. Ero un po’ rock, genere AC/DC (ride)».

Il suo primo bacio lo ha dato negli Anni 80?
«Sì ma non è stato per niente sentito. Era solo curiosità. L’ho dato a un ragazzino con cui c’era una simpatia. Ma non è stato speciale, un bacio e poi fuga! In quegli anni ero un maschiaccio e non ero interessata all’altro sesso, ho cominciato a 16 anni a guardarmi intorno. Ero fuori dal coro. Alcune mie compagne la pensavano allo stesso modo e avevamo altri interessi: tante feste, pomeriggi in discoteca, si ballava tantissimo e facevamo lunghe chiacchierate fino alle quattro del mattino a casa delle amiche. Nel 1989 i miei genitori si sono separati e io, mia mamma e mia sorella ci siamo trasferite in Sicilia, a Lentini, vicino a Siracusa. È stato un grosso cambiamento. Ma mi sono trovata molto bene, sia come amicizie che a scuola. Ho vissuto lì fino a quando ho vinto Miss Italia nel 1995».

Erano anche gli anni del Commodore 64 e dell’Atari. Era una fan di computer e videogiochi?
«Ho sempre avuto un pessimo rapporto con la tecnologia. Le sale giochi non le ho mai capite. Avevamo il computer a casa ma lo usava mio fratello più grande e io mi ci sono avvicinata solo quando ho dovuto farlo per lavoro. L’unica cosa a cui giocavo era Pac-Man, ma non ne ero attratta. Per me esistevano i viaggi, la musica e soprattutto le amiche. Sono queste le cose che ricordo con più affetto».

Citando il cantante Raf, cosa è rimasto di questi Anni 80?
«In quel decennio ho vissuto dai cinque ai 15 anni. La cosa che mi rimane più in mente è il fatto di non sapere ancora bene cosa volessi essere, dove volessi andare, chi fossi. Una specie di limbo piacevole, in realtà. Perché c’era la voglia di esser ancora figlia e bambina, ma allo stesso tempo quella strana energia che ti portava fuori casa, verso l’età adulta».

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