Torna “Mare fuori” con Carolina Crescentini

La seconda stagione è al via mercoledì 17 novembre su Rai2

15 Novembre 2021 alle 08:24

Ragazzi e ragazze allo sbando, colpevoli di furto, spaccio di stupefacenti, omicidio. Sono loro al centro delle vicende di “Mare fuori”. E nella seconda stagione, al via mercoledì 17 novembre su Rai2, continueremo a seguire il loro percorso di riabilitazione all’interno dell’istituto penitenziario minorile di Napoli diretto da Paola Vinci (Carolina Crescentini), affiancata dal comandante di polizia penitenziaria Massimo Valenti (Carmine Recano). Ne abbiamo parlato proprio con la protagonista.

Carolina, cosa ci può anticipare?
«In questa stagione ogni giovane dovrà fare i conti con il contesto familiare e sociale da cui proviene e si troverà a un bivio: proseguire nella strada imboccata o voltare pagina e intraprendere un nuovo percorso di vita».

E Paola che ruolo ha?
«Il suo compito è aiutare i ragazzi a comprendere la responsabilità delle loro azioni e indirizzarli verso il cambiamento. Le carceri sono luoghi di trasformazione».

Lei che adolescente è stata?
«Come tutti ho attraversato quella fase di ribellione verso genitori e scuola, percorso obbligato per diventare adulti. Ma ho sempre rispettato le regole».

Anche per lei come per Paola il lavoro ha un peso importante?
«Faccio questo lavoro da oltre 20 anni: non mi stanca, nonostante le rinunce. Mi permette di imparare, viaggiare, emozionarmi ed emozionare il pubblico».

Tra le rinunce rientra anche quella di non avere figli?
«No, quella è una scelta. Ognuno di noi deve sentirsi libero di vivere come vuole. Non penso che una donna si debba sentire realizzata solo se è madre o moglie».

Lei moglie lo è (del cantautore Francesco Motta).
«Il matrimonio è stato il frutto di uno slancio romantico, di un sentimento. Non mi sono sposata per avere uno status o un pezzo di carta».

E come riuscite a gestire la coppia con i rispettivi lavori?
«Facendo i salti mortali. Quando siamo liberi da impegni professionali, ci chiamiamo per fare... una “riunione in presenza”, come diciamo noi (ride)!».

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