“Enrico Piaggio – Un sogno italiano”: trama, cast e personaggi

Alessio Boni ci racconta chi era Enrico Piaggio, l'inventore della mitica Vespa. La sua storia viene narrata nel film tv di Rai1

"Enrico Piaggio - Un sogno italiano"
8 Settembre 2020 alle 11:20

La storia di un imprenditore, Enrico Piaggio, che con coraggio e determinazione riesce a vincere la sua sfida professionale e umana contro la crisi economica del secondo dopo guerra.

È questo che racconta il film tv "Enrico Piaggio - Un sogno italiano" che vede protagonista Alessio Boni, nel ruolo dell'imprenditore toscano. Troviamo Enrica Pintore nei panni della moglie Paola, Beatrice Grannò nelle vesti di Suso e Francesco Pannofino nel ruolo di Rocchi-Battaglia. La regia è di Umberto Marino, il soggetto è di Roberto Jannone e Francesco Massaro che firmano anche la sceneggiatura insieme a Franco Bernini.

Chi era Enrico Piaggio? L'intervista ad Alessio Boni

Alessio Boni nei panni di Enrico Piaggio

di Barbara Mosconi

Chi era questo “Enrico Piaggio” e cosa fece di straordinario?
«Il padre gli aveva lasciato due industrie in Toscana dove si fabbricavano aerei. Fu lì che un suo ingegnere, prendendo spunto dai motorini di avviamento per l’elica degli elicotteri, inventò il motore della Vespa».

Come recita il sottotitolo del film tv di Raiuno, realizzò “Un sogno italiano”.
«Piaggio avrebbe potuto fabbricare macchine di lusso, invece pensò alle donne, ai preti, alle persone umili che dovevano rimboccarsi le maniche e per le quali un’auto o una moto costavano troppo. Fu un visionario: tra i primi 10 loghi italiani più famosi nel mondo c’è ancora la Vespa. Anche io sono un “vespista”».

La Vespa è stato uno dei suoi sogni?
«Quando ho compiuto 14 anni e tre ore ero già sulla mia prima Vespa “Special” azzurro metallizzato. Mi ha dato il senso di libertà: fare il giro del lago d’Iseo, vedere le luci della sera, da solo, senza genitori. Poi, a Roma, ho avuto una Vespa 200 “Rally”, con cui ho fatto il “pony express”, andavo a lavorare come cameriere o all’Accademia d’arte drammatica. Adesso la tengo nel casale in Toscana».

Ne parla con entusiasmo.
«Mi entusiasmo per tutto ciò che faccio e soprattutto per le persone come Piaggio. Aveva lungimiranza, esprimeva il genio dell’Italia del Dopoguerra. Fu lui che inventò la rateizzazione. Geniale».

Piaggio è un personaggio realmente esistito. Come lo ha interpretato?
«Piaggio era un pioniere, ma era anche schivo e timido. Ci sono pochi video di lui, ho visto delle foto, osservato i suoi atteggiamenti: era tignoso, ma siamo negli Anni 40, l’industriale, il padrone, doveva dare l’immagine dell’uomo forte. In famiglia si toglie la maschera e si scioglie».

Nel suo carnet ci sono molti personaggi storici: Puccini, Caravaggio, Walter Chiari...
«Per alcuni, come Caravaggio, Puccini o Piaggio, la cosa che ti salva è che nessuno li ha visti camminare, parlare. Dalle foto cerchi di capire il loro atteggiamento, la loro personalità. Con Walter Chiari è diverso, su Internet c’è tutto di lui. Allora, per non scimmiottarlo, devi avvicinarti cercando una rievocazione interna».

Trama

È il 1945. La fabbrica di Enrico Piaggio, a Pontedera, è in macerie. I dodicimila operai che vi erano impiegati sono condannati alla disoccupazione e alla miseria. Piaggio avverte l’enorme responsabilità che grava sulle sue spalle: la vita di tante famiglie dipende dalla sua capacità di creare nuovo lavoro. Nella mente dell’imprenditore nasce un progetto: un mezzo di trasporto piccolo, robusto, agile ed economico, capace di rilanciare la mobilità dando impulso alla ripresa della vita economica e civile del Paese. Per dare concretezza a questo sogno, Piaggio si rivolge all’ingegner Corradino D’Ascanio. Il geniale progettista mette a frutto l’esperienza maturata in campo aeronautico per creare lo scooter che ancora oggi è il segno della creatività e del design italiani: la Vespa.

La strada dell’affermazione per Piaggio, tuttavia, è irta di ostacoli. Un avido banchiere, Rocchi-Battaglia, ricorre a ogni mezzo per impossessarsi della fabbrica, colpendo Piaggio negli affetti più cari: la moglie Paola e la figlia di lei, Antonella, avuta dal matrimonio con un eroico militare morto in guerra e decorato alla memoria. Per minare quegli affetti, Rocchi-Battaglia ricorre all’astuzia e al rancore di Livia, una spregiudicata dark lady con cui Enrico aveva avuto in passato una relazione. La nuova insidia fallisce anche per l’intervento chiarificatore di una giovane e talentuosa impiegata dell’ufficio réclame, Susanna detta Suso.

Suso contribuirà a realizzare un’altra geniale idea di Piaggio. L’imprenditore intuisce che il suo scooter deve superare la natura di prodotto per farsi immagine e sogno. Ed è così che, quando il regista americano William Wyler arriva in Italia per girare Vacanze Romane, Piaggio chiede a Suso di convincerlo a fare della Vespa la “carrozza” su cui far viaggiare i due protagonisti. Ma per la ragazza, sperduta tra i viali di Cinecittà, raggiungere il regista si rivelerà un’impresa difficile. Le verrà in aiuto un giovane giornalista italo-americano, Peter Panetta. E tra loro forse scatterà una scintilla...

Cast e personaggi

Alessio Boni è Enrico Piaggio
Enrica Pintore è Paola Bechi Luserna
Beatrice Grannò è Suso
Moisè Curia è Peter Panetta
Roberto Ciufoli è Corradino d'Ascanio
Carmen Giardina è Terlizzi
Fabio Galli è Ralli
Bruno Torrisi è Alto Commissario
Paolo Giommarelli è Capecchi
Leonardo De Carmine è Tadini
Federigo Ceci è Pacini
Giorgio Gobbi è Armando Piaggio
Elena ed Emma Minichiello sono Antonella
Francesco Pannofino è Rocchi-Battaglia
Violante Placido è Livia Rivelli

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