The Hateful Eightè l'ottavo film di Quentin Tarantino e ruota attorno a otto personaggi inquietanti e affascinanti al tempo stesso che s'incontrano/scontrano in un western mozzafiato. Il film è uscito nelle sale nel febbraio 2016 in doppio formato e con diversa durata: in Ultra Panavision 70 mm (3 ore e 8 minuti) e in digitale (2 ore e 47 minuti), con le musiche del Premio Oscar Ennio Morricone e un cast stellare capitanato da Samuel L. Jackson e Kurt Russell.
Ecco 5 curiosità da sapere su The Hateful Eight, per scoprire i segreti e i retroscena di quest'ultima fatica del regista di Pulp Fiction.
Com'è nata l'idea
Il film The Hateful Eight ha avuto una genesi fuori dall'ordinario. Il regista Quentin Tarantino ha organizzato una serata di beneficienza all'Ace Hotel Theatre di Los Angeles (1600 posti) durante la quale il cast avrebbe letto la sceneggiatura del film in anteprima al pubblico, mescolando - come ha fatto notare Tim Roth - cinema e teatro in un esperimento fuori dagli schemi. Dopo questo primo passo è arrivata l'idea di girarlo in 70mm, sapendo che gli esterni della storia, la landa ammantata di neve del vecchio west, sarebbero risaltati ancora di più nella loro desolazione, amplificando il senso di solitudine e pericolo da cui si genera la storia. «Come in tutti i miei film - ha commentato Tarantino - anche qui i personaggi fingono di essere qualcun altro, si travestono, si mascherano e dal fatto che riescano o no a camuffarsi dipende chi vive e chi muore».
Lo scenario alla Agatha Christie
In questo film non c'è un solo genere: sembra predominare il western, ma poi capita qualcos'altro. «Dopo averlo girato - conferma il regista - mi sono reso conto che aveva dei tocchi di giallo e che poteva sembrare anche un horror. E non potrei essere più contento: vai al cinema, paghi un solo biglietto ma poi vedi più film diversi». La strizzata d'occhio ad Agatha Christie è piuttosto evidente: «Ho costruito il film - spiega Quentin Tarantino - con una struttura che rimanda proprio al concetto della stanza della grande scrittrice. Tutti i personaggi vi si trovano riuniti e sembra che giochino a scacchi con se stessi, cospirano, tramano, si schierano l'uno contro l'altro, ognuno fa il suo gioco contemporaneamente. E volevo che il pubblico provasse sulla pelle questa costante suspense, che avesse sotto gli occhi tutta la locanda, per guardare dove fosse ciascuno degli otto protagonisti e vedere cosa stesse facendo nello stesso istante. La tensione sale perché fino alla fine non si sa chi sia il colpevole. Il merito va anche alla pellicola in 70 mm che permette un'inquadratura larga che abbraccia tutti, come se si svolgessero contemporaneamente due piece teatrali, una in primo piano, l'altra sullo sfondo». Il "delitto" è servito?
I soliti noti
Quentin Tarantino è convinto che squadra che vince non si debba cambiare. E in questo ottavo lavoro ha confermato la fedeltà agli attori cult delle sue pellicole, salvo due new entry (Jennifer Jason Leigh, che era tra il pubblico della lettura a Los Angeles della sceneggiatura, e Demian Bichir). Ecco quali set il regista ha già diviso con gli attori del suo cast: Samuel L. Jackson (Pulp Fiction, Kill Bill, Django Unchained), Kurt Russell (Grindhouse - a prova di morte), Walton Goggins (Django Unchained), Michael Madsen (Le Iene, Kill Bill), Bruce Dern (Django Unchained), Tim Roth (Le iene, Pulp Fiction), James Parks (Kill Bill, Django Unchained) e Zoe Bell (Grindhouse ?" a prova di morte, Django Unchained).
L'omaggio a Sergio Leone
Quentin Tarantino ha una particolare predilezione per l'Italia. A Roma durante la presentazione di The Hateful Eight ha salutato la stampa con un tintinnante "buongiorno" in lingua, per poi rispondere sempre alle domande con un "grazie" allo stesso modo. Non si tratta solo di un gesto di buona educazione, ma di uno sguardo attento al panorama culturale del Belpaese che passa dalla musica del maestro Ennio Morricone (che ha già ottenuto un Golden Globe per il film) all'influenza dei grandi registi del passato. «Sul set del film - ha raccontato - durante una scena tra Kurt Russell e Jennifer Jason Leigh, nel momento in cui vanno verso Michael Madsen, e hanno la macchina da presa in verticale su di loro, ecco l'inquadratura che chiamo "il punto di vista di Sergio Leone" e quindi quando devo spiegare cosa voglio in quel momento dico semplicemente "una leone"...».
Il rimando a La cosa di John Carpenter
Esiste un interessante parallelismo tra The Hateful Eighte La cosa, pellicola horror firmata da John Carpenter: in entrambi troviamo Kurt Russell protagonista e le musiche del maestro Ennio Morricone. Che Tarantino abbia strizzato l'occhio al celebre film del 1982? «Le similitudini sono varie, lo ammetto - conferma il regista - prima tra tutte lo scenario di paranoia totale in cui sono immersi i protagonisti, questo sentirsi in trappola nella stessa stanza, un luogo in cui nessuno può fidarsi dell'altro. E poi c'è un altro punto di contatto: la neve. E non finisce qui: quando ho pensato a questo film l'ho strutturato come se fosse una versione western de Le Iene e siccome Le Iene è ispirato a La cosa il cerchio si chiude alla perfezione, possiamo persino dire che The Hateful Eight sia "La cosa in salsa western"».