«Ultimo – Caccia ai narcos», Raoul Bova: «Contro i trafficanti ho arruolato i migliori»
L'attore è di nuovo il Capitano: per questa missione vola in Messico e recluta dei veri esperti. Nella squadra del protagonista di tante imprese arrivano tre colleghi senza paura: «Pur di aiutarlo siamo disposti a tutto, anche a dare la vita!»
Raoul Bova torna nei panni di Ultimo, il vero capitano dei Carabinieri che ha ispirato le cinque stagioni della serie
Torna Ultimo, il capitano dei Carabinieri famoso per aver arrestato Totò Riina, interpretato in tv da Raoul Bova. Nel quinto capitolo della serie, Ultimo andrà in missione sotto copertura in Messico per combattere i narcotrafficanti. Questa volta la storia non è ispirata a un’azione dell’eroe «vero», anche se troviamo molti riferimenti alla realtà. Tra questi c’è uno dei set romani: alcune scene sono ambientate nella sede di «Volontari capitano Ultimo onlus», la casa famiglia dell’eroe (www.volontaricapitanoultimo.it).
Altri elementi sono stati presi dalla cronaca, come da tradizione nelle fiction targate Taodue: El Cobra, il cattivo interpretato da Ruben Zamora, è ispirato ad Arturo Guzmán Decena, detto «El Z1», un ex militare messicano che diede vita a Los Zetas, l’ala armata del cartello del Golfo. E poi c’è il gruppo internazionale di attivisti hacker chiamato Anonymous, famosi per usare la maschera di Guy Fawkes resa celebre dalla serie a fumetti «V per Vendetta».
Ma torniamo alla fiction. Nelle due puntate in onda il 19 e 20 dicembre, dirette da Alexis Sweet e scritte da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli (tra gli sceneggiatori della serie «Gomorra»), seguiremo il percorso che porta la droga di origine colombiana nei porti italiani a opera dei cartelli messicani in affari con la ‘ndrangheta. La storia inizia quando Ultimo viene contattato dall’Interpol per compiere una missione molto rischiosa: infiltrarsi nel cartello di narcotrafficanti messicani degli Zetas. Prima di partire crea quindi una squadra di supporto formata da Nick (Luca Fiamenghi), mente del gruppo, Lucio (Alberto Basaluzzo), esperto di tecnologie, e Giulia (Giusi Loschiavo), la più operativa e combattiva. Ora non resta che cambiare identità, volare in Sudamerica e stanare El Cobra. Che la missione inizi.
Luca FIamenghi interpreta Nick, un esperto di strategie, ma poco attivo sul campo
Lui è il vero stratega del gruppo.
Interpreti Nick. Parlaci di lui. «Sono una nuova recluta di Ultimo, quello un po’ più digitale, la mente che studia la strategia. Quasi un agente segreto».
Questa è la tua prima fiction importante? «Da adulto sì. A 20 anni ero il coprotagonista di “Non smettere di sognare”, la mia prima vera esperienza lunga e continuativa».
Altri ruoli che ti hanno reso popolare? «Diversi. A 18 anni ero uno dei conduttori del canale tv All Music. Facevo interviste, le classifiche, le dirette. Ancora oggi diversi miei coetanei mi riconoscono. Di recente ho recitato in “Don Matteo”, “Che Dio ci aiuti” e “Un passo dal cielo”, e in diverse serie internazionali tra cui “Catch-22”, la miniserie di George Clooney girata in Italia: ero un militare dell’aeronautica americana di stanza in Sardegna».
Come sei diventato attore? «A 12 anni ogni giorno pensavo che avrei fatto un lavoro diverso. Poi mi sono detto che se avessi fatto l’attore avrei potuto farli tutti! Questo è stato lo stimolo, ma dentro avevo qualcosa. Sono sempre stato un creativo. Ho iniziato con un corso di teatro a scuola, poi l’accademia, i seminari. A 18 anni sono andato via di casa, a 19 mi sono trasferito a Londra e poi a Roma, dove vivo tuttora».
Hai altre passioni? «Non sono un attore puro perché mi piace fare tante altre cose. Studio management: mi sono iscritto a 30 anni in una università inglese e mi mancano sei esami alla laurea. Lavoro in un parco per bambini dove facciamo animazione. Sono riservato, logorroico e curioso. Amo viaggiare e allenarmi in palestra, dove faccio crossfit. E poi ho un cane meraviglioso. Cosa farò da grande non lo so. Mi basterebbe essere bravo nel mio mestiere. Che sia l’attore, il manager o l’animatore, l’importante alla fine dei conti è scegliere quello che ti fa stare bene».
