«Chi m’ha visto», il mistero del rocker scomparso

La coppia Giuseppe Fiorello-Favino in una commedia sull'ossessione per la celebrità (e sulla tv verità)

Giuseppe Fiorello e Pierfrancesco Favino in "Chi m'ha visto"  Credit: © Ufficio Stampa
29 Agosto 2021 alle 10:30

Una «commedia rock». Giuseppe Fiorello e Pierfrancesco Favino concordano sulla definizione del nuovo film che li vede protagonisti. «Chi m'ha visto» racconta la storia di Martino Piccione (Fiorello), un chitarrista che accompagna nei concerti i grandi artisti e che decide di organizzare la sua sparizione per diventare a sua volta famoso. A mettere a punto il piano strampalato lo aiuterà l'amico di infanzia Peppino Quaglia (Favino). Con risvolti inaspettati.

«Chi m'ha visto», il trailer del film con Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello

Com'è nata l'idea?
Fiorello
: «Mi sono ispirato a una vicenda reale, quella di un chitarrista pugliese talentuoso che, stanco di stare nelle retrovie del palco, voleva prendere ispirazione dai programmi sulle persone scomparse per organizzare la sua sparizione. Un'idea "pirandelliana": scomparire per apparire. Il film fa riflettere sulla società dell'apparenza: oggi non importa quanto sei bravo, ma quanti "like" ("mi piace", ndr) hai sui social. E si ragiona sull'indotto del dolore. I media con morbosità trasformano certi piccoli centri come Cogne e Avetrana in mete turistiche finché non si sgonfia il caso di cronaca».
Favino: «Beppe, oltre a interpretarlo, ha prodotto il film. Io mi sono inserito dopo, con grande entusiasmo. Si ride tanto come nelle commedie con cui sono cresciuto, quelle con Bud Spencer e Terence Hill o Franco e Ciccio».

Parliamo dei vostri personaggi: Piccione e Quaglia.
Fiorello
: «Spunta pure il maresciallo Fagiani, a un certo punto».
Favino: «Una simpatica voliera» (ride).

A chi vi siete ispirati per calarvi nei vostri ruoli?
Fiorello
: «A nessuno in particolare, ma secondo alcuni sul set somigliavo a Keith Richards dei Rolling Stones. Ho dovuto prendere lezioni da un insegnante di chitarra, io non so suonare».
Favino: «Io mi sono ispirato a tanti pugliesi conosciuti da bambino. Mia madre è nata a Candela, vicino a Foggia, e da piccolo ho passato le mie estati lì. Peppino è un "cowboy di paese", l'unico che crede nel talento di Martino, anche se ogni volta che torna a casa dai concerti lo prende in giro. Peppino è uno che si arrangia, che gira per le Murge su un'Apecar».

Perché avete scelto la Puglia?
Fiorello
: «Per dare un sapore western al film. Abbiamo girato nella Gravina di Ginosa, paesaggio brullo e magico che ricorda i Sassi di Matera. Valorizzato, diventerebbe patrimonio dell'Unesco».
Favino: «La Puglia è meravigliosa, con i suoi pomeriggi oziosi. È stato bello anche recitare in dialetto».

 

La musica è una grande protagonista del film.
Fiorello
: «Sì, compaiono più di 40 musicisti che lanciano appelli per ritrovare Martino: da Jovanotti a Morandi».
Favino: «Ed Elisa, Emma, Giorgia, Max Pezzali, J-Ax...».

Non manca più nessuno?
Fiorello
: «Mio fratello Rosario? Ci sarà, ovvio».

Ma qual è la colonna sonora della vostra vita?

Fiorello: «Lucio Battisti, gli Anni 80 dei Talking Heads e dei Tears for Fears. E ora mi piacciono molto i Coldplay».
Favino: «I Beatles. Ma ricordo anche di aver consumato "Rimmel" di Francesco De Gregori, un disco di mia sorella. Oggi ho la mia collezione di vinili, ascolto tutto».

La vostra coppia comica farebbe faville a Sanremo.
Fiorello
: «Si è parlato di me tra i papabili conduttori, ma la notizia non è vera. Avrei fatto Sanremo con mio fratello, ma lui ha detto di no e io da solo non mi sento pronto».
Favino: «Se Beppe mi chiedesse di andare con lui a Sanremo perché no, ma il Festival non rientra tra le mie priorità».

Quando non lavorate di cosa parlate?
Fiorello
: «Siamo amici da anni e capita di scambiarsi battute sulla paternità. Io ho un maschio e una femmina (Nicola, nato del 2005, e Anita del 2003, ndr) mentre Favino ha due bambine (Greta e Lea, di 11 e 5 anni e mezzo, ndr). Io potrò farmi aiutare da mio figlio per recuperare la sorella in discoteca. Lui dovrà cavarsela da solo».
Favino: «Meglio non pensarci, manca poco. L'infanzia oggi finisce troppo presto».

Nel video qui sotto, un piccolo assaggio del film:

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