Raoul Bova è di nuovo don Massimo nella 14a stagione di “Don Matteo”

Arriva su Rai1 giovedì 17 ottobre, con qualche mese di ritardo rispetto al previsto

17 Ottobre 2024 alle 08:00

Don Matteo è tornato. Anzi, è tornato don Massimo, interpretato da Raoul Bova che ha raccolto il testimone del protagonista dopo l’uscita di Terence Hill nella precedente stagione. Arriva su Rai1 giovedì 17 ottobre, con qualche mese di ritardo rispetto al previsto (a causa della concomitanza con le partite di Europa League lo scorso aprile). «Rimandarlo mi è sembrato un gesto di grande cura verso la serie e questo periodo mi sembra perfetto» osserva Bova che, come da tradizione, seguirà la prima puntata insieme al cast e al produttore della Lux Vide Luca Bernabei. «Abbiamo tutti una grande voglia di rivederlo e spero sia lo stesso per il pubblico» dice il protagonista. I numeri sembrano confermarlo, dal momento che l’avvicendamento tra Terence Hill e Raoul Bova non ha intaccato gli ascolti della scorsa stagione.

Raoul, al suo arrivo, nella scorsa stagione, don Massimo era un po’ spaesato perché i parrocchiani, pensando che avesse rubato il posto a don Matteo, non lo avevano accolto con entusiasmo.
«Questa volta lo vedremo decisamente più a suo agio, anche perché quello che sembrava un mistero sulla sparizione di don Matteo è stato chiarito: è andato in missione in Africa e al suo posto è arrivato don Massimo. Poi, certo, la serenità è sempre relativa perché a turbarla arriveranno omicidi di cui lui non potrà non occuparsi».

Le storie spesso attingono alla cronaca.
«È vero, e anche in questa stagione si parlerà di casi che prendono spunto dalla realtà. Penso, per esempio, alle “challenge” (sfide, ndr) dei ragazzi o alla violenza domestica. Ma si tratta di storie scritte sempre con grande eleganza e senza violenza; ci sono serenità, dolcezza nei rapporti e, cosa che non guasta, anche un lieto fine. “Don Matteo” è una serie rassicurante che ogni volta saluta il pubblico lasciandogli la voglia di vedere la puntata successiva».

Ci sono anche diversi nuovi ingressi: il nuovo capitano Diego Martini (Eugenio Mastrandrea), la nuova pm Vittoria Guidi (Gaia Messerklinger), un bambino in canonica, Bart (Francesco Baffo) e la sorella di don Massimo.
«Sì, Giulia (interpretata da Federica Sabatini), che già nella prima puntata arriva a rompere la tranquillità. È una che combina guai, che sceglie sempre gli uomini sbagliati: sembra che i problemi vada a cercarseli. Ha avuto contrasti con il fratello fin da quando è stata adottata dalla madre di don Massimo perché era la figlia nata da una relazione del marito. Quando arriva a Spoleto dicendo per l’ennesima volta che ha bisogno di aiuto, il fratello non vuole saperne. Poi, però, verrà assegnata ai lavori socialmente utili e lui se la ritroverà in canonica, dove saranno costretti a confrontarsi e a dirsi cose che non si sono mai detti prima. È una bella storia, complicata ma anche delicata, in cui don Massimo dovrà fare i conti con la necessità di perdonare perché ora non è più solo il fratello di Giulia, ma è anche un prete».

Lei nella vita ha due sorelle.
«Ma niente a che fare con Giulia! Loro sono più grandi di me e sono state quasi una seconda e una terza mamma. Il peso ero io quando dovevano portarmi con loro (ride). Con Daniela e Tiziana ci vogliamo tanto bene, tra noi ci sono affetto e rispetto».

Restiamo in famiglia: quando è impegnato sul set di “Don Matteo” i suoi figli vengono a trovarla?
«Sì, e devo ringraziare la produzione che in questo ci aiuta prendendo delle case al posto delle stanze d’albergo, dove i familiari possono venire e stare con noi per qualche giorno. I miei due figli grandi, naturalmente, sanno bene che lavoro faccio; le due più piccole, invece, stanno cercando di capirlo e sono contente perché sanno che papà va in televisione o sta facendo un film come i Me contro Te, che loro amano».

E sono partecipi?
«Sì, e sono anche molto curiose quando la sera, dopo cena, mi vedono studiare i copioni. A volte Luna, che ha 8 anni, viene e mi chiede: “Papà, vuoi che ti aiuti? Dico le battute?” come fa con le recite a scuola. È importante coinvolgere i figli perché non si sentano messi in secondo piano e non finiscano per odiare il lavoro che costringe i genitori a stare lontano da casa».

Torniamo a don Massimo.
«Colpisce il pubblico perché è un prete tra la gente, molto francescano. Uno pratico ma fallibile, che commette errori come ciascuno di noi. E poi parla del perdono, della necessità di dare una seconda opportunità anche a chi ha sbagliato pesantemente. È un personaggio che non si può non amare».

E che ama andare in moto.
«Come me. Pensi che io conservo ancora gelosamente la prima Vespa 125 che mio padre mi comprò facendo tanti sacrifici. Quando me la diede, mi sentii come se avessi ricevuto una Ferrari! Quando io non la usavo più, lui l’ha rimessa a nuovo e l’ha tenuta come un gioiellino. E ora è tornata nel mio garage».

La moto che usa don Massimo è sua?
«No, l’ha presa la produzione. E nonostante sia molto bella, non chiederò mai di poterla avere. Ci sono cose che portate fuori dal set perderebbero la loro magia. E la moto è una di quelle».

Ora che progetti ha?
«Il primo impegno è al teatro Parioli di Roma con “Il nuotatore di Auschwitz”, spettacolo ispirato alla vera storia del nuotatore francese di origine ebraica Alfred Nakache. A gennaio dovrebbero partire le riprese di “Buongiorno, mamma! 3” e a primavera dovrei tornare con la nuova stagione di “Emily in Paris”».

La attendono mesi impegnativi.
«Sì, ma ho approfittato dell’estate per rimettermi in forma. Mi sono anche operato al menisco perciò ora sono pronto a correre (ride)».

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