Giusi Loschiavo è Giulia, un’agente senza paura
Lei è la più spericolata e combattiva.
Raccontaci chi è Giulia. «Anche lei è stata scelta da Ultimo per aiutarlo nella missione in Sudamerica. Ha una bella energia, è determinata, pragmatica e non ha paura di niente, neanche della morte. Faccio molte scene d’azione».
Ci sarà voluta una bella preparazione fisica. «Ero allenata perché pratico Aikido e faccio sport fin da quando ero piccola: in acqua, in bici, di corsa. Sono molto attiva».
Questa è la tua prima fiction importante? «È la prima in assoluto, ho fatto sempre e solo teatro. Questo provino è arrivato tramite la mia agente perché cercavano una persona fisicamente come me. Abbiamo girato due anni fa, non ci speravo più di vedermi e sono molto curiosa!».
Come sei diventata attrice? «Ho iniziato per curiosità. Studiando Storia del cinema e del teatro alla facoltà di Lettere mi è venuta voglia di capirne di più, non solo a livello teorico. Così mi sono iscritta a un corso di recitazione e me ne sono innamorata perdutamente. Poi mi sono laureata in Lettere e diplomata in accademia».
Quindi recitare non era il tuo sogno fin da bambina? «Da piccola volevo fare la ballerina, come mio fratello. Ma desideravo anche dare voce a questo “corpo danzante“ e la recitazione me lo ha consentito».
Cos’altro ti ha dato? «Grazie al teatro sono diventata estroversa. Prima ero timidissima e non parlavo quasi. Sono determinata ma confusa, l’unica cosa che mi rende stabile e calma è recitare, fare il mio lavoro».
Potresti mai fare altro? «Quest’anno ho iniziato con il doppiaggio ma ho fatto mille altri lavori: cameriera, hostess, babysitter, gelataia. Non voglio però un piano B sicuro, magari sfruttando la mia laurea. Niente mi rende felice come recitare e non voglio rinunciare ai miei sogni».
Alberto Basaluzzo è Lucio, un carabiniere specializzato in tecnologie e apparecchiature elettroniche
Lucio è il mago della tecnologia.
Che tipo è Lucio? «Un carabiniere esperto di computer e tecnologie. Mentre i miei colleghi fanno pedinamenti e operazioni sul campo io li coordino e assisto dalla postazione base».
Questa è la tua prima fiction importante? «In passato ho fatto tanti lavori ma a questo ruolo sono particolarmente legato perché mi sono trovato bene con tutto il gruppo. Il fatto di essere stati un mese insieme in Messico in questo senso ha avuto la sua importanza».
Altri ruoli di cui sei particolarmente orgoglioso? «Una cosa di cui vado fiero è “20 sigarette” di Aureliano Amadei, che si trovava a Nassirya quando c’è stata la strage di soldati italiani ma è sopravvissuto e ha voluto raccontare la sua storia. Ho fatto anche diverse esperienze internazionali. Due anni fa ho recitato nel film “Inferno” di Ron Howard».
Com’è scattata la passione per la recitazione? «Fin da bambino sognavo di fare questo mestiere. La scintilla, però, è scattata quando ho visto “E.T.”: era la prima volta che andavo al cinema e me ne sono innamorato. Però soltanto dopo la laurea in Giurisprudenza ho provato a vedere se la mia passione potesse trasformarsi in un mestiere. Mi hanno preso in un teatro di Genova, poi mi sono trasferito a Roma e ho iniziato a fare alcune cose per la tv. La primissima è stata “Il bello delle donne“ ormai 20 anni fa…».
Che persona sei? «Sono tranquillo, curioso, ottimista e affidabile. Amo stare in compagnia, leggere, ascoltare musica, fare sport di squadra. Mi piace la fotografia e cucinare: il mio piatto forte è il risotto, ma anche la pizza e la farinata. Per la gioia della mia compagna...».
Le riprese sono iniziate lo scorso luglio e andranno avanti fino a gennaio nella città di Torino, unica location della serie che andrà in onda su Canale 5
L'attore torna su Canale 5 nei panni del mitico Capitano. Che stavolta è alle prese con i Narcos: «Abbiamo girato in Messico e ho anche recitato in spagnolo. E proprio grazie a questo fatto adesso sono in Colombia sul set di una fiction internazionale»