“Esterno notte”: trama, cast e personaggi

Marco Bellocchio torna ad affrontare la storia di Aldo Moro, con Fabrizio Gifuni, Toni Servillo e Margherita Buy

Esterno Notte
Fabrizio Gifuni interpreta Aldo Moro
11 Novembre 2022 alle 17:07

Arriva finalmente in televisione "Esterno notte", in onda su Rai1 il 14, 15 e 17 novembre, per tre prime serate. Dopo "Buongiorno notte", il regista Marco Bellocchio torna sul caso Moro sperimentando per la prima volta la serialità. La miniserie è diretta e scritta da Marco Bellocchio con Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino. La modalità narrativa permette di affrontare quel tragico capitolo della storia italiana attraverso la molteplicità dei punti di vista dei personaggi che di quella tragedia furono protagonisti e vittime.

"Esterno notte" è stato presentato ai Festival di Cannes, New York e Londra, e dopo la distribuzione televisiva su Rai1, a dicembre sarà premiato agli European Film Awards (EFA) (riconoscimenti noti anche come “Oscar europei”), con l’Award for Innovative Storytelling a Marco Bellocchio, cioè il premio per la narrazione più innovativa.

La trama

1978, uno tra i più tormentati anni della storia del nostro Paese, tra violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. È anche l'anno del rapimento e dell’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, da parte delle Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Nel 1978 stava per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale, un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in una storica alleanza con la Democrazia Cristiana. Proprio Moro è stato il principale fautore di questo accordo, che ha segnato un passo decisivo verso il partito guidato da Enrico Berlinguer.

Nel giorno dell’insediamento del Governo, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro e gli uomini della sua scorta cadono in un agguato in via Fani a Roma; il presidente della DC viene rapito e l’intera scorta sterminata. È un attacco diretto al cuore dello Stato. La sua prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti. Cinquantacinque giorni di speranza, paura, trattative, fallimenti, buone e cattive azioni; al termine di questo periodo, il suo cadavere verrà abbandonato in un’automobile in via Caetani, esattamente a metà strada tra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista Italiano.

Il cast: interpreti e personaggi

  • Fabrizio Gifuni è Aldo Moro
  • Margherita Buy è Eleonora Moro
  • Toni Servillo è Papa Paolo VI
  • Fausto Russo Alesi è il Ministro degli Interni Francesco Cossiga
  • Gabriel Montesi è Valerio Morucci, brigatista e leader del sequestro Moro
  • Daniela Marra è Adriana Faranda, brigatista compagna di Morucci
  • Paolo Pierobon è Cesare Curioni, cappellano di San Vittore
  • Fabrizio Contri è il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti
  • Pier Giorgio Bellocchio è Domenico Spinella, capo della Digos
  • Antonio Piovanelli è Don Pasquale Macchi
  • Bruno Cariello è il prete di Santa Chiara
  • Gigio Alberti è il segretario di partito Benigno Zaccagnini
  • Luca Lazzareschi è Franco Ferracuti, Consulente del Ministero dell’Interno.

Le trame delle puntate

Episodio 1: "Aldo Moro"

Roma, marzo 1978. Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana, il primo partito d’Italia, è stato liberato dalla Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica di estrema sinistra che l’aveva rapito, ed ora scruta con occhi inclementi i suoi compagni di partito, riuniti al capezzale del suo letto di ospedale: Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e il segretario di partito Benigno Zaccagnini. Fuori infuriano gli scontri di piazza: è la stagione più calda dello scontro tra Occidente e “blocco sovietico”. In realtà Aldo Moro non è stato ancora rapito e sta invece lavorando per far nascere il primo governo di unità della storia repubblicana con l’appoggio esterno del Partito Comunista Italiano. Da un lato contiene i malumori espressi dai rappresentanti delle varie “correnti” del suo partito, dall’altro si adopera per ottenere la garanzia del voto di fiducia da parte del segretario del PCI Enrico Berlinguer. Il “compromesso storico” di cui Moro è primo promotore, però, suscita malumori ovunque: non solo nei corridoi di Montecitorio ma anche in piazza, tra gli studenti universitari de La Sapienza e in Vaticano, dove Papa Paolo VI esprime al Presidente della DC tutte le sue perplessità su questa mossa politica. Intanto Adriana Faranda, Bruno Seghetti e Raffaele Fiori, alcuni membri della “colonna romana” delle BR, rapiscono Moro il 16 marzo, giorno stesso della fiducia al IV governo Andreotti, dopo aver ucciso in via Fani i cinque uomini della sua scorta.

Episodio 2: "Il ministro dell'Interno"

Francesco Cossiga, neo ministro dell’Interno, presiede il Consiglio di guerra convocato in seguito al rapimento di Moro anche se i sensi di colpa per quanto accaduto sembrano sopraffarlo. Domenico Spinella, capo della Digos, vorrebbe coinvolgere i responsabili della sicurezza del PCI nelle indagini, dal momento che hanno uomini proprio in quegliambienti che più fiancheggiano l’operato delle BR, ma i colonnelli del Consiglio si oppongono al loro coinvolgimento. Intanto la brigatista Adriana Faranda viene riconosciuta da più testimoni come colei che avrebbe acquistato le finte divise da aviatore servite al commando di brigatisti per appostarsi senza dare nell’occhio. Nei controlli a tappeto che seguono gli agenti di Polizia arrivano fino al covo di via Gradoli dove si nascondono i brigatisti Mario Moretti e Barbara Balzerani, ma quando nessuno gli apre, invece che sfondare la porta desistono. Intanto la richiesta di Aldo Moro di avviare una trattativa segreta con le BR fatta pervenire privatamente a Francesco Cossiga viene vanificata dalla pubblicazione della lettera. Steve Pieczcenik, consulente americano specializzato in rapimenti di ostaggi, suggerisce al ministro dell’Interno di discreditare Moro così da rendere sue eventuali confessioni inattendibili e al contempo di fingere di aprire una trattativa con le BR per poi forzarli a una resa incondizionata. Quando il 15 aprile 1978 le Brigate Rosse condannano a morte Moro, lo esorta a sondare le reazioni dell’opinione pubblica nell’eventualità della sua morte. Cossiga fa pubblicare un falso comunicato delle BR in cui annunciano l’uccisione di Moro e l’occultamento del suo cadavere nel lago della Duchessa, in Abruzzo.

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