Giuseppe Fiorello è il protagonista di “ll mondo sulle spalle”: «Vi racconto un’Italia straordinaria»

Il film tv di Raiuno racconta la vera storia di Enzo Muscia, un coraggioso operaio divenuto imprenditore. «Questa storia è come se l’avesse scritta, e deciso di portarla all’attenzione del grande pubblico italiano, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella» spiega l’attore

Giuseppe Fiorello
14 Febbraio 2019 alle 16:22

Lo abbiamo visto duettare con Paola Turci sul palco dell’Ariston. E alla vigilia della sua esibizione era venuto a trovarci nella redazione di Sorrisi a Sanremo. Ora, il 19 febbraio, Giuseppe Fiorello sarà il protagonista di “Il mondo sulle spalle”. Parliamo del film tv di Raiuno che racconta la vera storia di Enzo Muscia, un coraggioso operaio divenuto imprenditore. «Questa storia è come se l’avesse scritta, e deciso di portarla all’attenzione del grande pubblico italiano, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella» spiega l’attore.

Giuseppe, cosa intende?
«Il Presidente della Repubblica, e quindi lo Stato italiano, ha deciso di insignire, tra gli altri, questo uomo del titolo di Cavaliere Ordine al merito della Repubblica italiana per il gesto straordinario che ha fatto: ridare dignità alle persone e quindi il lavoro. Perché il lavoro è alla base della civiltà di ogni Paese».

Il film tv racconta una vicenda realmente accaduta.
«È la storia di Enzo Muscia, un operaio specializzato di un’impresa francese, con una sede anche in Italia. Da un giorno all’altro l’azienda decide di chiudere lasciando senza lavoro 350 dipendenti. Ben 350 famiglie che si ritrovano in grande difficoltà. Enzo è tra loro. E purtroppo non finisce qui».

Già, perché c’è dell’altro...
«Sì, in quello stesso periodo, infatti, Enzo e la moglie hanno il loro primo figlio, ma il piccolo nasce prematuro e con gravi problemi di salute. Probabilmente nella sua stessa situazione io avrei pensato solo a mio figlio, mentre Enzo è riuscito a badare alla famiglia e al lavoro, con la stessa forza e la stessa voglia di non fare affondare né l’una né l’altro. E ce l’ha fatta. Ha ricomprato l’azienda e con l’aiuto dei suoi colleghi è riuscito a ripartire».

A costo di enormi sacrifici.
«Ha chiesto prestiti, ha bussato alle porte delle banche, è arrivato a ipotecare la casa. Quando ho conosciuto la sua storia ho pensato che dovesse essere raccontata. È importante far sapere che esistono anche queste realtà: c’è uno sguardo troppo pessimistico, poco proiettato verso il futuro e poco fiducioso nei confronti di un Paese che è fatto di italiani straordinari».

Lei lo ha conosciuto Enzo?
«Sì, certo, e la prima volta che l’ho incontrato ho notato i suoi lunghi capelli lisci e gli ho detto: “Enzo, i tuoi capelli non li potrò mai avere!” (ride). E poi ho aggiunto: “Non farò la tua imitazione, non cercarti nell’immagine, ma nell’essenza e nell’anima delle cose che hai fatto”. Il mio mestiere non è imitare, ma interpretare una storia, un personaggio, mettendo una punta di me in quello che faccio. E ogni volta mi domando: cosa avrei fatto io nei panni del personaggio che sto interpretando? L’unico personaggio che mi ha costretto a essere un po’ meno me stesso è stato Domenico Modugno, ma lì ci ho messo una punta di mio padre, che gli somigliava molto».

Enzo Muscia cosa le ha raccomandato?
«Mi ha detto: “Non mi rappresentare come un eroe a tutto tondo, cerca di dare la giusta importanza al lavoro di tutta la squadra. Io ho avuto l’idea per salvare l’azienda, ma poi non ho fatto mica tutto da solo: con me c’erano la mia famiglia e i miei colleghi”. E questo dimostra che Enzo è un grande uomo».

Siete diventati amici?
«Sì, mi ha anche fatto gli auguri per il duetto sanremese. “Ti voglio tanto bene, un abbraccio forte” mi ha scritto. Ogni volta che lo rileggo mi commuovo».

Seguici