Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales insieme nella vita e nella fiction “Giustizia per tutti”

Insieme in una nuova serie: una delle coppie più belle della tv si racconta in esclusiva a Sorrisi

Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales si sono incontrati nel 2011 girando il film “Immaturi - Il viaggio”. Insieme hanno due figlie: Luna e Alma  Credit: © Maria Vernetti
18 Maggio 2022 alle 14:26

Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales sono una splendida coppia nella vita e adesso, dal 18 maggio, per tre prime serate su Canale 5 li vedremo insieme anche nella fiction “Giustizia per tutti”, la storia dell’ex fotoreporter Roberto Beltrami (Bova) che, dopo aver scontato da innocente dieci anni di prigione per l’omicidio della moglie, esce dal carcere e cerca di scoprire la verità su chi sia il vero colpevole.

Durante la sua ingiusta detenzione si è laureato in Legge e, ora che è fuori, inizia a ricostruire la sua vita grazie al lavoro in uno studio legale, accanto a Victoria Bonetto (Rocío), avvocato di grido della “Torino bene” che ha passato l’infanzia a Madrid, in Spagna.

Intervistiamo i protagonisti, che volentieri rispondono alle domande di Sorrisi per questa storia di copertina seduti nel soggiorno della loro casa. Nella libreria vediamo tanti libri di fotografia. «Una passione che abbiamo in comune» dice Raoul, ben contento di interpretare proprio «un ex fotografo abituato a guardare le cose con obiettivi diversi e altri occhi: sempre da punti di vista inediti».

Cosa vi ha incuriosito di più di questa fiction?
Rocío: «Inizi tu, amore?».
Raoul: «Ok, vado io. Dunque, il tema della fiction mi piaceva perché io sono un “fan” della giustizia. Ma mi ha sempre fatto soffrire vedere che ci sono tante persone che, vuoi per indagini superficiali o perché non potevano permettersi di pagare avvocati bravi, hanno scontato ingiustamente una pena pur non avendo commesso un reato».
Rocío: «Interpretando Victoria, un avvocato che difende anche gratis i clienti, ho sempre pensato in cuor mio alle donne, alle mamme, vittime di errori giudiziari».

“Giustizia per tutti” è una fiction poliziesca ad alta tensione. Da telespettatori, siete amanti dei “legal thriller”?
Raoul: «Sì, li guardiamo spesso».
Rocío: «C’è stato un periodo in cui ero ossessionata dalla serie “Suits”, con Meghan Markle».

Quanto c’è di Raoul in Roberto e quanto di Rocío in Victoria?
Raoul: «Roberto mi somiglia perché, come me, ha fiducia nella verità. Anch’io sono convinto che, non importa quanti soprusi o quante ingiustizie uno subisca, ma il suo lato vero e pulito verrà a galla, sempre: è solo una questione di tempo, di impegno e di determinazione».
Rocío: «A me, del personaggio di Victoria ha stuzzicato proprio il fatto che non mi somigliasse affatto. Perché è una donna che, per via del suo passato, non è abituata a esprimere sentimenti ed emozioni. Io invece mi lascio travolgere spesso dai miei stati emotivi, si vede no (sorride)?».

Avete subito grandi ingiustizie nella vostra vita?
Raoul: «No, solo piccole cose, quelle che mi ricordo dall’infanzia. Una nota messa dal professore a scuola anche se non ero stato io quello a fare confusione in classe o, come capita in tutte le famiglie, averle prese io al posto dei miei fratelli...».
Rocío: «Può succedere di essere vittime di pregiudizi o di essere giudicati per come non si è davvero. Ed è una cosa che mi fa soffrire. Per questo, come ha fatto mia madre con me, sto insegnando alle mie figlie ad avere libertà di pensiero, ma senza ferire le persone con giudizi affrettati».

Cos’è per voi libertà?
Rocío: «La libertà è una cosa mentale».
Raoul: «A me basta guardare il blu del cielo, quando sto con la mia famiglia per sentirmi libero. Quando c’è rispetto dell’altro, c’è libertà».

La fiction è ambientata a Torino: è una città che conoscevate bene? Avete trovato un posticino romantico speciale?
Rocío: «Ero già stata a Torino per girare la miniserie “Tango per la libertà”. Ed ero incinta della mia prima figlia, ma non l’avevo ancora detto a nessuno! Quindi mi è rimasto impresso nel cuore questo ricordo. E quando ci sono tornata con Raoul e con le bambine, ho ritrovato una città accogliente, romantica. Poi avevamo il nostro baretto in centro, vero amore? Quello in cui facevamo l’aperitivo la sera prima di rientrare a casa».
Raoul: «Sì, perché avevamo preso un appartamento lì. Le riprese sono durate sei mesi».
Rocío: «E quel baretto era il luogo dove, gradualmente, smettevamo di essere attori e, magari bevendo uno spritz con due patatine, tornavamo a essere noi, la coppia e i genitori».

