«Sorelle», chi ha ucciso Elena?

Giorgio Marchesi gioca con Sorrisi a risolvere il giallo della fiction più misteriosa del momento

Giorgio Marchesi
6 Aprile 2017 alle 13:36

Mancano due puntate alla fine, ma il mistero s’infittisce. Sarà anche per questo che la fiction «Sorelle», scritta da Ivan Cotroneo e Monica Rametta e prodotta da Endemol Shine Italy, continua a registrare il boom di ascolti su Raiuno. Ne parliamo con Giorgio Marchesi che nel cast è Roberto, l’affascinante ingegnere che è stato il primo amore di Chiara (Anna Valle) e l’ex marito di Elena (Ana Caterina Morariu).

«Sorelle» come «La porta rossa» e ancora prima «Rocco Schiavone»: perché oggi piace la fiction con tocchi «paranormali»?
«Il gusto del pubblico si è evoluto grazie al grande consumo di serie americane. E nella scrittura delle storie si spazia molto: non siamo più confinati a tinello e cucina. Il poliziesco si contamina con il mystery, la commedia con il noir e momenti mélo».

Ci sono pure i fantasmi...
«Devo ammettere che guardando “Sorelle”, tra la musica e il montaggio di alcune scene, una certa “ansietta” viene».

Suggestioni di sceneggiatura a parte, crede nell’aldilà?
«Spero che qualcosa dopo la mia morte ci sia, ma mi auguro anche che succeda molto, molto, molto tardi. Intanto, possiamo “sfruculiare” la curiosità degli spettatori con le vicende di altri personaggi?» (ride).

Vuole svelarci chi ha assassinato Elena?
«Non lo farei mai, la suspense è suspense! Il quarto episodio si è chiuso con un bacio tra me e Chiara. Il mio personaggio è ancora sotto indagine, ma ottiene gli arresti domiciliari e può riabbracciare i suoi bambini. A breve ci sarà un colpo di scena riguardo al più piccolo…».

Il colpevole è lui?
«Non lo dirò neanche sotto tortura. Però i fan della fiction sui social si sono sbizzarriti con le ipotesi. Se mi tiro fuori io, tra gli indiziati ci sono almeno altri sette personaggi senza alibi» (l’elenco
è nel box qui sotto).

Per esempio?
«C’è chi pensa all’ispettore di polizia, Silvia (l’attrice Irene Ferri, ndr). E chi scommette su Barbara (Elisabetta Pellini, ndr), l’attuale compagna di Roberto. “Cherchez la femme”, dicono i francesi: cercate la donna».

E lei come si sente, beato tra le donne?
«È quello che pensano i miei amici. Scherzando, mi ricordano che questo è stato l’anno delle Miss Italia perché ho recitato con Anna Valle qui e con Francesca Chillemi in “Braccialetti rossi”. È un lato piacevole del mio lavoro, lo ammetto. Ma, al di là dell’aspetto fisico, le colleghe sono state bravissime a mettermi a mio agio durante le riprese».

Chi è stata la più simpatica nel cast di «Sorelle»?
«Loretta Goggi è una forza della natura, una donna autoironica, un susseguirsi di battute. Ho amato molto il personaggio di Antonia, commovente perché affronta il problema della demenza senile che coinvolge tante famiglie. E sono felice che la regista sia stata una donna, perché Cinzia TH Torrini ha la sensibilità giusta per toccare le corde dell’animo femminile. è una che non ti “molla” mai: scava nelle emozioni finché non esprimi esattamente ciò che ha in mente».

Che cosa le ha insegnato il suo personaggio?
«Roberto è un uomo perseguitato dai sensi di colpa. A volte sembra mentire persino a se stesso. Questo è uno dei messaggi forti della fiction: ciascuno di noi si porta dentro dei segreti, errori del passato che lo condizionano».

La fiction l’ha fatta riflettere anche sul suo ruolo di papà?
«Mi ha fatto pensare, sì. Io ho la fortuna di crescere i miei bambini, Giacomo di 10 anni e Pietro Leone di 4, insieme a Simonetta (Solder, attrice e compagna di Marchesi, ndr) e abbiamo la stessa idea su come tirarli su. Il mio personaggio invece è un padre che si trova in disaccordo con la sua ex sull’educazione dei figli. Un tema importante, che dilania le coppie separate, su cui la fiction invita a riflettere».

Dopo Matera la aspetta un altro set?
«Un’altra splendida città, L’Aquila, ferita dal terremoto del 2009. Ho iniziato a girare una fiction in sei puntate con la regia di Marco Risi dal titolo provvisorio “L’Aquila Grandi speranze”. La storia parla della tragedia dal punto di vista dei ragazzi che giocano nella zona rossa del centro storico colpito dal sisma. Sarà una riflessione tra il mondo degli adulti e quello dei giovani e si affronteranno i traumi, le paure, le aspettative sulla ricostruzione: un progetto interessante».

Lei che ruolo avrà?
«Sarò uno psichiatra e, ancora una volta, un papà».

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