«Sirene»: Maria Pia Calzone e la sua Marica, sirena pazza per la moda

È stata la feroce Imma in «Gomorra», ora è una mamma speciale nella serie di Rai1

Maria Pia Calzone
2 Novembre 2017 alle 12:23

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Maria Pia Calzone, chi è per lei Marica?
«È una sirena molto schietta, autoritaria, che non sa come fare la mamma perché non le è mai stato insegnato. È molto spiritosa ma si prende la licenza di dire cose abbastanza volgari perché ha imparato a esprimersi dai pescatori di Pozzuoli. Ed è una grandissima appassionata di moda e di tutte le amenità del mondo femminile. È un essere un po’ sopra le righe, diciamo che la discrezione non è la sua prima dote».

È stato complicare girare le scene in acqua?
«Pensavamo che avremmo fatto le scene marine tutte d’estate e invece siamo arrivate a fare l’ultima a ottobre, quando c’era già un certo brivido. Cercavano pure di convincerci che il mare alle cinque del pomeriggio rilascia il caldo... Lasciamo perdere. Ma il peggio sono gli scogli: le è mai capitato di sbucciarsi un ginocchio sugli scogli? Lì per lì non fa niente poi a letto bruciori da morire. Anche da questo punto di vista è stata un’esperienza unica: un privilegio enorme poterne far parte. È stato impegnativo, ma c’era da parte di tutti una grandissima voglia di dare il meglio. Anche Rosy Franzese, la sirena piccolina, ha dimostrato sangue freddo da vendere».

Un ruolo «leggero»: si sarà sentita sollevata dopo la cattiveria della Imma Savastano di «Gomorra».
«Per me non ha fatto molta differenza. Mettersi in bocca le parole di Marica era più lieve ma non meno faticoso: la commedia è più matematica, e tornando in albergo la stanchezza si sentiva eccome. Era il contesto a essere più facile, più leggero, una Napoli che sa di mare, di canzoni, di pomeriggi tiepidi, di luoghi bellissimi e insospettabili, che fa da controcanto a quell’altra Napoli di “Gomorra”».

Ha mai temuto che il successo di «Gomorra» la chiudesse in una gabbia?
«Mai. Donna Imma mi ha dato la notorietà e di questo le sarò sempre grata. Non solo italiani, ma anche americani e israeliani mi fermano per strada perché riconoscono il personaggio. Imma mi ha permesso di fare cose molto belle dopo, il ruolo non mi ha mai disturbato né preoccupato. Forse mi sarei posta il problema se avessi fatto più di una stagione, ma così no».


Con Ornella Muti lei aveva già lavorato dieci anni fa in «L’inchiesta» di Giulio Base, in due ruoli piuttosto particolari: la Muti era la Maddalena e lei la Madre di Gesù.
«È stato piacevolissimo ritrovarsi. Ornella è una persona dotata di grande ironia e sensibilità, e ha un mondo interiore come uno scrigno: se trovi la combinazione è molto semplice relazionarsi con la sua anima. Recitavamo in mare quasi nude, coperte da un perizomino color carne, e lei all’inizio era piuttosto nervosa. “Guarda che avremo solo freddo” le ho detto, “di noi non fregherà a nessuno”. E infatti è andata così. Quando si è accorta che i tecnici a tutto badavano tranne che a noi, mi ha detto: “A’ Maria Pia, non ce sta a c**à nessuno!”. Ridevamo come matte, col tipico cameratismo generato dalla paura per le situazioni complicate».

Davvero avevate di queste incertezze? Anche la Muti che ha una lunghissima esperienza?
«Io credo che i grandi attori non perdano mai l’emozione, se non si emozionano non possono dare il meglio di se stessi. Se tieni a qualcosa, se vuoi che vada bene, non puoi non metterci dentro una certa dose di ansia. Al cinema poi la scena filmata è l’unica chance che hai, non puoi rifarla la sera dopo come a teatro, devi dare tutto il meglio lì, è questa la tua responsabilità».

Lei ha una ricetta personale per affrontare le riprese?
«Quando giro, mi alzo, lavoro e vado a dormire. Mangio pochissimo, ma per affrontare la giornata come si deve bisogna assolutamente che riposi. Anche se in realtà lì ho lavorato tanto. Mio marito mi diceva: “Come fai a reggere fino alle 4 del mattino? Secondo me l’ultimo giorno svieni”. E infatti dopo “Sirene” sono rimasta a letto 15 giorni».

Le riprese sono state fatte l’anno scorso. Dopo cosa ha girato?
«Ho avuto bisogno di un periodo per recuperare, poi due impegni cinematografici. Un piccolo ruolo, un ispettore di polizia, nel nuovo film di Ozpetek “Napoli velata”, e un’infermiera in “Benedetta follia”, il prossimo film di Verdone».

E Maria Pia Calzone cosa pensa della moda terrestre?
«Ah, piace moltissimo anche a me. Adoro scovarmi le mie cose, nei mercatini e anche online. Anzi, a comprare su Internet c’è pure il brivido della sorpresa: “Avranno spedito la cosa giusta? La taglia sarà quella corretta?”».

E come finisce di solito?
«All’inizio ho fatto un sacco di guai, soprattutto sui siti stranieri perché le taglie internazionali sono diverse da quelle italiane. Adesso sono più esperta e do un sacco di consigli alle amiche. L’importante è non investire troppo e seguire esattamente tutte le procedure, altrimenti rischi di buttare via un bel po’ di soldi».

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