Com’è lavorare tra partner?
Rocío: «Il segreto della nostra coppia è condividere l’impegno, anche nei progetti in comune come questo, ma tenere separata la vita professionale da quella privata».

Fatemi capire meglio: per esempio, studiavate insieme il copione la sera a casa?
Rocío: «No, ognuno studia per conto suo. Ognuno ha il suo camper, prove costumi sempre separate... Poi, certo, sul set essere una coppia aiuta. Ci potevamo permettere di scherzare tra noi sulle battute dette male. Oppure dirci: “Ma come ti sei pettinato?” o “Che cavolo di camicetta hai messo?”».

Spesso nella storia Roberto e Victoria hanno piccole divergenze di opinioni.
Raoul: «Tanto che pure a casa io la ammonivo: “Non fare troppo la Bonetto!”».
Rocío: «Già, perché nella fiction io sono il suo capo. E a me è piaciuto, per una volta, comandare. Visto che a casa invece il capo è lui...».
Raoul: «Ma non è vero...».

A questo punto suona il citofono e Raoul si alza per andare a vedere chi è. Mentre Rocío si scusa: «Perdona, anche noi siamo casalinghi».

Chi è il più casalingo di voi due?
Raoul: «Aiuto!».
Rocío: «Io!».
Raoul: «Però anche io aiuto un pochino in casa, dai».
Rocío: «Ah sì?».

Fermi tutti. Facciamo un test. Chi lava i piatti?
Raoul: «La lavastoviglie».
Rocío: «Il problema è chi la carica, però».

Chi si occupa della raccolta differenziata?
Raoul: «Va fatta, è importante».
Rocío: «E poi la spazzatura, una volta smistata, va anche buttata...».
Raoul: «Forse è meglio cambiare argomento (ride)».

Rocío, ha visto Raoul in “Don Matteo”?
Rocío: «Ovviamente sì. E sono fiera di lui. È stato coraggioso, ci ha creduto e ha superato le mie aspettative».

Che effetto fa vederlo nei panni di don Massimo?
Raoul: «Amore, glielo diciamo?».
Rocío: «Cosa, che ti vuoi fare prete? No! Non lasciarmi!».
Raoul: «Sarei un prete moderno, non preoccuparti (la stringe e le dà un dolcissimo bacio, ndr)».

Scherzi a parte, Raoul ha un lato spirituale spiccato?
Rocío: «Sì, ha una spiritualità profonda. Ha dei momenti in cui si deve estraniare da tutto».

Raoul, ha apprezzato Rocío come conduttrice a “Le iene”?
Raoul: «Molto. Ammiro moltissimo la sua velocità nel passare dal ruolo di attrice a quello di conduttrice. Le invidio anche un po’ la versatilità: ha fatto Sanremo, ora sarà la madrina della Mostra del cinema di Venezia, è brava in tutto».

Ed è “grintosa” di carattere?
Raoul: «Beh, è spagnola».
Rocío: «E che significa? Non conosci tutte le spagnole, non ne hai incontrate tante, per fortuna. Ci sono anche quelle “mosce”».
Raoul: «Ma tu, amore, non lo sei».

Oh, così vi voglio: veri! In “Giustizia per tutti” c’è una frase ricorrente: «La verità non è sempre quella che vedono tutti». Raccontateci qualcosa di voi che non vediamo mai: dateci un piccolo indizio per conoscervi come coppia, oltre che come professionisti.
Rocío: «La verità, quella che non sempre si vede, adesso la dico, anche se Raoul non vuole e a volte mi boicotta. La verità è che siamo molto complici. Raoul è il mio migliore amico, il mio amante. È solo con lui che voglio ballare, pregare, ubriacarmi. Ed è solo del suo giudizio che mi importa e di cui a volte, se è troppo severo, ho paura. Raoul è tutta la bellezza della mia vita».

Che bella dichiarazione d’amore.
Raoul: «La verità è che con Rocío la vita è una sorpresa. Io posso portarla in un posto, senza dirle dove, e lei mi segue sempre. Mi sento accolto, protetto da lei, in ogni situazione. Andiamo in moto insieme, facciamo le arrampicate. Ci piace l’avventura. Una volta eravamo in mezzo a una foresta, in cima, con un ruscello sotto di noi. Le ho detto: “Chiudiamo gli occhi e ci buttiamo?”. E l’abbiamo fatto»

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