«Il mio personaggio si divide tra famiglia e lotta al crimine. Perché ai figli non importa se sei quella che comanda oppure l’ultima ruota del carro: devi dare tutto»

Paesaggi incantevoli, una piccola città del Sud e una «capitana» dei Carabinieri che combatte il crimine con uno stile tutto suo. Ma non sarà che «Il capitano Maria» vuol bissare i trionfi di «Il commissario Montalbano»? Il fatto che la casa di produzione delle due fiction sia la stessa (la Palomar di Carlo Degli Esposti) aumenta il sospetto. Vanessa Incontrada sembra divertita dall’idea: «Sarebbe ora che i Carabinieri rispondessero adeguatamente al successo di un commissario di Polizia. E se devo essere io a condurre la riscossa... Comandi!». Pure il barboncino Gina, che Vanessa tiene in braccio anche mentre fa colazione al bar («Altrimenti si offende e per dispetto fa la pipì in giro!») sembra approvare...
• 10 fiction con Vanessa Incontrada
Vanessa, è stato facile entrare nei panni di un capitano dei Carabinieri?
«No. Per riuscirci ho vissuto qualche giorno nella caserma più grande di Roma, che è una specie di “città dei carabinieri” provvista di tutto. E poi sul set è venuta una “tutor” che controllava ogni dettaglio, anche come si mette il cappello e come si toglie. A proposito, lo sapevate che i carabinieri possono togliersi il cappello al chiuso, ma è vietatissimo farlo all’aperto?».
Comunque la divisa le dona. Le dà una certa autorità.
«Mi piace perché mi fa stare bella dritta. Io di solito appena mi appoggio su una sedia mi “stravacco”, ma con la divisa è impossibile! Il prezzo da pagare è che non ti rende molto femminile. Tanto più che sul set faceva freddo e sotto indossavo una tutona imbottita».
Che tipo è il capitano Maria?
«Una donna decisa ma piena di umanità. Una capace di lasciare Roma e tornare nella sua piccola città pur di allontanare la figlia ribelle da amicizie pericolose. Una che rinuncia a fare carriera per stare vicino ai suoi ragazzi. Perché ai figli non importa che tu sia un capitano o l’ultima ruota del carro. Devi stare con loro. Dare il tuo tempo».
Anche lei è stata una figlia ribelle?
«Eccome. A ripensarci oggi mi darei uno schiaffo».
Perché, cosa combinava?
«Ho cominciato a 16 anni. Era la festa di San Juan e a Barcellona si fa baldoria fino a tardi, ma mamma mi aveva detto di non uscire. Le ho lasciato un biglietto con scritto: “Scusami, ma dovevo” e sono scappata di casa. Sono tornata solo il giorno dopo».
E poi?
«Non sono più uscita di sera per mesi! Però in realtà mamma era dolce e comprensiva. Ancora oggi le dico: “Ma come hai fatto a sopportarmi?”».
E adesso che è lei la mamma?
«Cerco di esserci. Anche esagerando. Di recente, alla festa di classe di mio figlio Isal ho letto una lettera alle maestre da parte di tutte le mamme e... mi sono messa a piangere come una fontana».
Il capitano Maria indagherà anche su una misteriosa pirata informatica. Lei ha mai avuto problemi in questo campo?
«Grazie al cielo nessuno ha mai cercato di spiarmi o truffarmi. Però truffavano i miei fan con un sacco di miei profili falsi sui social. Alla fine ho deciso di crearne uno ufficiale per arginare il fenomeno. Mi piace condividere certi momenti della mia vita, però preferisco Instagram, dove non devi scrivere tanto e te la cavi con le fotografie!».
C’è un’altra fiction che i suoi fan attendono con impazienza, «Non dirlo al mio capo».
«Vale anche per me, perché recitare con Lino Guanciale è una delizia. Lui è dolcissimo, ha sempre una parola buona per tutti. Ma per vedere la seconda stagione dovrete aspettare l’autunno».
Presto, però, arriveranno i «Wind Music Awards».
«Il 4 e 5 giugno all’Arena di Verona. Non vedo l’ora di tornare sul palco con Carlo Conti».
Vi intendete? Avete lo stesso stile?
«Ma quando mai! Carlo è una macchina da guerra, non sbaglia una virgola e se gli chiedo: “Sei emozionato?”, immancabilmente risponde: “No”. Ma poi lo vedo deglutire prima di iniziare la serata...».
E lei?
«Io ho regolarmente una crisi di nervi e dico: “Portatemi a casa. Voglio tornare a casa!”. Poi stringo i denti e salgo sul palco. E a quel punto mi diverto».
Ma cosa le piace di più? Un programma come i «Wind Music Awards» o una fiction come «Il capitano Maria»?
«Ho bisogno di entrambi. Nelle dirette posso farmi amare per come sono davvero. Ma quando recito mi trasformo in altre persone e questo mi affascina».
Tanto più che sono persone eccezionali. Spesso le sue eroine devono ricostruirsi una vita da zero, come in «Scomparsa» o «Un’altra vita» o «Il capitano Maria». Sarà un caso?
«Mi dicono sempre: “Per questo ruolo abbiamo pensato a te perché sei una donna forte”. E in effetti non mi faccio spaventare facilmente, né dalle persone né dai problemi. Però ho anche un lato tenero, mi piace l’uomo protettivo, nella coppia cerco le coccole...».
Dalle fiction non si direbbe.
«È la storia della “donna forte” che alla fine, diciamocelo, spaventa i maschietti. Così nelle sceneggiature tutti gli uomini mi mollano o, peggio, resto vedova. Va bene, sono ruoli bellissimi, però... Lo farò mettere nel contratto: nella prossima fiction voglio un uomo che mi ami alla follia!».